25.4.22

Chieti

L'artista la rappresenta come una tartaruga con la città in groppa

Antichi abitatori del territorio chietino furono i Marrucini, una tribù derivata dal ceppo sabellico. La loro capitale era "Teate" unico centro importante del territorio. L’antica Chieti (Teate, appunto) fu costretta ad una onorevole pace con i Romani poco dopo il 304 a.C. Per la città ebbe così inizio un periodo di progressivo sviluppo contrassegnato dal sorgere di edifici religiosi e civili. Nell’epoca della guerra tra Goti e Bizantini Teate subì più di una invasione, mentre i Longobardi l'annessero al ducato di Benevento. Sotto gli Svevi prima e sotto gli Angioini e gli Aragonesi poi. Chieti conservò i privilegi ottenuti dai Normanni, soprattutto rispetto alla potente L’Aquila. Un importante avvenimento storico la vide protagonista nel 1524: il vescovo Gian Pietro Carafa vi istituì l’Ordine religioso dei Teatini, che avrebbe dato un importante contributo alla Chiesa della Controriforma. Due anni dopo la Cattedrale  veniva riconosciuta chiesa metropolitana, avente quali suffraganee quelle di Lanciano. Penne, Atri. Un duro colpo fu invece la decisione presa dal Regio Fisco nel 1646 di vendere la città al duca di Castel di Sangro per 170 mila ducati. I cittadini promossero una sollevazione di tale portata che nemmeno un anno dopo la vendita venne annullata. Da qualunque parte si arrivi a Chieti, è bene iniziare la passeggiata partendo dalla Villa Comunale, un giardino disegnato a metà Ottocento, con piante secolari e rare e monumenti pregevoli. Al centro si erge Villa Frigery, edificio neoclassico, oggi sede del Museo Nazionale

Enio Solino anno 2022

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