16.6.15

Chieti - IL CAMBIAMENTO IN UNA CITTÀ ANCORA IN BILICO


Nel congatularmi per la chiara e netta riconferma a capo della nostra citta, in qualità di sindaco, dell'avvocato Di Primio e stimolato dalla riflessione da lui lanciata pochi giorni fa, in occasione della sua campagna elettorale a proposito dei "nodi della cultura a Chieti" che verrà certamente affrontata dal prossimo assessore; provo ad approfondire anch'io il dibattito su una fase interessante e delicata per il nostro capoluogo. Nell'ambito di una campagna elettorale piuttosto piattina, uno dei temi che ha destato un variegato interesse è stato quello della vita notturna di Chieti e della presenza della musica dal vivo nella nostra città. C'è stato un susseguirsi di parole e riflessioni delle varie forze politiche che si sono spesso allineate o hanno assecondato la richiesta di cambiamento, che oramai da anni attraversa Chieti. Tale spinta giovanile dal basso è figlia del chiaro bisogno di creare nuovi spazi di espressione, luoghi e reti per facilitare una visione nuova della città, che permetta anche al capitale artistico e culturale (che è decisamente lievitato negli ultimi decenni) di esprimersi. Chieti sta in effetti cambiando: da semplice capoluogo di provincia, ha ora le potenzialità per diventare "città universitaria con una vocazione culturale e turistica". La presenza di spinte dal basso è il segno evidente che l'ultima amministrazione comunale non ha avuto una visione precisa di come far cessare i conflitti che talvolta si presentano fra i vari attori che vivono la città, conflitti che da carsici stanno trovando sempre più spazio e che per ora non hanno trovato un concreto compromesso, capace di produrre innovazione. La sfida che si trova davanti l'assessore o il sindaco Di Primio (appena riconferrmato, alla grande, nonostante qualcuno avesse la certezza del contrario) non credo sarà semplice, visto che l'amministrazione comunale non ha brillato in questo quinquennio, anzi ha prodotto, spesso anche senza volerlo, la marginalizzazione di chi vorrebbe portare fra le strade di Chieti il suo talento o la sua voglia per una socialità viva (che vada, giusto sottolinearlo, ben al di là di una sbronza). Troppo spesso la musica e la socialità sono state associate a disturbo della quiete pubblica o nel peggiore dei casi allo spaccio e alla micricriminalità. Sono mancate   la capacità e la volontà di comprendere le dinamiche che la crescita del peso della comunità universitaria e l'aumento della complessità sociale hanno prodotto e soprattutto non sono state messe sullo stesso piano le diverse esigenze che si fronteggiano dentro quell'arena complessa e variegata che è diventata la nostra bella città. Chieti non si può più leggere tentando di tenerla bloccata dentro la cornice della città,"vetrina" di provincia, con le strade vuote e silenziose: esiste un'eccedenza culturale e sociale a cui va data una visione futura. E' chiaro che siamo in una fase di passaggio, e in questo senso o si troveranno soluzioni di mediazione e compromesso in cui i vari attori sociali riusciranno a cedere un po' dei loro interessi, oppure prevarranno visioni che potrebbero far retrocedere la città a un grigio "localismo securitario", che ne bloccherebbe la crescita culturale. E' arrivato quindi il momento dei fatti concreti e le persone che come me da anni si sono battute le reclamano (faccio dei nomi: di Luciano Pellegrini, Il giornalista Dalessandro e Iezzi il direttore della VOCE DEI MARRONCINI e tanti altri) per far emergere in maniera sostenibile le potenzialità presenti nel tessuto sociale, aspettano al varco la nuova giunta Di Primio. Arriveranno guesti segnali di cambiamento?


4 commenti:

  1. vedo dal tuo scritto che Chieti fa fatica ad organizzare eventi per i giovani

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  2. da noi purtroppo non solo i giovani vengono trascurati, con la chiusura dello Stellario al sabato sono venuti a mancare un gran bel numero di persone su in città con grave nocumento per le attività commerciali della città, ma anche i vecchi sono abbandonati per mancanza di un Centro Sociale efficiente. Per non parlare dei giovani universitari che non salgono su in città e vanno a divertirsi e spendere altrove. Mancano i soldi ci dicono, ma non si fa niente per farli...

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  3. Vittoria Di Primio, il saluto romano durante l'Inno nazionale alcuni personaggi noti in città lo cantano col braccio destro teso in alto, semplicemente vergognoso... forse erano ubriachi, chissà

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  4. Signor Sindaco faccia un cenno a Alfredo Paglione che in questi giorni donerà 436 opere d'arte al Museo Universitario della d’Annunzio.E’ la parte migliore e più preziosa della sua collezione di opere d’arte selezionate durante oltre cinquant’anni di attività svolta al centro del mercato dell’arte europea e mondiale, e costituita da quei capolavori che aveva selezionato per la sua propria collezione radunata nelle sue case di Milano, Majorca e Giulianova. Un gesto di affetto del mecenate verso la propria terra che l’università accoglie con orgoglio e si impegna a rendere fruibile, incrementando il proprio Museo in piazza Trento e Trieste e l’offerta culturale disponibile agli studiosi e alla cittadinanza.Anche questo concorre a rafforzare la "cultura" nella nostra città.

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