22.1.10

Quella nostalgia per Bettino...


Craxi grande Leader o grande Lader, in questi giorni, sui giornali, numerose sono le prese di posizione o le difese della memoria di Craxi, da alcuni considerato il più grande uomo politico degli anni 80 - 90 e da altri considerato un uomo privo di scrupoli che si è arricchito intascando tangenti per svariati miliari depositati in Svizzera e scoperti dopo dalla magistratura che ha avuto sì la confessione dettagliata dei concussi, ma che è riuscita solo a recuperare poche briciole del mal tolto, anche dalle casse del suo partito. E' stato l'uomo che ha distrutto politicamente il glorioso Partito Socialista, quel partito per cui moltissime persone avevano dato la vita, cancellando anni e anni di militanza sul suolo dell'Italia. Io ho 62 anni, nei ruggenti anni ottanta e nei primi anni novanta, negli anni cioè di Craxi e della Prima Repubblica, negli anni della Milano da bere, quando diventavo adulto, c'ero e costruivo la mia coscienza civile, a scuola, nelle associazioni e poi in fabbrica. Leggo oggi, attonito questi assurdi distinguo. Mi offendo sentire che Craxi è stato uno statista, seppure uno statista che ha sbagliato. Statista è chi pensa al bene del paese, chi organizza l’eccellenza e costruisce il futuro, chi soprattutto agisce nella massima onestà di metodi e fini. Chi ruba, accetta intorno a se meccanismi disonesti , abusando del proprio potere politico e poi per giunta fugge all’estero davanti alle proprie responsabilità, non è uno statista. E’ stato pertanto un disonesto che poi si è comportato da vigliacco. La verità è che Craxi ridusse il socialismo e il partito, un porto di mare per ladruncoli, ometti, nanetti politici, giustificandoli, come disse lui davanti al Di Pietro, perchè era pratica comune rubare e lui sapeva di ciò da quando portava i calzoni alla zuava...



Lui ha aperto la strada all’era Berlusconiana alla "nuova" Repubblica quella delle banane e del malaffare dove i magistrati vengono paragonati a plotoni di esecuzione che tentano di eliminare l'attuale premier dalla scena politica degli anni 2000 e dove si ruba ancora se non di più dei tempi di mani pulite, facendola spesso franca a cusa di leggi promulgate ad hoc... Ci si arrampica sugli specchi cercando di difendere un passato, che ha fatto raddoppiare il debito pubblico che oggi stiamo pagando pesantemente, e a volte anche un presente divenuto purtroppo indifendibile. L’Italia di Craxi e della cultura politica, in cui lui fondava il suo potere, era un paese senza meritocrazia, un paese che sprofondava nel debito pubblico, nell’inflazione, usata al posto della produttività, per stare sui mercati, un paese dove regnavano la corruzione, la disonestà, il malaffare e soprattutto un paese dove la casta politica inventava mille scuse per giustificare infine i propri errori. Quella era l’abitudine all’epoca e questo non lo giustifica minimamente perchè nonostante avesse appena un 14% di voti aveva, essendo l'ago della bilancia, la possibilità e la capacità di rendere l’Italia migliore. Lui l’ha resa invece peggiore consegnandoci un paese sfasciato, senza identità, indebitato e sfibrato in cui oggi si fa fatica sia a lavorare e vivere per l'inefficienza di un sistema e a causa di un debito pubblico che dovremo pagare negli anni a venire, sapendo che in Italia, avanza chi è più furbo, anche grazie alla cultura politica lasciataci da Craxi. Io mi offendo da cittadino onesto, che lavora e paga le tasse che Craxi venga considerato uno statista grandissimo e che in fondo ha rubato per il mio bene e quello dell'Italia. La politica dovrebbe essere solo e sempre uno strumento per il bene dei cittadini e ogni altro suo uso dovrebbe essere semplicemente immorale. Sopratutto non dedichiamogli nomi di strade o di piazze perchè non potrà mai essere considerato un modello da additare ad esempio alle generazioni future, perché ne seguano le orme. Forse di quegli anni è meglio pescare personaggi come Giorgio Ambrosoli, Luigi Calabresi, Walter Tobagi, Emilio Alessandrini, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. A loro vanno dedicate le vie e le piazze italiane, perché loro sono esempi di indefesso servizio al Paese fino alla morte.



16 commenti:

  1. Parole al vento, caro... la Controriforma è cominciata.

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  2. Parole sante, ma purtroppo Sciuscia ha ragione...

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  3. sono d'accordo con SCIUSCIA, ma
    meglio via dedicate a Craxi un politico del nostro tempo, criticabile come sono criticabili gli attuali nostri politici, abbiamo tante via con nomi che non dicono niente, Craxi almeno la storia l'ha fatta e se i ragazzi ci chiedono chi è possiamo rispondere : un latitatnte per evitare il carcere... mentre vie con nomi senza senso non raccontano certamente la storia italiana.

    GUS

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  4. Beh allora se vogliamo dirla tutta ci sono vie dedicate a Marx, la cui dottrina fù fatale a tanta gente, oppure vie dedicate al "migliore" (sic! Togliatti, che se ne fregò altamente della sorte degli Alpini nella ritirata di Russia, mentre avrebbe potuto aiutarli. E le vie dedicate a Tito? Quello che ordino` il genocidio delle Foibe Istriane? E pótrei continare.... Con tali premesse Bettino Craxi ha pure lui il diritto di avere delle vie col suo nome, non fosse altro perchè i suoi comportamenti furono quisquilie se paragonati ai fatti capitati ai possessori dei nomi elencati sopra...

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  5. A parte la stronzata su Marx, che non serve commentare (come a dire che se fondo un'organizzazione terroristica dopo aver letto "Fight Club" il responsabile è Palhaniuk), a parte quella, non vedo come l'esistenza di vie dedicate ad assassini giustifichi vie dedicate a ladri.

    E' proprio questa logica del cazzo del "sono tutti uguali" e del "c'è chi ha fatto peggio" che manda affanculo l'Italia.

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  6. Resta il fatto, che si vuole per forza trovare del buono anche in personaggi che magari non sono stati peggiori di altri, ma che hanno comunque contribuito a rovinare l'Italia. E' grazie a tutta questa gente che ci ritroviamo con un debito da terzo mondo e senza prospettive per i nostri giovani, senza contare la deriva morale ormai irrecuperabile.Anche Mussolini e perfino Tito, Franco, Hitler e Stalin hanno fatto cose buone e nessuno può dire non fossero degli statisti, ma da qui ad andare ginocchioni ad Hammamet ce ne passa!

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  7. @Gustavo

    Diciassette anni fa, mi ricordo che la gente era arrabbiata e tirava monetine a Craxi all'uscita del ristorante a Milano. In quei tempi tutti i suoi colleghi prendevano le distanze da lui, rappresentava tutto ciò che era considerato marcio nella politica: corruzione, populismo e frequentazioni scovenienti. Penso avessero ragione viste le cifre da capogiro versati sui tre conti personale in Svizzera, e penso pure che chi ha scavato in buona parte il buco del debito pubblico non vada preso come esempio di buona politica. Dedicare qualcosa ad un personaggio controverso non è così insolito, mi fa pensare invece che in un periodo in cui la politica è considerata una Casta corrotta si rivaluti proprio il Craxi, che ne è stato il capostipite. Coincidenze?

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  8. Come ho scritto sul mio blog, l'unico scopo di questa rivalutazione è legittimare i comportamenti della classe politica odierna...

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  9. Stupendo post... e stupende vignette!

    Grazie mille per il commento, CIAO!!! :-D

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  10. non chiedere cosa avrebbe potuto fare bettino per te ieri ma cosa dovresti fare per lui oggi.
    e poi, ha salvato la vita a gheddafi: questo neanche wojtyla l'avrebbe fatto!
    ha ragione il buon augusto.

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  11. Craxi era un riminale ma in Italia conviene essere criminali per diventare qualcuno.

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  12. Anch'io rimango attonita, ora Bettino santo subito..e si che il tempo rende tutti un po' smemorati ma questo mi sembra veramente troppo.. sono d'accordo anch'io con sciuscia..non e' consolatorio sapere che c'e' stato chi ha fatto peggio.
    Poi se proprio non riuscite ad attribuirgli nessuna colpa, pensate quale eredità ci è toccata.

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  13. @agatathecat

    con tuitte le cose che ci angustiano in questo 2010, ci mancava solo l’apoteosi del povero Craxi nel decennio della sua scomparsa. Da più parti viene l’esortazione ad accantonare le sue vicende giudiziarie per fermare l’attenzione sul ruolo politico che svolse negli anni del suo protagonismo, per coglierne i pregi di innovazione e modernità. Raccolgo l’invito e non dirò nulla delle sue disavventure processuali, a patto che non si pretenda di farle passare come rappresaglie di protervi magistrati prevenuti. Di lui si può dire per certo che era “uno con le palle”, per usare una definizione che attingo dal lessico raffinato dell’odierno capo del Governo. Era cioè un “decisionista” non però nel senso che prendeva rapide e concrete decisioni, bensì nel senso che decideva solo lui. Era insofferente delle critiche ed intollerante delle opinioni diverse dalle sue. Utilizzava la collaborazione di persone di decoroso spessore culturale come Giuliano Amato e Claudio Martelli ma aveva ridotto il partito ad una caserma, anche in periferia vigilata da suoi acritici ed efficienti seguaci. Persone che si crogiolavano nel culto della sua personalità, che si identificavano in lui come una sorta di uomo della provvidenza,considerato non come un leader ( o Lader )democratico ma come un capo, un padre padrone al quale si poteva e si doveva solo obbedire. È questo un fenomeno che si ripete spesso nella storia d’Italia.Parlava di grande riforma, ma di fatto si insediò nel consolidato sistema consociativo imperniato sulla Democrazia Cristiana, il quale gli consentiva di sfruttare il “potere di coalizione” per conseguire un ruolo che il suo esiguo consenso elettorale (14%) non gli avrebbe mai accordato. Sistema per altro verso, marcescente perché inquinato dalla diffusa pratica delle tangenti. Uno statista avrebbe dovuto contrastarla ed invece egli vi si immerse volutamente. Andreotti, con una delle sue massime lapidarie, commentando l’appetito dei socialisti ebbe a dire: “anche i democristiani mangiano, ma sanno stare a tavola”. Che Stefania Craxi si esalti e commuova al ricordo del padre, posso anche capirlo. Mi lascia invece piuttosto sconcertato la lettera del Presidente della Repubblica alla vedova signora Anna. Dopo tutto distinguere fra pubblico e privato è pur sempre necessario.

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  14. il problema è che si sta parlando di una persona che ha rubato, cosa ammessa da lui stesso in un'intervista a rilasciata a vespa, parliamo di una persona che non si fa giudicare (state attenti sto parlando sempre di craxi... stavate pensando a qualche altra persona) dalla gistizia italiana, punto e basta quindi volete intitolare una strada va bene ma scriveteci chi era LADRO E LATITANTE. La cosa deprimente è che c'è gente che sostiene questa iniziativa non capendo che il progetto è "riabilitare craxi per riabilitare berlusconi"
    saluti

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  15. Ti ringrazio del commento fatto nel mio blog perche' mi ha permesso di conoscere (ed apprezzare) il tuo.
    Non sono molto "attiva" ultimamente e mi piace piu' leggere che scrivere quindi sara' un piacere passare da qui.
    Un saluto.
    Dimenticavo, concordo in pieno quello che dici nel post.

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