4.4.11

Silvio, un attore da premio Oscar

Se la rivista «Rolling Stone» aveva eletto Silvio Berlusconi rock star dell'anno, dopo «Silvio Forever» in molti lo candiderebbero (e probabilmente meritatamente) all'oscar. Sì perché la star di questa pellicola firmata dagli autori de «La Casta» Stella e Rizzo e diretta da Faenza e Macelloni è solo ed unicamente Berlusconi, che occupa la quasi totalità della pellicola (salvo brevissimi stralci di Benigni, Fo,Travaglio e Montanelli) con video di repertorio intervallati da letture di brani autobiografici del premier. Il film è un viaggio nel mondo incantato del Berlusconi piazzista e fabbricante di sogni. Che poi questi sogni venduti siano  realizzati o no è un altro discorso; ciò che il film mostra è la straordinaria capacità seduttiva del grande ammaliatore che da anni ha conquistato una nazione mischiando eting, populismo, luoghi comuni, volgarità. Per un'eterogenesi dei fini dunque, a livello di contenuti Berlusconi è il vincitore di questa pellicola perché la monopolizza; non si parla di P2, si accenna ad attacchi della stampa su mafia e corruzione, ma si tratta di attimi subito scacciati da filmati di repertorio in cui Berlusconi liquida la questione con una teoria complottista. Se guardiamo al documentario come se non avesse niente a che fare con noi, è un ottimo biopic che fonde tenerezza, gaffes divertenti, melodramma amoroso, crescita della tensione con il tormentone bunga bunga. Sapendo però che questa è la cruda realtà, ci chiediamo chi nel 2011 possa avere voglia di pagare il biglietto per vedere una raccolta di immagini e gaffes già viste; forse il film piacerà di più all'estero dove lo si guarderà con distacco e dove alcune vicende, meno note, potranno ispirare una folkoristica simpatia.Io comunque l'ho visto e lo consiglio a parecchi, se non altro per avere le idee più chiare sull'uomo, sul politico e sulle faccende che lo  riguardano...

1 commento:

  1. @Lorenzo
    sottoscrivo quello che dici. Il problema che l'italiano non vede nessun altro leader che possa guidare con intelligenza le sorti della nazione e si lascia trascinare nella logica del "meno peggio".

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