17.11.11

Studenti in piazza contro crisi e banche

In molte piazze d'Italia, studenti in strada gli studenti sono oggi scesi in piazza. Ci sono stati anche scontri nella '' International Students' Day ". La tensione è salita soprattutto nel corteo di Milano, dove i manifestanti hanno lanciato fumogeni contro le forze dell’ordine, che hanno reagito con alcune cariche. Gli incidenti si sono verificati quando la Polizia ha impedito al corteo di dirigersi verso l’Università Bocconi. Un tentativo che s'è ripetuto, con più episodi di scontro. Ferito il cameraman de «Il Fatto quotidiano», colpito da un fumogeno all'occhio. Ha perso del sangue da un taglio ed è stato portato in ospedale. Nel frattempo i manifestanti hanno tentato un'altra irruzione, puntando - dopo il tentativo andato a vuoto in Corso di Porta Romana - in via San Calimero. Ma anche in questo caso le forze dell'ordine li hanno respinti. Le ragioni dei cortei di oggi sono in una nota della Rete degli Studenti e dell'Unione degli Universitari: «Gioiamo della fine del governo Berlusconi, ma vogliamo indicare al nuovo ministro Francesco Profumo e al governo le priorità per l'Istruzione del nostro Paese» «Denunciamo la drammatica situazione in cui versa l'istruzione e siamo in piazza per tutta la rabbia di una generazione a cui è stato distrutto il presente e a cui è stata negata ogni prospettiva di futuro. Chiediamo di investire sull'istruzione, chiudere l'era dei tagli, rimettere al centro i saperi». Gli studenti in 24 città sono in piazza insieme ai Cobas e alla Cub: «Opporremo i nostri book block ad ogni divieto - annunciano gli organizzatori del corteo della Sapienza di Roma - raggiungeremo Mario Monti perché del suo governo tecnico non ci fidiamo». Una serie di scioperi incrociati mettearnno a rischio bus, tram e metro, specie nella capitale.

enio

7 commenti:

  1. Qualsiasi governo ci sarà in Italia... O FARA' TAGLI RELATIVI ALLA SPESA CORRENTE PUBBLICA (STIPENDI INDENNITA'... ISTRUZIONE COMPRESA) oppure sarà la fine della Grecia...Oggi le borse sono andate maluccio (spread appena sotto 500 ) ma almeno si è interrotto un trend negativo da far schifo

    Allora qualcuno di buona volontà, se c'è in questo governo Monti lo spieghi ai ragazziscesi oggi in piazza per manifestare...

    Andate invece in piazza per chiedere:RIDUZIONE DEL NUMERO DEI PARLAMENTARI, RIDUZIONE DA SUBITO DEI VITALIZI e rilamciamo l'occupazione... ecco cosa c'e di urgentissimo da fare..

    NON FATEVI STRUMENTALIZZARE DA SOGNI DI GLORIA ANACRONISTICI...LA SPESA PUBBLICA VA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI

    Il TUTTI all'università perchè è un diritto, magare a scaldare solo gli scranni... non è più sostenibile. Aumenti delle tasse d'iscrizione portandole ai livelli europei. E poi andate a studiare invece di spaccare sempre i maroni. il governo si è appena insediato e pare che abbia un occhio di riguardo per voi e per il vostro collocamento in aree produttive, non fate i comunisti di 30 anni fa...

    Gustavo

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  2. Cosa vogliono questi giovani? Un lavoro pubblico? Un posto garantito? Le abbiamo già viste queste manfrine dal '68 in poi. Tutti a pretendere e pochi a lavorare davvero. Col risultato che adesso abbiamo uno stato in fallimento. Manifestanti assunti in enti pubblici e para-pubblici. Ex "rivoluzionari" e "contestatori" diventati maestri, professori, politici, dirigenti pubblici, portaborse, operai della manifattura, baby pensionati, ecc. ecc. ecc. Basta co' 'ste storie. Chi ha idee e capacità lavorative autonome le metta in gioco e al servizio del paese. Gli altri a lavorare nelle miniere cinesi.

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  3. oggigiorno, il presente ce lo si crea con le proprie mani a meno che non si è figli di bossi o di di pietro.

    Cari bamboccioni, cominciate a darvi da fare, che è ora... basta spaccare i maroni, protestare, incendiare, imbrattare e poi rifugiarsi nelle braccia di papà. Per fortuna, il caso è di oggi, che il primo rivoluzionario, della seconda repubblica, è stato condannato a scontare 3 anni... so che non ne farà nemmeno uno, ma è già un primo passo

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  4. I giovani vorrebbero soltanto un sistema equo in cui chi e' migliore va avanti. L'Italia non e' quel posto, e molti cervelli se ne vanno all'estero, sfido chiunque a dimostrare il contrario. Se n'è accorto anche qualche senatore, e oggi chiedeva al novo governo di mettere dei forti incentivi per farli ritornare. Stupidi... i buoi sono scappati e dubito fortemente che ritornino nella stalla... magari lo faranno pura, ma per fare il parlamentare!

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  5. La scuola pubblica si è un po' impoverita ed è giusto che le si dia il giusto e importante valore.

    Un bacione

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  6. Bamboccioni causa di ogni male...
    Volevo dire che sono pensionato, ho qualche bel soldino sul conto che mi permette di vivere anche lunghi periodi all' estero. E così sono un osservatore attento, e vedo che il bamboccione medio stà distruggendo il nostro pianeta.
    Già infante consuma in tre anni almeno 300 chili di pannolini megainquinanti, poi passa ad aboffarsi di maledetti pandorini, e dobbiamo capire che oramai l' Amazzonia è ridotta male, perchè la base dei pandorini è la soja, e i contadini fanno le "queinadas" (bruciate) , per guadagnare spazi agricoli e soldoni. Le montagne della Bolivia e del Perù sono oramai distrutte a causa delle miniere che sono ricche di litio e altri materiali atti a fornire i pad, i pod, i strunz, coi quali i nostri baldi giovani passano interi anni della loro vita oziosi e rimbambiti.

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  7. Vince, ancora oggigiorno, la scuola del sapere. Albert Einstein invece, parlando dell'educazione dei giovani, usava queste parole: «Essa dovrebbe sviluppare nei giovani quelle qualità e quelle capacità che rappresentano un valore per il benessere della comunità. Ma ciò non significa che l'individualità debba essere distrutta e che l'individuo debba diventare un semplice strumento della comunità, come un'ape o una formica. Una comunità di individui tutti eguali, senza originalità e senza mete personali sarebbe una povera comunità, senza possibilità di sviluppo. Al contrario, l'obiettivo deve essere l'educazione di individui che agiscano e pensino indipendentemente, i quali, tuttavia, vedano nel servizio della comunità il loro più alto problema di vita». Non è così, non lo è stato da noi dove negli anni bui, il '68, molti pretendevano il sei politico... quegli stessi che oggi ci dovrebbero forse governare; non gente preparata ma gente furba.

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