30.3.15

Chieti - Anziani, risorsa della comunità


In questo strano nostro paese, pieno di paradossi, si è ormai consolidata la convinzione che gli anziani rappresentino un problema. Non è sempre stato così, al contrario. E non serve andare indietro nel tempo con nostalgia, rimpiangendo i «bei tempi andati», quando gli anziani erano considerati i membri più autorevoli e rispettati di una comunità, per riconoscere la scarsa considerazione che la nostra società riserva loro. Anche le parole che siamo soliti usare mostrano la misura dei nostri limiti: si parla genericamente - e spesso in termini superficiali, se non spregiativi - di vecchi, di anziani, quando invece abbiamo di fronte un pezzo di società ampio e variegato: una «generazione inedita», come viene definita nei Paesi più avanzati, perché davvero rappresenta un fatto nuovo e originale nelle nostre società, la grande novità del nuovo millennio. Dobbiamo essere in grado di interpretare questo enorme mutamento: l'Italia è un Paese che sta invecchiando e l'importanza di questo cambiamento non può essere sottovalutata, perché siamo di fronte ad una svolta epocale. Le questioni inedite non possono essere comprese con le categorie tradizionali, né tantomeno possono essere affrontate con gli strumenti dell'attuale sistema di welfare: abbiamo urgente bisogno di risposte innovative a bisogni nuovi, sempre meno classificabili negli schemi classici del nostro sistema assistenziale. Non sono infatti solo i settori della sanità e dell'assistenza ad essere chiamati in causa: bisogna fare in modo che si invecchi bene e in salute, e quindi bisogna mettere in campo innovative politiche di prevenzione.

@enio

7 commenti:

  1. Si, è giusto quello che dici, va bene la prevenzione. Ma non basta. Proprio perché sono una risorsa, gli anziani devono essere "utilizzati" in aree "sociali" che non possono occupare i giovani. Essere ancora utili alla società serve a far invecchiare bene.

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  2. brutta cosa la vecchiaia
    che ce possi mai arrivà nissuno, specialmente nelle grandi città

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    1. pare che la vecchia sia l'unica malattia incurabile !!!!

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  3. Che gran bel discorso! Ma purtroppo in Italia vediamo una gerontocrazia che non ha pari in Europa, uffici e posti di lavoro pieni di 60 enni e più mentre i 30 enni sono a spasso o con incarichi di basso profilo ed a termine.

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    1. Voglio ricordarti che questa situazione non è certamente dipesa da loro. Non dimentichiamoci che il 2014 è stato l'anno europeo dell'invecchiamento attivo: una grande occasione per riflettere sul ruolo di una generazione operosa e responsabile, che va valorizzata nelle sue competenze e nel suo straordinario bagaglio di esperienza. Questa «generazione inedita» non può essere oggi criminalizzata perchè non vuole essere considerata «il problema» dell'Italia: al contrario, essa è una parte essenziale della soluzione ai problemi del nostro Paese, un Paese che ha contribuito a costruire con sforzi e sacrifici, attraverso il lavoro. La memoria di cui è portatrice non si può rottamare come un ferrovecchio: è un patrimonio di inestimabile valore che deve essere messo a disposizione delle generazioni più giovani, per costruire tutti insieme un mondo più giusto e più solidale. Solidarietà tra generazioni: è proprio su questo patto che in Europa si è potuto creare un modello di stato sociale che ha garantito a lungo equità e giustizia attraverso la redistribuzione della ricchezza.

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  4. certo che se ci obbligano a lavorare per 45 anni prima di poterci riposare, non si può certo pretendere che non siamo un problema... io per esempio andrò in pensione sulla soglia dei 65 anni... e non potrò mica saltare i fossi per il lungo a quella età li !
    http://stefanover.blogspot.it/2015/03/buona-pasqua-di-pace.html

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    1. più si va avanti e più l'eta pensionabile si alza, l'INPS spera sempre di poter vincere la "scommessa" col pensionato e che questo non riesca a prenderla mai...

      p.s. auguri di Buona Pasqua pure a te

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