Il centenario della Grande Guerra è una straordinaria occasione per riflettere sulla storia dell'Italia. Quello che si andrà a fare, nei prossimi anni, non sarà una celebrazione ma una commemorazione. I fronti di quel terribile conflitto devono sempre più diventare sentieri di convivenza tra popoli e culture, per passare davvero dalla guerra alla pace. Prima di tutto, quindi, una grande proposta di crescita culturale che trova nei giovani i primi, naturali interlocutori. Centenario significa anche apertura al mondo, soprattutto a quello mittel-europeo. Il centenario dunque non solo come opportunità formativa ma anche con prospettive occupazionali, individuando strategie operative di valorizzazione e fruizione dei patrimoni materiali della Grande Guerra presenti in Italia.
@enio
è utile ricordare che l'Italia ha fatto solo guerre da invasore...
RispondiEliminaCerto Corvo, il passato prossimo lo chiarisce. Ma "ha subito" anche molte guerre. Dimentichiamo Napoleone? Gli austriaci fino a Napoli? Gli Unni? Poi noi romani? Fatte e subite. La storia è questa.
EliminaLa Grande Guerra venne chiamata così nel ventennio (e cioè dai fascisti), mentre per la storiografia ufficiale si parla di I° Guerra Mondiale. I monumenti, e cioè i forti, le trincee, i camminamenti, i cimiteri, ecc. ecc., devono essere restaurati a monito delle future generazioni che non hanno vissuto sulla propria pelle questo evento bellico.
RispondiEliminaIn queste settimane, mentre ci si prepara alle celebrazioni del 1914-18, si e' parlato piu' volte di quella 'miccia' che diede il via a una reazione a catena tra Stati che poi porto' ai massacri nelle trincee della Francia, del Belgio e delle Alpi italiane. E la 'miccia' fu l'attentato all'arciduca Francesco Ferdinando d'Asburgo, ucciso a Sarajevo il 28 giugno 1914. L'ultimatum che l'Austria-Ungheria impose alla Serbia dopo la morte dell'erede al trono non venne accettato e cosi' Vienna diede il via alla guerra che provoco' 37 milioni di vittime tra morti e feriti.
RispondiEliminasulle montagne ai confini con l'Austria, stanno ristrutturando vecchi forti, trinceee e quant'altro facesse parte di quel periodo per sfruttare il tutto a scopo TURISTICO... a Rovereto c'è un intero castello dedicato all'esposizione di armi e quant'altro servisse per massacrare il nemico delle due grandi guerre mondiali e per istruire spaventando il turista gli chiedono un obolo di 8 euro... Ottengono 2 risultati, guadagnano dei soldi e dimostrano la stupidità umana applicata alla distruzione di un suo simile confermando che la STORIA non è , maestra di vita e non ci insegna niente.
Eliminapeccato non vi siano più quei bei conflitti di una volta che tanto saziavano gli spiriti belligeranti del bobbolo romano per espandere l'impero oltre i nostri colli, i nostri piccoli mari, gli oceani.
RispondiEliminaOggi bastano 4 carrette sgangherate che galleggiano appena per invadere una nazione e farla propria
tutto fa parte di un disegno perverso, conquistare, islamizzando l'occidente invadendolo pacificamente di profughi o presunti "tali"... ancora un pò e li andranno a prendre addiritytura in Libia, senza far loro pagare il biglietto li trasporteranno pacificamente in Europa "autoinvadendosi"...
Eliminacredo che possa offrire dei momenti di riflessione, oggi abbiamo un mercato unico europeo, per anni siamo stati est e ovest contro le grandi guerre hanno cambiato molto e tanto e oggi cosa rimane di quell'eredità? una bella proposta di riflessione
RispondiEliminaSperiamo di non commemorare con un replay....
RispondiEliminaIn ogni modo un'occasione per dire ancora una volta no alla guerra, per ripudiarla (come dice la Costituzione) come inutile mezzo di risoluzione delle controversie fra i popoli.
RispondiEliminaTemo che l'uomo non riuscirà mai ad evitare la guerra, magari di portata inferiore alla prima e alla seconda guerra mondiale, ma sempre col suo carico di dolore e di morte.
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