22.2.11

Silvio, la vita di un clochard.

Lo vedevo spesso sotto i portici, tutte le mattine alle 10,30 a vendere le sue cianfrusaglie da parecchio tempo e un giorno, mi sono fermato e gli ho offerto una colazione al bar Pasi. La storia che Silvio mi ha raccontato è una storia vera, la sua. E'  da tanto in Italia ed è cominciata come una storia d'amore. Storia latino-americana, di forti emozioni, di scelte fatte con la mano sul cuore piuttosto che sul portafoglio. Può capitare di lasciare il proprio lavoro, il negozio, per inseguire un sogno di innamorato e raggiungere l'Italia dove l'amore finisce e la mano torna inutilmente a cercare all'interno del portafoglio. Di colpo Silvio si scopre senza lavoro, senza amici, e con una nuova etichetta: homeless, un senza dimora, concretamente senza un tetto sulla testa. Adesso bisogna fare i conti con il freddo, con la paura degli altri, con i dolori che peggiorano nelle giornate di pioggia, con un nomadismo che non è stato cercato, ma che lo ha certamente trovato. E poi il permesso di soggiorno che non arriva e non lo fa lavorare se non in nero, che è anche il colore delle botte: «Mi è capitato di essere picchiato brutalmente per aver chiesto il compenso di un'attività svolta. Molto spesso offrono lavori saltuari di fatica che comportano tredici ore continuate per soli 30 euro e magari non ti pagano neanche». Silvio allora vuole dimenticare la solitudine e la miseria in cui vive, la paura di una notte più buia delle altre in cui violenza e alcool sono «di casa» e decide così di rispondere all'invito di un volontario e gli è andata bene. A Silvio è andata meno peggio che a tanti altri perché ha stretto la mano giusta. Certo le amicizie che deludono, la vergogna di sentirsi emarginato e sfruttato, qualche volta tornano a farsi vive. E allora forse piano piano è venuto il momento di rialzare la testa e guardare negli occhi gli altri, magari una ragazza: «Mi sono innamorato. Anche lei è una senza tetto. Arriva dalla Polonia ed è in Italia da ormai diciassette anni». Una donna in cui rivedere la propria storia. Anche lei è scappata per amore, alle spalle ha un matrimonio con un italiano e un figlio al quale ha dovuto rinunciare. Anche lei ha vissuto nella clandestinità, ha subito violenze, furti anche dai senza fissa dimora. Silvio capisce che la vita di strada per una donna è molto più dura. Ma adesso con lei sono una coppia. Ed ecco una casa, grazie alla solidarietà di uno sconosciuto, senza luce e gas ma almeno con un tetto. Un punto di partenza: da qui si può ricominciare

2 commenti:

  1. Una bella storia di amore e di speranza.

    Un abbraccio

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  2. Troppe volte passiamo davanti a queste persone senza il coraggio di guardarle in viso, anche quando diamo una moneta un po'troppo in fretta...tu hai saputo ascoltare la sua storia.

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