11.6.13

Chieti - Gli italiani sono stufi di elezioni e non vanno più a votare


Non era mai successo che meno della metà degli italiani andasse alle urne domenica per il ballottaggio. Anche a Roma, nella capitale, la città più importante d'Italia, solo il 32% degli elettori ha esercitato il diritto dovere di scegliere il proprio sindaco nella prima giornata, una percentuale salita solo fino a 45%, nel suo dato finale. Sia a livello nazionale che locale, il messaggio che viene fatto passare sembrerebbe essere uno solo: stanchezza e disaffezione. Il politologo,che solitamente ha la vista più lunga degli altri, vede la situazione in modo ancora più scura. «È più di una disaffezione. Siamo di fronte a un comportamento di massa che mette in discussione la stessa legittimità dei partiti. È il risultato di un lungo processo di degenerazione della politica. Nelle ultime elezioni nazionali di febbraio, il malessere è stato incanalato in parte verso il Movimento 5 stelle. Tuttavia. dopo aver visto cosa ha fatto - o meglio cosa non ha fatto - il partito di Grillo, dopo la patetica discussione sulla diaria, dopo aver visto 160 parlamentari incapaci di svolgere una qualsiasi azione per dare stabilità al Paese, è evidente che il malessere doveva prendere altre forme. Oggi è il rifiuto alle elezioni. Non vorrei che in futuro si dovesse prendere la strada della rivolta aperta al sistema politico». Insoma la gente ne ha piene le tasche di questi loschi figuri che si alternano alla guida del nostro paese e oggi dei nostri comuni, senza voler o poter mai fare niente per allontanarci dalla crisi in cui siamo di nuovo sprofondati.

@enio

10 commenti:

  1. la cosa è abbastanza preoccupante, anche l'America, anche se la Svizzera ecc... da noi la partecipazione al voto è sempre stata sui numeri alti: e beh, spero che i nuovi numeri della partecipazione facciano riflettere chi di dovere. Io (che non sono mai d'accordo con l'astensione) comunque per ora mi godo la dipartita di Alemanno ;)
    ciao

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  2. èèèhh orimai li sordi so' finiti ed er voto è rimasto solo una questione tra addetti ai lavori, i parenti, gli amici, i pensionati, i preti e le monache,
    nel sud anche i delinquenti mafiosi

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  3. Non condivido la scelta di "non votare", soprattutto quando si tratta di eleggere un sindaco, colui che amministra la società in cui viviamo e, quindi, colui che più da vicino incide sulla nostra quotidianità. Tuttavia, comprendo benissimo cosa sta accadendo nel nostro Paese ed i pericoli che stiamo vivendo e, quindi, condivido l'analisi fatta.

    Ciao Enio e buona serata. Tuttavia, come tanti, pur non vivendo più a Roma da qualche anno, mi godo la "dipartita" dell'Aledanno! Per Roma, è stato semplicemente devastante e non credo di esagerare nel definirlo il peggior sindaco che Roma ricordi.

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  4. Da anni gli italiani danno la colpa alla "classe politica", questa entita' comodissima su cui riversare tutte le colpe.

    I politici sono semplicemente la diretta conseguenza di quello che sono gli elettori italiani: persone che non si interessano, disinformate, che votano per il proprio tornaconto personale, povere di nozioni di economia e scienza, di solito altamente ideologiche e non pratiche. Basta dare la colpa ai politici.

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    1. Ma perché continuate a dipingere l'astensionismo come un dramma quando il vero problema dell'Italia è sempre stato il suo becero corpo elettorale? La partecipazione è in calo? MEGLIO! Viva l'antipolitica, viva l'astensione! Se l'italiano medio va al mare fa meno danni, forse è la volta buona che ci si risolleva.

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    2. La gente è stanca e si sente impotente di fronte a questi atteggiamenti. I partiti hanno avuto molte occasioni per riformare l'attuale sistema politico, ma continuano a non fare nulla. Si decide di prendere la strada della riforma del sistema costituzionale, con un gruppo di 42 esperti che è più numeroso della stessa commissione bicamerale che dovrà poi valutare quello che verrà proposto. È tutto maledettamente complicato. Il Paese ha una situazione economica insostenibile, ma i partiti sembrano non accorgersene

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    3. Nulla è garantito e acquisito per sempre nel sistema politico italiano. Se un partito, come ha fatto il Pd alle elezioni nazionali, pensa che gli sia garantita automaticamente la leadership, abbiamo visto tutti cosa succede: c'è il tracollo, ancora prima morale che istituzionale. I partiti sono diventati macchine per promuovere carriere singole soprattutto per chi non ha possibilità di inserimento nelle altre professioni. Con la politica possono invece ottenere benessere e una posizione di rilievo. Le rivalità che nascono all'interno dei movimenti non sono sui programmi, ma sono di natura personale. Se i leader non saranno in grado di prendere il controllo e riportare la politica al suo ruolo naturale, che è quello di mettersi al servizio dei cittadini,si vedrà il sistema corrompersi dall'interno come sta succedendo del reso in diverse parti d'Italia.

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  5. Credo che un nuovo risorgimento sia auspicabile.
    Questi partiti sono peggio dei sovrani ottocenteschi. Credo anche che il politologo, sia troppo schierato per permettersi predicozzi morali. Sembra proprio che gli dispiaccia che il centrosinistra possa perdere le elezioni... che tenerezza 'sti politologi di parte...

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  6. purtroppo l'astensione non serve a nulla anche se é un forte segnale, e non scuote certo i partiti

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  7. Nel mio paese non ho votato il PD alle elezioni del futuro sindaco tanto anche se vinceva quel sindaco cambiava poco o nulla... Anche lui è stato messo su dalla Chiesa e dalle banche. Ha vinto quello del PD.

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