5.4.11

L'AQUILA COME 2 ANNI FA

Sabato 26 Marzo ho visitato la periferia dell’Aquila confinante con il centro storico. Via Filomusi Guelfi nel quartiere di Villa Gioia sede del comune dell’Aquila dopo l’abbandono di palazzo Margherita, sede storica del Comune dell’Aquila, gravemente danneggiata dal sisma del 6 aprile. Il motivo per stabilire dopo due anni lo stato del post sisma. Inquietante vedere tutto come prima. Doloroso i panni stesi. Silenzio. Desolazione La colpa? Lo scaricabarile. Il sindaco Cialente dimissionario sabato mattina, ma la sera al termine di un vertice fiume a Palazzo Chigi con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta a Roma, le ha ritirate. Mentre aspettavo il sindaco per essere ricevuto, mi sono soffermato sullo stemma della città: Un’ aquila nera, con corona- rostrata, con la lingua che esce dal becco aperto. Ai due lati dello stemma due parole in latino: IMMOTA e MANET Fra la corona e la testa uno scritto PHS. Immota Manet" (resta immobile), potrebbe  assumere un significato tragicamente ironico, (vedi il terremoto…), ma meno male che le due parole sono separate da PHS. Il PHS è a volte spiegato come il "Per Hoc Signum vinces", apparso nel 313 dC nel cielo con una croce fiammeggiante all'imperatore romano Costantino, che scegliendola come emblema vinse la sua battaglia e fece del cristianesimo la religione ufficiale dell'Impero. Il signum è la orgogliosa regina dei monti e del cielo, l'aquila che è raffigurata sopra l'iscrizione della Fontana delle 99 Cannelle e sull'ingresso del Forte spagnolo. Il rapace che scende dall'alto dei monti lanciando il grido che risuona nell'aria. Il grido è stato sostituito dal rombo del rumore dei motori degli elicotteri di soccorso che volano sopra le teste degli Aquilani uccidendo il silenzio. Il sindaco ha fatto una analisi profonda sullo stato delle cose. Ciò che  più lo ha turbato, un anno perso nella ricostruzione per contrasti, in maggior misura con il presidente della Regione Abruzzo e lo accusa di essere un «commissario kabulista» e di aver disatteso i patti sulla «governance condivisa» .Forse il fatto che alla regione ed alla provincia ci sono schieramenti diversi dal suo, il centrosinistra, lo ha fatto restare solo.Ma che tristezza. E quanti soldi della comunità buttati! Tanto è Pantalone che paga!D’altronde se il comune non riscuote le tasse dei cittadini, la cassa è vuota.Gli aquilani sono due anni che hanno l’esenzione di pagare qualsiasi tassa sia al comune che allo stato.Quindi per evitare il commissariamento, Cialente ha inviato il messaggio delle dimissioni,provocatorio, ma anche per altri motivi.

    * I cittadini devono tornare a versare  ICI TARSU ed altre tasse per rimpinguare le casse comunali vuote.
    * la ricostruzione dell’Aquila deve partire pur se si è perso un anno e si sia ancora fermi ai piani di ricostruzione,
    * c’è un disegno per rallentare, ritardare, bloccare tutto, abbandonare il principio dell’indennizzo per tornare alla logica del contributo, questo perché le lobbies vogliono mettere le mani sulla città
    * Ok per partire alla ricostruzione leggera. Per gli edifici inagibili e il centro storico liberarsi dalle ordinanze e i decreti.
    * I cittadini non hanno ancora un prezzario in base al quale affidare i lavori, e per il centro bisogna aspettare il piano di ricostruzione».
L’obiettivo primario del sindaco è quello di portare a casa tutti gli aquilani. Quindi urge un piano di ricostruzione.Da un censimento dell' l1 marzo 2011 si è riassunto:

    * 14.174 persone beneficiarie del contributo di autonoma sistemazione,
    * 13.906 persone sono alloggiate nel Progetto C.A.S.E.,
    * 7.113 nei MAP,
    * 2042 in affitto e altre strutture comunali,
    * 1.334 in strutture ricettive (369 fuori provincia) e 270 nelle caserme a L’Aquila.

Significa che oltre 38 mila persone non vivono a casa loro.Ho chiesto notizie sullo smaltimento delle macerie.I sindaci dovranno avere un ruolo importante in questa attività.C’è una selezione manuale sul posto e una triturazione in discarica. Successivamente si divide il sovvallo che viene inviato allo smaltimento e gli inerti da indirizzare all'’edilizia.In questi giorni, ormai mancano pochi giorni alla ricorrenza dl 6 aprile, quotidiani e mezzi di informazione stanno facendo il pieno sull'’argomento.Ma pur comprendendo la rabbia degli aquilani non posso fare a meno di esprimere una mia idea.Penso che la ricostruzione quando inizierà non potrà mai far tornare la città in tutta la sua bellezza.Le chiese, i palazzi non possono essere ricostruite come prima.Piuttosto che fare le dimostrazioni con le carriole che trasportano  qualche calcinaccio, vedrei meglio che le carriole fossero piene di cemento e mattoni per ricostruire quello che chiunque può fare.E’ sempre una mano che si da.Stesso discorso per il capoluogo di regione.L’Aquila non era adatta prima ora peggio.Il capoluogo di regione deve risiedere in una zona piana con autostrade- porto-aeroporto- ferrovia - superstrade.L’aquila a 700 metri di altezza ha sempre creato problemi.Inoltre quanti doppioni di ufficio per sistemare gli assessorati anche a Pescara?Ciò non significa l’abbandono della città ma avere i piedi a terra.



Luciano Pellegrini
 

3 commenti:

  1. quì, caro Luciano, qualcosa non funziona per la ricostruzione! Il sindaco aveva chiesto con forza di poter avere parte attiva nella ricostruzione insieme ai suoi cittadini ma le cose rimangono ferme a due anni fa. I soldi secondo Chiodi ci sono ( 17 miliardi di euro stanziati)2 miliardi disponibili subito e inutilizzati. Quì si ha paura delle infiltrazioni mafiose nelle imprese che prenderanno gli appalti e mancano sopratutto i progetti dei cittadini per ricostruire in centro storico. Adesso tutta la città è stata messa in sicurezza (tubi di ferro e bulloni dappertutto)spetta a Cialente dare una scossa altrimenti si tolga dai maroni.

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  2. stasera ricordo che c'è una fiaccolata in ricordo del terremoto avvenuto 2 anni fa con partenza alle 23,30 e termine alle 3.30 in piazza Duomo all'Aquila. Sono palliativi (pannicelli caldi)che servono solo a ricordare, ma vorrei dire ai partecipanti "datevi una mossa se no invece di 10 anni, come preventivato, la ricostruzione per molti di voi sarà un'utopia. Tirarsi su le "maniche" e darsi da fare. A tutt'oggi c'è ancora gente che beneficia dei 200 euro messi a disposizione dalla provincia o che dorme in albergo e la disoccupazione e quasi raddoppiata dal 7% a circa l'11,5% con tutto il lavoro che ci sarebbe da fare, lòevare il rottame e ricostruire... darsi da fare come hanno fatto in Friuli Venezia Giulia. Meno chiacchiere e più fatti... lavorare senza aspettare che la manna caschi dal cielo (abbuono sulle tasse e facilitazioni di ogni tipo)per sempre.

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  3. abituati a lucrare sugli affitti degli studenti, un pò di difficoltà oggi ce l'hanno pure loro... vivendo nelle casette strillano!!!!

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