16.7.12

Chieti - Gli artigiani della Settimana Mozartiana


Il sarto…antico e nobile mestiere oggi abbandonato. Il lavoro si svolgeva in una tradizionale piccola bottega artigiana. Gli arnesi per questo mestiere erano: Il filo, l’ago, il ditale, le forbici, l’immancabile macchina da cucire, il ferro da stiro… Un’arte, una professione. Per diventare un professionista del mestiere del sarto bisogna avere delle doti che si possono acquisire, ma meglio se innate.
    Sensibilità e gusto estetico;
    Abilità manuale;
    Inventiva e attenzione al mutare dei gusti e delle mode;
    Curiosità e disponibilità alle innovazioni;
    Cura e interesse per il cliente.
    La scelta accurata e sapiente nello stabilire il tipo di tessuto adatto ad ogni persona.

Il sarto era il responsabile unico della sua attività “pluri impegnativa”: L’architettura, il disegno, il taglio, l’imbastitura, la prova…per poi arrivare alla finitura… A Chieti, il programma della Settimana Mozartiana, ha previsto in programma “ la vestizione della dama.” In Largo Vico Mercatello, meglio conosciuto come “Piazzetta Liberi…”, è stato montato il salotto numero cinque dove ogni sera ha previsto questo evento. Una preparazione meticolosa del salotto con l’arredo che ricorda la seconda metà del XVIII secolo, durante la vita e il regno di Maria Antonia Giuseppa Giovanna d'Asburgo-Lorena, nota come Maria Antonietta (Vienna, 2 novembre 1755 – Parigi, 16 ottobre 1793). Fu regina e sposa di Luigi XVI dal 10 maggio 1774 al 21 settembre 1792 .Maria Antonietta ebbe un ruolo molto importante al suo tempo come icona di bellezza, stile e moda. Ammirata dai suoi contemporanei, fu considerata una delle più belle donne del XVIII secolo. Il suo gusto per gli abiti e le acconciature faceva eco nell'intera Europa e quando Maria Antonietta seguiva una nuova moda, tutte le altre dame la imitavano. …. Processata sommariamente e giudicata colpevole di alto tradimento dal Tribunale rivoluzionario, seppur senza prove tangibili,  terminò la sua vita con dignità, sulla ghigliottina. Sotto una facciata di frivolezza ed allegria, la regina celava la malinconia di una donna frustrata e insoddisfatta. In questo periodo, sentì la necessità di immergersi ulteriormente in costosi diversivi, quali i carissimi ed enormi abiti della modista Rose Bertin, le colossali acconciature di Léonard . In questo salotto si è rievocato la vestizione di Maria Antonietta. Un giovane, Nicola Trotta, 28enne originario di Pescara, diplomato presso l’Accademia Italiana in costumi Teatrali a Roma, che collabora con il Teatro Marrucino in occasione degli allestimenti delle opere liriche, ha realizzato abiti per le dame e per Maria Antonietta. Dalla fotografia degli abiti del periodo storico al quale si riferisce, crea il costume.Inizia con lo studio della storia del costume, lo stile, poi la ricerca del tessuto, quindi disegna l’abito. Come periodo storico preferisce il tardo risorgimento e la rivoluzione francese. A questo punto, prende l’ago e il filo ed inizia a confezionare il costume. La vestizione inizia con la modella che calza le scarpe, quindi si passa alla pettinatura. Sui capelli si spolvera cipria finissima, un paio di ferma capelli, il frontino. La modella si toglie la vestaglia. Indossa il busto, le volute, sottogonna, guardinfante, (Struttura per rendere ampie le gonne chiamate anche"paniers", letteralmente cesti). Termina la vestizione indossando l’abito e quindi con le sue dame passeggia per il corso. Maria Antonietta indossava anche molti gioielli. I fratelli Rossi, gioiellieri, artigiani del metallo prezioso,sono stati gli unici sponsor a versare soldi per la manifestazione. Silvano ha realizzato una medaglia con le consonanti ” S-M”…Sua Maestà o Settimana Mozartiana. Ogni dama indossa questo gioiello. La geometria del ciondolo è proposta negli “ stilemi” o caratteristiche del 18 secolo. Salvatore ha realizzato in metallo nobile la ricchezza calligrafica del tratto. La EMME schematizza il costume proposto: le spalle-i fianchi- la scollatura a cuore-la coda del vestito.  La ESSE schematizza oltre l’iniziale di Silvano, anche la Chiave di violino, impreziosito di diamanti neri e bianchi. Per il giro collo ha ideato varie proposte, dal classico collier di perle, al collier semplice di diversi colori. Molto provocatorio ed esorcizzante il collier di raso rosso sangue come messaggio per la morte di Maria Antonietta sulla ghigliottina. Per la realizzazione del salotto, utile ed encomiabile il lavoro di Rita Liberi con l’addobbo delle vetrine, per i pizzi, la creatività, e di Annalucia Tacconelli, ideatrice del salotto, collaboratrice occasionale del Teatro Marrucino nelle rappresentazioni operistiche. Per concludere “saporitamente” il quadro, il pubblico ha gustato i confetti e gli amaretti offerti dal negozio “  Manufattura Teate”.



Scritto da: Luciano Pellegrini



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1 commento:

  1. bellissima l'idea di fare sfilare tutte le damigelle vestite con vesti ti d'epoca e geniale la descrizione degli abiti singolarmente. Impressionante la bravura del "sarto" , tra l'altro giovanissimo, un autentico "genietto".

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