6.7.12

Federer, grandioso no, monumentale


Bravo, bravo, bravo. Non è mai stato facile trovare parole per Roger Federer e, dopo la sfida di oggi, lo è ancora meno. Potrebbero parlare i numeri allora: 8 finali a Wimbledon, la possibilità di tornare leader della classifica ATP all'età di 31 anni e raggiungere Pete Sampras come recordman assoluto di tutti i tempi (286 settimane numero 1 al mondo) ma, comunque, anche con tutto questo, non renderemmo l'idea.Roger Federer, ha giocato oggi una partita pazzesca per intensità ma soprattutto testa e qualità di tennis. Il primo set ne è un esempio lampante da questo punto di vista. Federer, infatti, è consapevole dell'impossibilità di fare gara di corsa contro un Djokovic che dal fondo e decisamente più potente e, per tutto il primo set, decide quindi di rendersi ingiocabile al servizio: 24 minuti, percentuale di prime messe in campo pari alla quota 75 (3 su 4 in poche parole) e una qualità al servizio più vicino a quella di una macchina che di un essere umano per un 6-3 che lascia poco spazio ad ulteriori commenti. Dall'altra parte però, giusto dirlo e sottolinearlo, c'è un ragazzo che da un anno a questa parte è il numero 1 del mondo e fare da comparsa, quando si raggiunge il trono, non è mai carino. Ecco quindi che Djokovic, nel secondo set, capisce che deve accelerare e trovare maggiore profondità tutte quelle volte che Federer non trova le linee al servizio. In una parola: deve giocare il tennis che nel 2011 lo portò ad essere quasi imbattibile. E il serbo ci riesce, complice sì uno svizzero che subisce un calo con la prima palla (da 75% a 57%), ma anche e soprattutto grazie a quell'aggressività che obbliga Federer a una corsa lungo la linea di fondo cui non è più abituato. Il serbo trova quindi il break subito in avvio e lo gestisce fino alla fine del set: 6-3 e situazione in perfetto equilibrio. Insomma, nell'equilibrio che tutto sommato continua a reggere è evidente che ci sia bisogno di un episodio, di una giocata che faccia saltare il banco. E il colpo di scena, puntualmente, arriva: Federer salva la prima - e unica - palla break nel nono game e si porta sul 5-4, Djokovic va al servizio e sotto 15-30, dopo aver dominato lo scambio, tira lungo un facile smash a rete. Bingo. Federer sfrutta la seconda palla set, chiude 6-4, e lascia Djokovic in balia dei fantasmi.Il terzo set se n'è andato in cascina, naturalmente di Federer. Nemmeno il tempo di cominciare il quarto set e il serbo è già sotto 3-0, concedendo immediatamente a Federer un facile break "a quindici". Federer capisce che la tattica ha funzionato, continua a servire bene, si procura altre 3 palle break ma non riesce a sfruttarle grazie anche - giusto dirlo - all'orgoglio di un numero uno ferito. Il set si trascina quindi fino al 5-3, Djokovic ci prova ancora, per l'ultima volta, rispondendo a tutto braccio e cercando immeditamente dei vincenti. Non basta. Lo sforzo del ragazzo di Belgrado si ferma "a trenta" e Federer, tanto per cambiare, chiude con una prima vincete. Lo svizzero, per l'ottava volta (come lui, nessuno mai), torna in finale a Wimbledon e domenica cercherà per l'ennesima volta di aggiornare il libro dei record raggiungendo Pete Sampras. Tsonga o Murray sono avvisati.

2 commenti:

  1. sarà senz'altro una bella finale Federer contro l'idolo di casa

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  2. E' una storia senza fine quella tra Roger Federer e il libro dei record del tennis. Lo svizzero, dopo aver superato Andy Murray nella finale di Wimbledon con il punteggio di 4-6, 7-5, 6-3, 6-4, ha riscritto per l'ennesima volta la pagina dei primati eguagliando - con 7 titoli sull'erba londinese - un mito come Pete Sampras e tornando, a trent'anni, numero uno della classifica ATP (ritoccando anche qui sempre un record di Sampras: 286 settimane in vetta davanti a tutti).

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