30.1.14

Chieti - La prima elementare


 Il primo ottobre del 1953, alla scuola della Madonna degli Angeli è suonata la campanella del primo giorno di scuola. Quest’anno io frequento la prima elementare. Il mio primo giorno di scuola è indelebile nella mia mente, tra i ricordi che ho dell’infanzia è quello che mi fa più tenerezza.Quel giorno avevo paura e un misto di agitazione, curiosità e tristezza. Ricordo tutti i preparativi; ero vestito con un grembiule fino al ginocchio di colore nero e un fiocco blu sopra un gran colletto bianco e in mano una cartella marrone che odorava di cuoio e cartone. Ero così contento di imparare a leggere che credevo, dentro di me, che in un giorno, il primo, per magia avrei imparato a capire quegli scarabocchi che tutti leggevano. La maestra appena entrati in classe, senza neppure fare l'appello ci disse di fare un bel disegno libero. Un disegno libero e cosa vuol dire? Libero? Forse la maestra voleva un disegno che sapesse volare, oddio io non lo so fare, oppure un disegno senza catene….. ma come si fa? Non so farlo neanche con le catene, figuriamoci senza. Guardo i miei compagni di scuola, di cui non ricordo più i nomi, ma che fanno? Un fiore? un cane? Un gatto? Ora ho capito! E' un disegno a scelta….. l’emozione era tanta da non capire quello che la maestra diceva. Finalmente ora potevo disegnare e mi ricordo il mio primo disegno,  un   pupazzo stilizzato con i capelli rossi e un bel grembiule nero, era proprio il mio compagno di banco. Deluso, al trillo della campanella uscii dall’aula, una corsa fino da mia madre che mi aspettava sul portone della scuola e un urlo di liberazione per dirle: "Mamma guarda che non mi hanno insegnato a leggere”..." Ricordo lei che con un sorriso mi rispose: "Stai tranquillo figliolo, vedrai che nei prossimi giorni lo faranno". Restai da ottobre alla fine di marzo a casa della zia Anna alla Madonna degli Angeli, ritornando a casa solo la domenica, perchè la strada per arrivare a scuola era tanta e mia madre non poteva accompagnarmi tutti i giorni. Tutto questo succedeva tanti anni fa quando la scuola iniziava ogni anno il primo ottobre, e per tutti era una certezza, adesso ogni anno la data è diversa, forse perché viviamo in un mondo troppo volubile e quindi anche la scuola si è adeguata.  

@enio

5 commenti:

  1. Ciao Enio e buon pomeriggio. Che ricordi struggenti e belli. Hai sollecitato i miei, di qualche anno dopo eppure simili in quanto ad emozione, paura, aspettative. Ricordo ancora il banco di scuola in legno nero, con il buco sul piano inclinato per il calamaio che già non si usava più chissà da quando, la panca con lo schienale durissimo, un tutt'uno con il banco. E poi il maestro, un gigante del veneto se non ricordo male, di quelli che usavano ancora la bacchetta nera per le "punizioni", in alternativa al confino dietro la lavagna o fuori dalla porta della classe. Che tempi!!

    Hai ragione, tutto questo succedeva molti anni fa, tanti... quando la scuola era qualcosa di diverso che, infatti, noi ricordiamo e spesso con piacere e un pizzico di malinconia. Non sono sicuro che sarà lo stesso per i giovanissimi di oggi. Sembra che vivano tutto con distacco e indifferenza.

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  2. Che bella pagina di ricordi, Enio! Molto simili ai miei, visto che siamo quasi coetanei. E sì, la scuola iniziava il 1° ottobre e finiva il 30 giugno: e poi 3-mesi-3 di vacanze!! Sin da piccoli avevamo certezze e punti fermi: checché se ne dica, era bello e positivo.

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  3. ahahahaha tutti quanti coi pantaloni corti e i calzettoni, chè i pantaloni lunghi si mettevano da grandi,
    che freddo in quelle aule alte quattro metri e scaldate da una misera stufetta a legna che dopo la seconda ora terminava.
    Anche picchè (alla razzi) magari qualche bidello se la fregava nonostante i severi giri di controllo che i presidi di allora facevano, ché allora i caporioni controllavano e si quatambiavano lo stipendio

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  4. il primo di ottobre, che tradizione il 4 si faceva festa per San Francesco ed il 31 ottobre si andava a vedere il film sponsorizzati dalla Cassa di Risparmio che ci consegnava le cassettine di risparmio dove purtroppo io riuscivo a mettere sempre troppo poco! quanti ricordi!

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  5. Il primo ottobre, quando a Roma ci si cominciava a vestire lana

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