2.2.10

Attentati al Duce


E’ il 7 aprile 1926, un anno cruciale. Mussolini è appena uscito dal Campidoglio dove ha inaugurato un Congresso di chirurgia. Una donna sulla cinquantina gli spara un colpo di pistola, ferendolo di striscio al naso. L’indomani Mussolini si reca in Libia con un vistoso cerotto su questa parte del viso. Sottratta faticosamente al linciaggio la donna viene tradotta in questura, dove si scopre che non è un personaggio da poco, si chiama Violet Gibson, ed è figlia del barone di Ashbourne, lord cancelliere di una Irlanda ancora dominio della Corona britannica. Non spiega il suo gesto, dirà soltanto – ma poi ritratta – di avere avuto la pistola dal duca Giovanni Antonio Colonna di Cesarò, egli pure un personaggio di spicco, ministro delle Poste e Telegrafi nel governo Facta e nel primo governo Mussolini (e nel privato cultore di scienze esoteriche). Non è il solo degli attentati contro Mussolini. Ma è quello che ha prodotto un qualche, seppur marginale risultato. Oltre a causare un particolare imbarazzo in Italia come al di là della Manica. Da un lato perché contrasta con la politica del momento, di intesa fra Londra e Roma, sancita dalla visita in Italia del re Giorgio V. Inoltre perché essendo una nobildonna la Gibson, e di nobiltà ancora più antica Colonna di Cesarò, ce n’è abbastanza per far correre la voce di un complotto monarchico contro Mussolini, laddove questi, quanto meno al momento, ha tutto l’interesse a far vedere che naviga di conserva coi Savoia. Se ne esce dichiarando pazza la Gibson, espellendola dall’Italia, e trasferendola in Inghilterra, dove la chiudono in un manicomio a Nottingham. Ci resta per trent’anni, fino alla morte nel 1956. Ad una vicenda del genere sta ora dedicando un libro Frances Stonor Saunders - fra l’altro nipote di lord Thomas Stonor, che è stato a lungo lord ciambellano, cioè amministratore dei beni della regina Elisabetta - una giovane e brillante giornalista inglese, nonché studiosa di storia, che verrà pubblicato dalle edizioni Faber and Faber, già con una opzione per la traduzione in italiano. Frances Stonor Saunders è autrice di un bestseller sui rapporti fra la Cia e taluni esponenti dell’intellighentia europea negli anni della guerra fredda, e di una biografia di John Hockwood (chiamato dagli italiani Giovanni l’Acuto), straordinario capitano di ventura nell’Italia del ‘300. E adesso questo libro su Violet Gibson con l’intento di rispondere ad alcune domande finora mai delucidate. Se davvero la donna era folle. E di conseguenza il perchè di questa lunga detenzione in un asilo psichiatrico, ben oltre la caduta del fascismo e la fine di Mussolini. Il primo ad organizzare un attentato contro Mussolini, sparandogli con un fucile a cannocchiale da una finestra dell’hotel Dragoni, il 4 novembre 1924, è stato l’ex deputato socialista Tito Zaniboni. Un attentato fallito per l’intervento dell’Ovra, la polizia politica del regime, con l’arresto di Zaniboni e la condanna a trent’anni di carcere (sarà liberato dagli alleati nel 1944). Segue l’attentato della Gibson. E nel settembre di questo stesso 1926 il tentativo di assassinarlo da parte dell’anarchico Gino Lucetti, con una bomba lanciata contro l’auto del dittatore che però rimbalza sulla macchina ed esplode a terra. Lucetti viene condannato all’ergastolo (e liberato egli pure dagli alleati). Il 31 ottobre, ancora nel 1926, a Bologna il quindicenne Anteo Zamboni viene linciato dai fascisti, e non si capirà se davvero volesse attentare a Mussolini o sia stato vittima di una esplosione di isteria collettiva. In dicembre entra in vigore la legge eccezionale “per la difesa dello Stato”, che istituisce il Tribunale Speciale, e ripristina la pena di morte, abolita in Italia nel 1888. Ne cadono vittima gli anarchici Michele Schirru (nel 1931), scoperto con due bombe in tasca prima che abbia avuto l’occasione di lanciarle, ed Angelo Pellegrino Sbardellotto (nel 1932), che ha rinunciato all’impresa per non causare un massacro, ma egualmente fucilato a Forte Braschi. Il libro di Francis Stonor Sauders ci dirà ora in che misura la decisione di chiudere Violet Gibson in manicomio sia stata presa per una ragion di Stato che mai si è voluto sconfessare.


10 commenti:

  1. Non era lui che diceva : molti nemici molti onori ? E gli è andata anche bene !

    GUS

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  2. Non conoscevo queste notizie ti dico un sincero grazie :)
    Di quanto raccontato non so perchè ma mi vengono in mente i giorni nostri, e nessuno mi toglie dalla testa che secondo me esistono molte analogie rispetto al passato.
    La legge eccezionale “per la difesa dello Stato” mi inquieta tantissimo ...

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  3. Si, è vero ci sono molte analogie con la storia che stiamo vivendo in Italia.
    Tutto sta diventando così difficile, si approvano leggi razziste, antidemocratiche.
    Si rischia perfino di cambiare la Costituzione senza il consenso della maggioranza degli italiani.
    e la cosa peggiore e che nessuno alza veramente la voce.
    Ci manca solo che reintroducano la pena di morte per quei pochi oppositori e la cosa è fatta.

    Ciao
    Rosa

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  4. Complimenti davvero un post interessante. La storia si ripete, in diversi modi, diversi personaggi e viene davvero in mente questo periodo che è davvero al limite
    un saluto

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  5. purtroppo questi fatti si ripetono di frequente quando le persone, esasperate e deluse, si sentono privi della libertà ! il nostro "beneamato" dovrebbe riflettere su quello che dice e spesso non fa a favore dei lavoratori che stentano ad arrivare alla fine del mese o che in cassa integrazione da un anno disperano di arrivare alla fine della "crisi planetaria" senza essere licenziati... vedi Termini Imerese, fabbrica costruita solo per appropiarsi dei contributi statali! "Quelli" più furbi... si dotano di un certo numero di sosia che mandano in giro...

    MAX

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  6. una storia incredibile, ci hanno atto un film , vero ?

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  7. Un film lo hanno girato in Trentino sulla prima moglie segreta ( tra le altre cose era bigamo )confinata in un manicomio in quel di Pergine dove norì e del figlio nato da questa miserabile unione ( prima che diventasse duce )morto anch'egli in manicomio a Verona... con un simile padre, poteva capitare...

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  8. Complimenti per il post. Non conoscevo questi fatti. Vedo che la storia si ripete e purtroppo non insegna niente a nessuno!

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  9. Ciao,vuoi fare uno scambio link?
    Saluti Giacomo

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