11.11.15

Attesa per il recupero della Caserma Berardi a Chieti

C’era una volta a Chieti la Caserma Berardi dislocata in Via Ferri che ospitava il 123° Reggimento 'Chieti' dell’esercito italiano. Vittima dei tagli alla Difesa imposti dal Governo Monti, con una commossa cerimonia di commiato, il 27 settembre 2012, c’è stato l’addio ufficiale. Questo Reggimento era l’erede del 123º Reggimento Fanteria nato a Chieti il primo marzo 1915. Il reggimento si fece onore il tre novembre 1918, perché entrò per primo nella città di Trento e la liberò. Per il valore dimostrato, la sua Bandiera di Guerra fu insignita della "Croce di Cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia". Al termine del conflitto, il 123º Reggimento fanteria lasciò sul terreno diverse vittime che si sacrificarono per la Patria,48 Ufficiali e 1160 fanti. Oggi la bandiera di guerra è conservata nel sacrario delle bandiere al Vittoriano.

Dal 1928 al 1930, nella caserma Berardi, hanno prestato il servizio militare, come allievi ufficiali, due persone famose, il campione del mondo italo argentino di Formula uno, Juan Manuel Fangio, di origini abruzzesi e Juan Domingo Peron, il futuro Presidente argentino. Da ricordare la cantina e trattoria dove questi allievi ufficiali e sottufficiali andavano per pranzare e gustare la buona cucina, “La Varrella”, il locale alla “vutat de le carrozz”, in dialetto chietino, (alla curva delle carrozze), proprio a ridosso della caserma. 

Il 15 aprile 1985 fu ricostituito il 123º Battaglione Fanteria "Chieti" con compiti di Addestramento Reclute. La città visse un periodo felice per la presenza di tanti giovani che passeggiavano nel centro storico, frequentando i bar, i ristoranti e le pizzerie. C’era un “tocco” di gioventù in giro, oltre all’ impatto sociale e culturale e la cittadinanza era lieta di averli accolti. Gli esercizi commerciali hanno goduto di una fonte economica non trascurabile. Poi, lentamente una morte annunciata. Ora è in programma un progetto pilota, quello di trasformare la caserma Berardi in Cittadella della Pubblica Amministrazione, così che, recuperando gli immobili militari dismessi, si dovrebbe garantire allo stato un risparmio.

Purtroppo Chieti non è più una città viva. Meno male che c’è la reazione da parte dei giovani che pur rischiando nell’apertura di attività commerciali, sperano nella movida. Però ci sono preoccupazioni che segnalano altre perdite di enti pubblici.       

 


Scritto da : Luciano Pellegrini  - agnpell@libero.it

5 commenti:

  1. se non si riescono a sfruttare queste strutture (avute quasi gratis dallo Stato) per farne qualcosa di utile per la comunità, vuol dire che a Chieti, gli attuali amministratori non sono in grado di fare proprio PIU' niente. Si limitano a portare a casa uno stipendio e il governare la città si risolve alla stregua dell'impiegato comunale che va in ufficio la mattina a scaldare la sedia. Troppe le cose lasciate indietro, primo fra tutte la Biblioteca De Meis, poi l'Ascensore per la salita a Chieti degli studenti che ogni mattina si recano a scuola dall'interland, quelli che vengono scaricati alla fermata dei pulmann, sperando che la scala mobile (spesso immobile) funzioni.

    RispondiElimina
  2. non capisco cosa ci facevano Fangio e Peron alla caserma Berardi ??

    RispondiElimina
  3. Anch'io non riesco a capire i due argentini in caserma a Chieti. Come mai?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. erano allievi ufficiali in questa caserma, Fangio, poi era di origini abruzzese .

      Elimina
  4. Cari Luca ed Ambra, la vostra domanda ha la risposta nell'articolo... Dal 1928 al 1930, nella caserma Berardi, hanno prestato il servizio militare, come allievi ufficiali, due persone famose, il campione del mondo italo argentino di Formula uno, Juan Manuel Fangio, di origini abruzzesi e Juan Domingo Peron, il futuro Presidente argentino. Anche nonno enio l'ha rimarcato. luciano pellegrini

    RispondiElimina