11.5.11

Chieti - La vera partita dell'acqua


Vorrei ricordare ai miei concittadini che il prossimo 12 e il 13 giugno gli italiani saranno chiamati ad esprimersi su quattro referendum, due dei quali riguarderanno l'acqua. Si dovrà decidere se abrogare o no il decreto Ronchi, che ha regolamentato la cosiddetta «privatizzazione dell'acqua». La questione è di grandissima rilevanza perché l'acqua è e sarà sempre di più - un bene fondamentale per i cittadini, attorno a cui si giocherà la qualità della vita delle persone, il benessere e la ricchezza di una nazione, quando non addirittura la sua stessa sopravvivenza. Del resto, fin dagli albori della storia, attorno all'acqua e alla sua disponibilità sono nate le civiltà, si sono decise le sorti dei popoli, sono scoppiate le guerre per averne il controllo, a cui era legata la vita. E se finora l'abbondanza di acqua, specie nelle nostre regioni alpine, non ne ha fatto comprendere il valore, in futuro sostituirà il petrolio come motore dello sviluppo, in quanto bisogno primario dell'umanità. Finora il confronto su un tema così decisivo si è ridotto ad un semplice scontro fra due slogan: pubblico o privato. Il referendum è invece un'occasione importante per capire più in profondità come stanno le cose, per rendersi conto della realtà effettiva del nostro Paese in termini di approvvigionamenti idrici e di ciclo depurativo, e magari per cambiare anche le proprie abitudini e sviluppare una consapevolezza maggiore, anche nei confronti della gestione dell'acqua. Infatti, al di là di come andrà a finire il referendum, se vincerà il sì all'abrogazione del decreto Ronchi o il suo mantenimento, l'attuale situazione del sistema idrico nazionale e locale non può andare avanti così, perché non potrà reggere, con uno sperpero di acqua che in Italia. arriva a quasi il 50%. Sappiate però che a causa degli acquedotti "bucati", noi in Abruzzo abbiamo le maggiore dispersioni d'Italia insieme a Sardegna e Puglia e che per ogni 100 litri d'acqua erogata se ne immettono mediamente in circolo 80 litri in più, che finisce persa. Questo è un indicatore che ci mostra come è arretrato il sistema idrico nostrano che spesso lascia interi quartieri senza acqua, sopratutto nei periodi estivi.Costringiamo gli amministratori locali ad investire in acquedotti e depuratori e richiediamo delle gestioni più efficienti e meno dispersivi e pretendiamo che i controlli vengano fatti periodicamente e "seriamente", magari da un ente terzo, in modo da essere sempre sicuri della bontà dell'acqua che beviamo. Noi ne siamo rimasti scottati recentemente, le analisi venivano fatte si, ma i componenti nocivi(solventi) venivano bella mente ignorati, credendo che del semplice "carbone attivo" potesse sopperire l'inconveniente. Pertanto occhio, perchè l'intera questione non può essere ridotta ad una semplice opzione, pubblico o privato e comunque vada il referendum, non si potrà andare avanti così come si è fatto finora. Auguriamoci che il servizio idrico rimanga sempre pubblico e ad esso deve essere affidato in termini di tariffe e investimenti, senza dover malauguratamente affidala ad un privato. Il pubblico, i comuni, dovranno garantirne in tutto e per tutto efficienza e funzionalità, rispondendone al cospetto dei cittadini che li votano e ai quali loro dovrebbero al servizio. Concludo dicendo che per queste ragioni la questione acqua è fondamentale e il referendum rappresenta un'occasione unica per affrontare seriamente il problema. al di la delle guerre ideologiche e dei facili slogan.
enio

7 commenti:

  1. i referendum hanno un senso in Svizzera dove al risultato fa spesso seguito una decisione in un senso o nella'altro, ma qui nel paese delle banane, dove ogni cosa finisce in farsa... a proposito quanti di quelli promossi nei decenni scorsi sono andati in porto... privatizzaione rai e altre decine di quesiti? Pressocchè nessuno che si sappia.

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  2. in Italia, dove il costo dell'acqua viene scaricato sul debito pubblico, favorendo quindi indifferenza nell'opinione pubblica su come avviene la gestione del servizio e sugli sprechi dovuti all'inefficienza e la scarsezza di investimenti per cui se non si fa qualcosa avremo un tale peggioramento nella distribuzione idrica che potremmo restare sprovvisti di acqua per lungo tempo.Cerchiamo di costringere gli amministratori a innovare, il referendum potrebbe essere il primo passo!

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  3. Il referendum è un diritto del cittadino (non un dovere come il voto); se questo diritto viene negato perchè "qualcuno" cambia le regole durante il gioco mi tolgono questo diritto. Votate si, votate no, non andate a votare; l'importante è avere una scelta, senza privare la gente del DIRITTO di esprimersi secondo lo strumento che nel dopoguerra ha dato il via alla Repubblica Italiana.

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  4. senza affrontare le ragioni dei favorevoli e dei contrari ci si dovrebbe porre alcune domande, angoscianti: è possibile che i tre maggiori giornali nazionali non ne parlino mai? E che i telegiornali abbiano dimenticato il referendum? Putroppo, in Italia è possibile.
    Il dubbio: silenzio strumentale, per far fallire il refendum, o semplice incapacità di mettere in piedi un dibattito serio?

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  5. Pare che gli attuali sgovernanti da quest'orecchio non vogliano sentire.

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  6. i commenti purtroppo sono stati azzerati da blogger.com e me ne scuso con gli autori. Attualmente "loro" sono impegnati in un vasto restiling che comporterà diversi inconvenienti. Grazie per l'attenzione.

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  7. @lorenzo
    mettimi un Link del blog "Buzz"... in quanto a professionalità e a rispetto degli utenti, questi manco sanno cosa significhi.

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