16.5.11

Chieti - Amarcord - Gli assegnini da collezione.

Vi ricordate le caramelle e i gettoni telefonici che i negozianti ci rifilavano al posto del resto? Per sopperire alla mancanza di moneta spicciola - nessuno ha mai saputo quale sia stata la vera causa - quasi tutte le banche emisero i cosiddetti miniassegni da 100 lire e 150 lire. Si disse allora che gli spiccioli li "aggiotavano" i cinesi per farne casse di orologio digitali!. Di questi assegnini, ci furono anche i soliti collezionisti che di questi pezzettini di carta, ne fecero una delle loro tante raccolte. Ma - ci informava un quotidiano di allora, con una foto che lo documentava - che tutto ciò non rappresentava una novità in senso assoluto. Pare che nel 1801, "il Magistrato Consolare di Trento, per sopperire alla mancanza di moneta spicciola di rame emettesse una cedola da Soldi Uno in data 25 agosto 1801. " I miniassegni di allora si chiamavano cedole ed erano da un soldo e da cinque soldi. Erano garantite dalla fede pubblica e il loro importo era depositato all'erario civico. Dopo un pò di tempo questi miniassegni velocemente scomparvero, dichiarati ormai "illegali", come erano apparsi, senza lasciare più traccia.
 
enio

3 commenti:

  1. per un periodo di tempo circolavano e noi li abbiamo dovuto usare... si èra ritornati in una situazione simile a quella del baratto...

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  2. @giardigno65

    Non furono neanche una novità in senso assoluto. I miniassegni ebbero un lontano parente anche nella Germania post prima guerra mondiale: i Notgeld. I metalli erano stati usati per la fabbricazione delle armi e non ne era rimasto per le zecche. Ogni città, piccola che fosse, iniziò a stampare biglietti di banca con valori minimi. In pratica 'non soldi', proprio come i mini-assegni.

    Da noi a metà degli anni '70 l'idea nacque da un'esigenza manifestata dalle associazioni dei commercianti, che fecero pressione sulle banche perché, vista la grave carenza di spiccioli, dare il resto era diventato un incubo. In quel periodo si usava di tutto, dalle caramelle alle penne, dai francobolli ai gettoni per arrivare quindi ai miniassegni.

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