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30.7.16

Chieti - Indagati 12 medici


Un pm di Chieti accusa dei primari molto noti e pediatri di mezzo Abruzzo, facendone i nomi e cognomi su un giornale locale:Il Centro, insieme a sette informatori scientifici di truffa. Sulla base delle indagini condotte dai Nas, ha ipotizzato per tutti il reato di corruzione: presunte tangenti in cambio della prescrizione di vitamine o latte in polvere di quattro aziende di farmaci per neonati. L'informatore medico scientifico, regalava un cellulare nuovo, finanziava il convegno del primario o la sua Onlus, e lui , prescriveva ai suoi piccoli pazienti i prodotti suggeriti. In totale i truffaldini indagati sono 19, ciascuno dei quali, dopo aver ricevuto dalla procura l’avviso di conclusione delle indagini, potrà farsi interrogare o presentare prove, testimoni o memorie a discarico, ed evitare la richiesta di rinvio a giudizio. E' come detto, la “scoperta dell’acqua calda”, cioè di un metodo truffaldino così diffuso da non fare immaginarne le conseguenze penali dell'atto. A noi mortali è difficile pensare che un luminare della medicina possa rovinarsi l’immagine, costruita in quarant’anni di professione, per un I-Pad, la promessa di una cena, o l’acquisto di 500 copie di un libro fresco di stampa, ma il pm ne è certo e porterà avanti le sue accuse. A noi non resta che vedere cosa succederà e se il pm riuscirà a sbattere qualcuno dentro.

@enio

26.5.15

Chieti - Insofferenti al glutine


I cereali devono il loro nome a Cerere, la dea romana dei campi, che secondo la leggenda, aveva insegnato agli uomini a coltivare il grano. La parola cereale non attiene alla terminologia botanica ma è un termine letterario che si riferisce a tutte le piante erbacee che producono frutti, i quali macinati, danno farina. Una farina per fame pane e altri cibi. I cereali in realtà appartengono alla grande famiglia delle graminace. Una di quelle  famiglie di piante che l'uomo ha addomesticato per suo uso e consumo. Le graminacee più importanti per uso alimentare sono il frumento, il Kamut, il farro, l'orzo, l'avena e la segale, tutti strettamente imparentati tra di loro e contenenti glutine, mentre riso, mais, miglio, e i cosiddetti pseudo-cereali come grano saraceno, quinoa e amaranto non contengono glutine. Il glutine rappresenta la componente proteica dei cereali ed è costituito da due proteine: la gliadina e la glutenina, la prima ha una forma rotondeggiante, la seconda di tipo filiforme. Lo scorrimento di queste due proteine l'una sull'altra determina l'elasticità dell'impasto, caratteristica fondamentale per avere una buona lievitazione. In altre parole, la morbidezza del pane, di una pizza o di una focaccia è determinata dal fatto che le bolle di anidride carbonica che si sviluppano in seguito all'azione dei lieviti, rimangono intrappolate nell'impasto grazie al glutine. Da un punto di vista evolutivo i cereali sono entrati nella nostra alimentazione in tempi estremamente recenti, tanto che non tutti ci siamo adattati a questi alimenti «nuovi>. L'intolleranza al glutine e la reazione di tipo autoimmune determinata da tale sostanza nel nostro corpo, che causa un appiattimento dei villi intestinali, è nota con il nome di celiachia. Oggi sappiamo che circa l'l % della popolazione è intollerante al glutine. In Italia il numero dei celiaci dovrebbe ammontare a circa 600.000 unità. In realtà, in Italia ci sono circa 175.000 celiaci diagnosticati, dunque per ogni persona a cui tale malattia è stata riconosciuta, ce ne sono almeno 4-5 che non sanno di esserlo. Molte volte negli adulti non sono presenti i classici sintomi di tale malattia che riscontriamo nei bambini, quali: diarrea, dolori addominali, ritardo di accrescimento o perdita di peso. Spesso negli adulti l'intolleranza al grano è del tutto asintomatica oppure si manifesta con sintomi poco riconducibili all'alimentazione, quali: un'anemia importante, una dermatite, afte in bocca, affaticamento, per giungere talvolta a irregolarità mestruali, sterilità o facile abortività. Talvolta la celiachia si associa ad altre malattie autoimmuni, come la tiroidite, l'artrite reumatoide, la fibromialgia, o il diabete di I° tipo. L'unica possibilità di cura, per evitare ulteriori complicanze, è l'astensione assoluta dai prodotti contenenti glutine. Negli ultimi dieci anni sta emergendo un fatto nuovo, un sempre maggior numero di persone afferma di sentirsi decisamente meglio quando non assume alimenti contenenti glutine. Secondo studi rècenti, in effetti, circa un 5% della popolazione soffre di «gluten-sensitivity», che potrémmo tradurre con una «ipersensibilità al glutine». Fino a pochi anni fa i gastroenterologi tendevano a liquidare numerose forme di disturbi digestivi o intestinali come un problema di «colon irritabile», spesso su base emotiva. Oggi si ipotizza che sia forse la gliadina, una delle due componenti del glutine, che irrita l'apparato digerente. Nella pratica clinica i casi d'ipersensibilità al glutine, sono in aumento esponenziale ed in molti casi l'unica possibilità di fare diagnosi non può che procedere con una dieta d'esclusione. Spesso bastano un paio di settimane con dieta priva di glutine perché il paziente avverta un rapido ritorno al benessere. Che il consumo di alimenti gluten-free stia aumentando in maniera esponenziale lo conferma il fatto che, mentre una volta questi prodotti erano relegati in farmacia, oggi interi scaffali di supermercati hanno in bella mostra. alimenti senza glutine. La conferma dell'aumento deciso del consumo di prodotti senza glutine ci arriva dall'Istat, che ha deciso di inserire nel suo «paniere» 2015 anche la pasta senza glutine, tra i cibi usati come indicatori dell'inflazione. Questo moltiplicarsi di vendite di questi prodotti, ancora carissimi sul mercato italiano,testimonia il fatto che il problema dell'ipersensibilità al glutine è un problema reale perché la gente è disposta a spendere molto pur di star meglio, non solo in termini economici ma anche personali perché un'alimentazione priva di glutine limita talvolta anche la vita sociale di chi la segue. A questo punto sorge inevitabilmente una domanda: perchè negli ultimi 10 anni questo problema è esploso in maniera così eclatante? Come stanno cambiando le farine tratte dal frumento? Sarà forse perché, pur di avere pane e prodotti da forno sempre più soffici abbiamo selezionato varietà di frumento più ricche di glutine? Che, cos'altro stanno cambiando?

@enio

18.5.15

Chieti - Alzheimer, contro paure e pregiudizi


L'Alzheimer in questi ultimi anni, con l'allungarsi della vita, è diventata la malattia dei nostri "vecchi" e diverse famiglie ne fanno prima o poi la conoscenza.Vergogna, paura, disorientamento; un mondo che all'improvviso ti crolla addosso. Solitudine, impotenza, rassegnazione. Ma anche voglia di reagire, di combattere, di non arrendersi a un destino che appare ineluttabile. Ecco cosa succede quando il «signor Alzheimer» bussa alla nostra porta. Il «signor Alzheimer» è oggigiorno la causa più frequente di demenza nelle persone anziane. Dunque, bussa spesso. E non è facile affrontarlo. Non sempre si dispone degli strumenti giusti. Le strutture sanitarie dedicate a questa patologia sono rare, quando non del tutto assenti. Eppure... eppure c’è chi cerca strade nuove, alternative, sfruttando le potenzialità delle nuove tecnologie e dei social network per organizzare reti di protezione, di aiuto reciproco, di sostegno, di scambio di esperienze e conoscenze, di pratiche o semplicemente di emozioni. Attualmente non esiste una terapia risolutiva per questa malattia, che è inesorabilmente progressiva. Esistono farmaci in grado di alleviare i sintomi cognitivi, di ritardare il decadimento funzionale e migliorare la qualità della vita. Nel corso del tempo sono stati proposti numerosi interventi terapeutici di tipo non farmacologico (stimolazione delle risorse mnesiche residue, recupero di esperienze emotivamente piacevoli, ricerca di contatti emotivi con la realtà del paziente, interventi comportamentali ambientali, terapia occupazionale, musicoterapica, aromaterapia, fototerapia …). Io ho la mia mamma, 89 nove anni compiuti a febbraio, in questa situazione, che si è verificata all'improvviso e attualmente stiamo cercando di tenerla con noi a casa, tramite la fattiva collaborazione di mia sorella, che in primis se ne è fatta carico e l'affetto di tutti i famigliari. Di questa malattia in Italia sono ammalate attualmente 600.000 persone. Ad esserne colpite sono in particolar modo donne, ma anche uomini. Sta ormai diventando la malattia del secolo. Le strutture sono poche, i posti disponibili nei centri Alzheimer sono troppo pochi rispetto alla richiesta e alle reali necessità; sono moltissimi i caregivers che si prendono cura autonomamente o con l’aiuto di badanti dei propri cari e sopratutto i costi sono altissimi.

@nonnoenio

16.1.15

Chieti - In Italia torna la paura dell'influenza suina


Torna la paura dell'influenza suina, dopo l'epidemia del 2009. L'ultimo caso è quello di una donna di 60 anni, morta nelle scorse ore all'ospedale di Feltre dove era stata ricoverata in condizioni fisiche già preoccupanti. L'azienda sanitaria feltrina ha confermato che la donna era stata contagiata dal virus H1N1. E nello stesso ospedale ci sono altri cinque pazienti con lo stesso tipo di virus influenzale: 3 sono ricoverati in rianimazione, 1 in pneumologia e 1 in geriatria. Altri due pazienti sono stati ricoverati all'ospedale di Belluno, mentre a Padova - nei giorni scorsi - è morta una donna di 65 anni e attualmente è ricoverata un'infermiera trentenne. E intanto negli ospedali interessati cresce la preoccupazione degli operatori sanitari, nonostante vengano adottate procedure per limitare il rischio di contagio.E' un fenomeno locale o è l'inizio di una pandemia???

@enio

26.4.14

Chieti - Chi fa la fame 'guarisce' dal diabete


Giorni addietro sono stato mandato dal mio dottore, come ogni anno, a fare le analisi del sangue, sopratutto a causa del fatto che in questi mesi, sono aumentato di peso, 92 chilogrammi e sono andato ben oltre il mio peso standard di 82 chilogrammi. Nel leggere i risultati, mi ha comunicato che avevo il diabete di tipo 2. Alla mia domanda su come si curasse, mi ha risposto che oggi chi fa la fame 'guarisce' dal diabete. Io pensavo che scherzasse, ma lui mi ha detto che è stato fatto un esperimento scientifico e non una terapia, con  una dieta 'draconiana' da 600 calorie al giorno (meno di un terzo del fabbisogno giornaliero normale) seguita per tre mesi sotto attento controllo medico, può far regredire il diabete di tipo 2. Lo studio - effettuato su un campione di 11 volontari con diabete di tipo 2, diagnosticato da meno di 4 anni - ha richiesto un vero 'sciopero della fame': per due mesi i soggetti hanno mangiato verdura e liquidi senza zucchero. Già dopo una settimana, i livelli di glicemia a digiuno erano tornati ai livelli normali. Tre mesi dopo la fine dell'esperimento 7 degli 11 partecipanti mantenevano glicemie nella norma. "L'esperimento voleva solo confermare l'ipotesi che, riducendo in modo sostanziale il peso, il diabete può regredire" ha affermato Roy Taylor, direttore del Magnetic Resonance Centre alla Newcastle University, secondo il quale l'effetto è ottenuto tramite una riduzione dei livelli di grasso presenti nel pancreas. Il dato verifica in modo scientifico i ricordi dei medici, che lavoravano durante le fasi più dure della seconda guerra mondiale, i quali avevano notato una sostanziale riduzione dei nuovi casi di diabete e delle complicanze nelle fasi di maggiore restrizione alimentare nella popolazione. Ora, non ho scuse, non mi resta che dimagrire sperando che i miei livelli di glicemia si abbassino.

@enio

6.12.13

Chieti - L'infarto di dieci anni fa


L’infarto è di solito preannunciato da sintomi ben precisi. Su tutti, il dolore al petto, ma anche il senso di forte oppressione sul torace, il capogiro, la sudorazione fredda, nausea, vomito… Ma è anche vero che ci sono casi in cui si presenta senza preavviso. Oppure dopo aver dato segnali così apparentemente innocui, da risultare indecifrabili alla maggior parte delle persone. Se poi si pensa che circa il 20% dei pazienti di infarto non hanno avvertito alcun sintomo, prima dell’evento, si capisce quanto complicato sia individuare con certezza le spie di un infarto del miocardio in arrivo.Quest'anno ricorre il decennale del mio INFARTO. Io me la sono cercata, fumavo come una bestia un paio di pacchetti di sigarette, avevo un lavoro, in laboratorio analisi, che mi procurava stress, avevo il colesterolo a 200, i trigliceridi border line e infine avevo messo qualche chiletto di troppo e zac... un giorno mi hanno dovuto portare all'ospedale.Se ci metti che la fortuna è cieca e la sfiga ci vede benissimo, nell'attesa dei 2 baypass, mi hanno detto che la mia valvola aortica era allo stremo e che nescessitavo di sostituzione immediata della stessa, vi renderete conto di come mi sentissi io in quei giorni. Giorni tremendi in quanto da notizie di TV, si stavano ritirando tutte le valvole "brasiliane" in circolazione i Italia e arrestando i primari dell'ospedale di Padova e quello delle Molinette di Torino e avrete il quadro completo di come mi sentissi durante il tragitto dal reparto alla sala operatoria.Comunque tutto e andato bene e dopo 10 anni sono qui a raccontarvela. Ho ripreso una vita normale e adesso faccio anche qualche partitella a tennis, il doppio.La "valvola" aortica è una "Sorin" costruita dalla Fiat su licenza di una ditta americana.Unico in conveniente che devo controllare il mio PT ogni 15 giorni per fare il fine tuning nell'assunzione giornaliera di una compressa o parte di essa, di Coumadin.

@enio

5.9.12

Chieti Test d'ammissione. 1 su 8 ce la fa.



Caccia aperta al «camice bianco». Migliaia di neodiplomati si sono cimentati ieri in tutta Italia con i test d'ammissione alle facoltà statali di Medicina e Odontoiatria. I posti disponibili sono circa 11.000 e se li sono contesi in 77 mila, dunque solo un concorrente su 8 riuscirà a conquistare l'immatricolazione. Con l'avvio della stagione dei test si è riaperta la polemica sull'opportunità di mantenere il numero chiuso per alcuni corsi di laurea. In tutta Italia le associazioni studentesche hanno organizzato flash-mob e contestazioni per richiedere «l'eliminazione di ogni barriera all'accesso».Quanto agli argomenti proposti ai candidati hanno spaziato dallo spread alla data di costruzione del muro di Berlino. Tra le domande un quesito sul calcolo dell'Imu, la richiesta di mettere in ordine cronologico i premi Nobel per la letteratura italiani, da Fo a Pirandello, un quiz su Pascoli a partire dalla data della morte del padre. Molti i calcoli da fare per «fisica». La selezione 2012 sembra comunque assecondare l'adagio «non è mai troppo tardi»: a Napoli ha sostenuto la prova nella sede dell'Università Federico II di Monte Sant'Angelo a Fuorigrotta, anche un sessantatreenne; a Torino il più vecchio aspirante medico ha 57 anni (il più giovane 18); candidato 50enne pure a Bologna e 56enne tra i 1.800 aspiranti medici che si sono sottoposti ai test per l'ammissione alla Facoltà di Medicina e chirurgia dell'Università Magna Grecia di Catanzaro. A la Sapienza si è seduto dietro il banco addirittura un aspirante studente di 67 anni.

enio

2.4.10

Eiaculazione Precoce



A ottobre dell'anno scorso ho partecipato, per conto della mia ex azienda, in qualità di consulente sul farmaco, a un Congresso, nella città di Rimini su un prodotto innovativo, utilizzato per contrastare al bisogno, l'eiaculazione precoce. Si tratta di un problema, l'eiaculazione precoce, secondo le cifre fornite al suddetto congresso, che interesserebbe il 20% dei maschi adulti italiani. "L'eiaculazione precoce causa stress, disagio, imbarazzo, frustrazione, ansia, scarsa autostima, rabbia, insoddisfazione sessuale e difficoltà nel rapporto di coppia - ha spiegato il Professor Vincenzo Mirone, presidente della Società Italiana di Urologia - e non può essere sottovalutato. È necessario che i pazienti comprendano che non ci si deve colpevolizzare; la soluzione ora esiste, è un problema risolvibile". Il farmaco, a base di dapoxetina, agisce sui livelli di serotonina, un neurotrasmettitore che controlla l'eiaculazione e la risposta sessuale maschile. "Studi recenti hanno messo in luce l'associazione tra eiaculazione precoce e ridotti livelli di serotonina - ha spiegato ancora Mirone -. Pertanto, un aumento di serotonina a livello del sistema nervoso centrale è in grado di inibire l'eiaculazione ritardandola". "Per la gran parte degli uomini - ha concluso Mirone - l'Ep è un problema taciuto. Non lo condividono con la partner nè tanto meno con lo specialista. Questo farmaco ora consente di avere un efficace strumento per aiutare i maschi italiani a parlare del problema".