2.10.12

Chieti - Serve oggi laurearsi per forza ?


Fornero si è ieri chiaramente espressa sulla necessità che oggigiorno i nostri ragazzi hanno di prendersi una laurea a tutti i costi, pur di avere un "pezzo di carta" che conti e li qualifichi nella società. "In un mercato aperto come quello europeo laurearsi per laurearsi serve a poco. Se ci si laurea male si hanno competenze modeste, che portano poco lontano, meglio non inseguire il titolo per essere dottori per forza. Meglio avere una formazione tecnica spendibile". Lo ha affermato il ministro del Lavoro Elsa Fornero alla cerimonia di premiazione degli studenti eccellenti degli atenei torinesi. "C'è un percorso da fare - ha aggiunto - perché abbiamo svilito la formazione tecnica e professionale e indotto tutti a pensare che se uno non frequenta l'università e fa una scuola professionale vale meno di un dottore. Non è cosi", abbiamo bisogno di ridare dignità al lavoro operaio e tecnico. Un Paese non può pensare che il lavoro operaio sia socialmente meno valido. Un percorso di studio che valorizza il merito capisce le attitudini personali e le valorizza senza sppiattire tutti in una realtà di scarsa soddisfazione e scarso reddito".Io condivido il pensiero del ministro.Ho avuto il mio "pezzetto" di, il diploma all'ITIS di Chieti: perito chimico e sul lavoro mi son sempre impegnato, e ho sempre cercato di migliorare negli anni. Amici miei, mentre io lavoravo in un laboratorio analisi farmaceutico, laureati fuori corso, si lamentavano perchè loro a 26/27 anni, alle prime esperienze, prendevano meno di me. La differenza la faceva l'applicazione non la laurea. Io poi la laurea in Sociologia l'abolirei in toto. Lì prendono la laurea, tutti, con voti massimi, danno il pezzo di carta anche ai sassi. Questa laurea non da nessuna formazione per un lavoro sicuro e immediato. Lettere si potrebbe ridurre ad un decimo il numero degli immatricolati. E se uno ci mette più di 5 anni (e non è lavoratore) via o pagare le tasse da scoraggiarli a rimanere lì in parcheggio in "eterno" e nel frattempo che si alureano, vadano a lavorare e si prendano una specializzazione.Io mi ricordo che le uniche spese che ricadevano sulla mia famiglia erano le tasse, per tutto il resto provvedevo io con le ripetizioni e i lavoretti più disparati, poi il posto fisso. La laurea mi è servita solo per fregiarmi del titolo di Doc, ma il lavoro è rimasto lo stesso per 42 anni filati, mi piaceva...

enio

11 commenti:

  1. Io mi sono laureata facendo la pendolare, acqua, vento, sole, file, posti in piedi. sono andata fuori corso, alternavo gli studi alle faccende domestiche (!) dato che mia madre lavorava e quando mio padre ha perso il lavoro ho continuato a pagare le tasse, dato che il fatto di avere una casa di proprietà in Italia è considerato un appannaggio degno di faraoni.
    Se ne andassero a fare un bagno 'sti tecnici!

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  2. Ciao Enio e buon pomeriggio! La ministra che piange, come al solito, predica bene e razzola male!

    Intanto, "in un mercato aperto come quello europeo", se invece di continuare a mortificare le strutture scolastiche con tagli che sviliscono solamente la funzione educativa e didattica delle stesse, cercassero di rendere l'istruzione scolastica degna di questa definizione, forse tireremmo fuori "degni laureati" invece di perfetti ignoranti... con la laurea!

    Poi, se invece di continuare a mortificare il mondo del lavoro e quelle "competenze tecniche e professionalli" di cui parla, proprio lei ed il suo predecessore sacconi ci si sono messi d'impegno, provassero a rendere appetibile anche un lavoro meno "edificante" di quello eventualmente ottenibile con una laurea, forse non ci sarebbe la corsa al pezzo di carta!

    Certi sapientoni che decidono di pontificare sull'aria fritta, perché non vanno a lavorare in cantiere come manovali, per esempio?

    Infine, certi discorsi della ministra piangente, lasciano il tempo che trovano quando ci si confronta con la realtà. E la realtà è che oggi anche chi ottiene una laurea con il massimo del profitto, anche chi ha effettive eccellenti capacità, in questo Paese di merda non ha occasioni, opportunità, sbocchi professionali.

    La ricerca è nulla, innovazione e sviluppo neanche a parlarne. Quindi, anche un degnissimo e stimabilissimo laureato, o se ne va da questo Paese oppure lavora in un call center a contratto stagionale!

    Solo per inciso: non dimentichiamo che studiare significa acquisire "cultura". Poca o tanta che sia, sempre di cultura parliamo! A questi signori, invece, fa comodo un popolo che non ha "cultura" perché, e non dico nulla di inedito, il sapere porta alla consapevolezza.

    Tradotto: meglio un popolo di ignoranti da manovrare a piacimento (come già è) che individui consapevoli che ti si ribellano contro!!!

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  3. Il ministro del lavoro è similabile ai rappresentanti della chiesa cattolica del passato. Predicavano il digiuno e loro si abbuffavano. Vedere le pinacoteche, sicuramente non sarò smentito. Vescovi e cardinali tutti abbondantemente pesavano oltre il quintale, i contadini erano quasi trasparenti. Si e no questi arrivavano ai 50 Kg.

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  4. Che bello un mondo dove tutti muovono dalla stessa linea di partenza e grazie a doti intelletive,idee chiare, di carattere eperdisposizione ecc, arrivano dove vogliono arrivare. Ma la realtà non è cosi e ci troviamo con delle patacche, neo posti chiave e questa purtroppo è una della cause della situazione da latrina in cui ci troviamo. Certo è, che ci vogliono tutti un pò più ignoranti per poter poi comandarci ancor di più, in un clima di servilismo medievale. In ogni caso, io ritengo che un uomo senza cultura e istruzione, rimane sempre un "por om" magari con due soldi in banca e la fuoriserie in garage, per occutarla al fisco, di uno stato rapace e molto poco credibile capace per lo piu di sfornare circolari contorte scritte da dementi con lo scopo di rendere il popolino succube delle burocrazie . Basti pensare quanto ci ha rubato in questi ultimi anni, 10 miliardi di INPs non versate per i dipendenti pubblici che a causa dell'ammanco rischiano di mandare in malora tutto il sistema pensionistico italiano. Provate voi a non pagare i contributi, ti fanno chiudere l'azienda o ti comminano una multa tale, con sovrattassa, da farti passare la voglia di lavorare più. Con leggi chiare, come nei paesi evoluti (10° al mondo) il palco dei culi di pietra crollerebbe di colpo.

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  5. Finalmente qualcuno di peso ha il coraggio di esprimere ad alta voce un dato di fatto che da troppo anni squilibria il mercato del lavoro

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  6. probabilmente ci fossero più scuole professionali di buon livello e collegate al mondo del lavoro tramite qualche mese di pratica, come avviene in Svizzera (pratica perfino retribuita!), e se il lavoro tecnico e manuale fosse più valutato al pari di quello diciamo intellettuale, una parte dei ragazzi sarebbe probabilmente più invogliata a fare quella scelta!
    Concordo con Lorenzo che la laurea rappresenta il famoso pezzo di carta necessario in tanti concorsi e ovviamente ad intrufolarsi nello studio di qualche politico più o meno potentato.
    Ma quanto cambieremo?? ciao

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    1. Magari, è meglio ricordare a te e Lorenzo che i "concorsi" in generale, prevedono che anche il "titolo" abbia un punteggio! Quindi, è ovvio che si cerca di aumentare il proprio, anche con quello.

      Se, poi, vi riferite ai "concorsi pubbici", vi ricordo che sono scomparsi da almeno una quindicina di anni e che, quei pochi svolti, sono in polizia, nelle guardie carcerarie o nell'esercito! Francamente, non mi pare esaltante come prospettiva, per una che ha cercato di laurearsi! Scomparsi i concorsi negli altri settori statali, regionali, provinciali e comunali dove, invece, impazza il lavoro interinale, a contratto, a tempo. Si, i precari per intenderci. Sentito mai parlare dei precari della scuola o della sanità? Ci sono, tuttavia, anche nei vigili del fuoco, ai beni culturali, all'agenzia delle entrate e pure al ministero dell'interno.

      Quindi, scordatevi che una laurea è utile per diventare, oggi, uno "statale"!!! Che, poi, neanche noi che lo siamo abbiamo più un contratto da "pubblici" ma, come nel privato, siamo dei "contrattualizzati", con licenziamento, cassa integrazione e mobilità!

      Infatti, vogliono licenziarci e, per il momento, ci hanno fottuto la pensione (come a tutti) e fino al 2014 non ci rinnovano i contratti, rimasti fermi al valore economico del 2010 (che significa niente aumenti, nonostante aumenti il costo della vita).

      Perché, la butto là come proposta, non la finiamo di fare la guerra tra poveri e ci concentriamo sulle cose serie? Capisco Lorenzo... ma pure condividere dai!!!!!!

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  7. Il livello medio della nostra "casta dirigente" e' cosi basso che per riuscire a giustificare la propria esistenza deve far si che il livello culturale generale debba necessariamente essere ulteriormente ridotto. Trent'anni di berlusconismo hanno comunque gia' sortito questo effetto sull'italiota medio. Saluti d'oltreoceano.

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  8. hè, ma così tu non vuoi dare una scianza anche a quei giovani che non portati per il lavoro manuale, nè per lauree tecniche, scelgono una delle centinaia di lauree che tanto arricchiscono il laureificio tajano.
    Poverelli, se perdono i migliori anni della loro vita senza prima aver fatto un'indagine di mercato sulle opportunità che poi il pezzo di carta offre (senza raccomandazioni), perchè pensano che tutti i filosofi poi diventino di buttiglioni o i sociologhi degli anchor man o ricchi pennivendoli.
    Beh, ti dico che ognuno è artefice di se stesso, come l'ho sempre spiegato vanamente ai miei figli, aggiungendo a loro il fatto economico, perchè se mi fai buttare tonnellate di soldi per mantenerti nei tuoi studi idioti, poi non venire a chiedere altri soldi per poterti aprire, che so' io una pizzeria a taglio, una gelateria, un parrucchiere od un centro di bellezza, perchè matematicamente i soldi son finiti.

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  9. Ciao, come stai? Che carino tuo blog me piace molto.
    Io o cominciato a scrivere su blog da poco , volevo che quando tu ai tempo passi li e poi me lo dica cosa pensi.

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    Un grande bacio!

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