22.4.11

Chieti - Processione Venerdì Santo



Si è rinnovata stasera a Chieti l’antica e solenne processione del Venerdì Santo, una delle più significative espressioni religiose italiane risalente al secolo XVI contestualmente alla fondazione dell’Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti. In base ai primi documenti che parlano di questa processione, che avveniva originariamente di mattina, i simboli erano tre: il Cristo morto, lo stendardo in damasco nero, il catafalco sul quale era posta la statua del Cristo. Il percorso di oggi è rimasto più o meno identico a quello del 1650, con partenza dalla cattedrale di San Giustino. I tre simboli erano accompagnati dagli iscritti al Sacro Monte dei Morti con i rituali cappucci e le vesti di iuta. In base ai documenti i musicisti appaiono nel 1722 e nel 1735 al comando del coro arriva Selecchy l’autore del Miserere. Gli altri simboli vengono inseriti negli anni successivi: nel 1833 ci fu l’inserimento della statua della Madonna (la stessa che si conserva oggi nella cattedrale appartenuta anticamente alla congrega dei muratori) e nel 1855 a Raffaele Del Ponte fu affidata la realizzazione di altri 7 simboli. Naturalmente è impossibile parlare della processione senza parlare del Miserere. Composto nel 1767 da Saverio Selecchy, musicista sacro teatino, il Miserere rappresenta sicuramente l’elemento più suggestivo dell’intera processione. E’ il 51° salmo biblico, tradizionalmente attribuito a Davide; è stato musicato verso la metà del 700 per essere rappresentato durante la Processione del Venerdì Santo e lasciato in eredità all’arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti di Chieti, la quale ha poi acquisito i diritti di proprietà dell’opera e non ne ha mai concesso l’esecuzione ad altri richiedenti. Il Miserere di Selecchy è famoso per aver conferito quel tono struggente misto al pathos solenne che caratterizzano il Venerdì Santo teatino. Consta di una composizione a tre voci pari per un coro maschile, che si ripete in tutti i versi del Salmo. La sua esecuzione è affidata a un coro di circa 150 cantori tra tenori, baritoni, bassi e ad un’orchestra di archi con 100 violini. Il direttore musicale è attualmente il maestro Peppino Pezzullo. Queste note sono talmente penetrate nell’animo degli abruzzesi, e a Chieti, in particolare, che ogni anno la Processione del Cristo Morto con il coro e l’orchestra sfila come questa sera sotto lo sguardo attento e commosso della folla in assoluto silenzio.

@enio

3 commenti:

  1. al passaggio della processione ci si abitua, ormai noi del posto l'abbiamo vista per anni, i vari gonfaloni delle chiese della città, i simboli ma all'approssimarsi del coro che intona al buio, illuminato solo dalle torce, il Miserere si avverte la pelle d'oca. 150 voci che lo intonano, dapprima piano, per la lontanaza poi sempre più forte man mano che si avvicinano seguito da una moltitudine di violini che accompagnano. E poi il silenzio della gente che si segna al passare del Cristo Morto seguito dalla statua della Madonna tutta velata di nero... un'emozione inpagabile!

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  2. Ho saputo che questa processione è stata candidata ad entrare nell'Unesco tra i "patrimoni mondiali dell'umanità", in quanto più antica d'ITalia!
    Io sono ateo però questi "spettacoli" sono impressionanti

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  3. @Innere

    se stavi lì ieri sera avresti assistito a qualcosa di speciale, sopratutto nel momento del Miserere...

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