5.12.09

La Pista Inglese

Siete amanti come me di libri che parlano cercando di spiegare gli intrighi della storia, allora vi consiglio questo libro, come regalo di Natale, vi farete un bel regalo oppure regalerete a qualcun altro un libro molto interessante. Un libro, La Pista Inglese, su un mistero ancora insoluto su cui si è scritto di tutto, quello della morte di Benito Mussolini e Claretta Petacci, ma con un occhio alla pista inglese e alla «disinformazione» su quella complicata vicenda da parte dell'allora partito comunista. E´ quella che ci propone Luciano Garibaldi in «La pista inglese» con in appendice un saggio di Massimo Caprara. Intanto una ricostruzione puntuale di quel 28 aprile 1945, tra Dongo e Bonzanigo, con l´idea però che di quella giornata la «vulgata» ufficiale, quella dell´uccisione di Mussolini da parte del colonnello partigiano Valerio (il ragionier Walter Audisio) riveli troppe contraddizioni per essere ritenuta davvero attendibile. Quella che Garibaldi ci propone è la ricostruzione che vuole una vera e propria gara «tra comunisti e inglesi a chi arrivava prima ad ammazzare Mussolini» che, alla fine vinsero gli inglesi grazie a un loro agente infiltrato nelle file comuniste. Motivo di tanto interesse da parte inglese, quello personale di Churchill di salvaguardare il troppo compromettente carteggio con Mussolini su una loro intesa nel porre fine al massacro in occidente e di spostare il fronte contro il colosso comunista. Ma Luciano Garibaldi indaga anche su quella che fu definita The great Dongòs robbery (la grande rapina di Dongo) vale a dire quel tesoro della RSI (Repubblica Sociale Italiana) che come dice l´autore «non avrebbe mai raggiunto la sua naturale destinazione, la Banca d´Italia, bensì le casse del Pci». Quel tesoro che Garibaldi poi dimostra con molte fonti non era affatto formato dalla fedi nuziali donate alla patria nel ´35, ma probabilmente solo da preziosi che la polizia fascista aveva sottratto agli ebrei. Il tutto come dice l´autore perchè: «Mussolini si sarebbe proposto di trattare con gli Alleati usando valori ebraici come moneta di scambio per affermare l´autonomia della Repubblica Sociale dai tedeschi». Nel libro di Garibaldi c'è anche l´intervista dell´autore, a Urbano Lazzaro, nome di battaglia ´Bill´, già vicecommissario della 52ma Brigata Garibaldi. Alla domanda dell´autore di perchè tante menzogne su questa intricata vicenda, Lazzaro è esplicito: «Perchè Valerio non era Walter Audisio, bensì Luigi Longo, comandante generale delle «Brigate Garibaldi» e, a quell´epoca, numero due del Pci dopo Palmiro Togliatti. Egli, nell´ordinare le fucilazioni di Dongo, non eseguì affatto un ordine del Governo di Sua Maestà il Luogotenente, ma una disposizione interna del Pci».

Luciano Garibaldi, La pista inglese, Edizioni Ares
pp.239, euro15



3 commenti:

  1. libro storico....239 pagine di storia da leggere e capire.

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  2. Sarebbe bene sapere come effettivamente andarono le cose in quei giorni e da quelle parti.
    Lo sapremo mai?
    Ne dubito fortemente.

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  3. @il monticiano

    questo libro da una versione dei fatti e secondo me ci è andata molto vicino alla descrizione di quello che è avvenuto e perchè !
    Ho visto una ricostruzione di Minoli su RAI Story che era molto simile a quanto descritto nel libro...

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