L'adolescente di oggi si comporta
come un "super eroe di carta" e si sente tanno più
"bravo" quanto più "I
Like" riceve sui social network. Per lui conta essere iperconnessi, ipercondivisi,
ipervisualizzati e le conferme gli vengono tutte dal web e da quanto si riesce a mostrarsi ad essere ed apparire
online. Più sei cliccato e più conti in questo bisogno di visibilità, di
lasciare traccia di se, ma più ancora un'immagine di se. Così la proposta strana
di un male intenzionato che ti chiede di mandargli una foto o esibirti in una performance
sessuale davanti alla webcam è soddisfatta non tanto per il piacere di provare l'ebrezza
della cosa proibita, quanto per testimoniare la propria presenza. Il morboso piacere
di inviare offese o far girare nascostamente materiale pornografico sfidando i divieti
o spacciandosi per un'altra persona è collegato più a quel vuoto di
prescrizioni che ad una effettiva voglia di trasgressione. Per questo il cyberbullismo
e il sexting o l'adescamento e le false identità la dipendenza da questi utili,
utilissimi dispositivi sono destinati a crescere e a catturare i giovani (ma
non solo loro), sopratutto se continueranno ad essere carenti le nostre
funzioni educative e la nostra duttilità. E' cambiata dunque la percezione
della trasgressività che fino a qualche anno fa era intesa come una sfida che aveva a che fare con lo scontro
generazionale, oggi quindi i giovani sono figli di un narcisismo dominante e
dei nostri sensi di colpa. Non ci sono padri padroni da contrastare perchè non
ce ne sono più di padri guerrieri e al loro posto ci sono tanti
"amici" che magari condividono e approvano, che permettono e
giustificano quando non scimmiottano simili atteggiamenti. Venuto meno il
controllo dell'adulto, senza più un limite si cerca di essere protagonisti e di
sentirsi anche per un solo istante eroi spavaldi di imprese da dare in pasto a
una collettività sempre più guardona.
@enio
triste ma probabilmente vero!
RispondiEliminaDipende dai genitori.
RispondiEliminaI social ci hanno imposto dei cambiamenti la cui portata siamo ancora ben lontani da poter calcolare.
RispondiEliminaSara, esagerata... ma che portata, nei "social" non c'è niente di nuovo, te lo garantisco, l'unica cosa che hanno aggiunto è che, semplificando le modalità di utilizzo, permettono a chiunque, calciatori, ministri, giovani, vecchi, vegetali e minerali, di pubblicare cose su Internet.
EliminaPiù precisamente, pubblicarle tramite all'interno di un network che in cambio succhia dei dati e ti presenta delle pubblicità.
Ma Internet in senso lato è un "social" e tecnicamente non c'è niente di nuovo sotto il sole.
Per quanto riguarda i minori, Internet è come una grande città. Nessun genitore farebbe andare in giro i figli di notte per i quartieri malfamati di New York o di Mumbai. Eppure non fanno una piega con Internet.
Errata: "pubblicarle tramite Internet"
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