12.11.12

Chieti - Genitori separati e figli


"Genitori separati e figli" è stato il tema cruciale di cui si è discusso ieri, in un convegno di estrema attualità e sempre maggiore rilevanza sociale. Infiniti sono i casi che occupano le cronache dei giornali e mostrano come i figli siano sempre più spesso l'oggetto di scontro, di ricatto e di baratto in caso di divorzio o di separazione. I numeri, in Italia, sono ormai impressionanti: 90mila i figli coinvolti ogni anno nelle separazioni familiari, di cui 45 mila sotto gli 11 anni. I divorzi si collocano nell'ordine dei 55.000 all'anno (dati 2010), e le separazioni più di 88.000 (sempre dati 2010). Da noi, quì in Abruzzo, le separazioni negli ultimi dieci anni hanno registrato forti incrementi percentuali e nelle famiglie che «saltano» sono spesso presenti dei figli. La mancanza di affidi condivisi e di spazi per esprimere la doppia genitorialità, della madre ma anche del padre, ha scatenato negli anni guerre furibonde, spesso finalizzate alle assegnazioni patrimoniali, in cui però i figli sono diventati oggetto di «scambio» e strumenti di pressione. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, ed hanno dei risvolti drammatici. Quasi un milione di genitori separati (950mila) oggi in Italia possono vedere i figli soltanto poche ore a settimana. È necessario, con urgenza mettere mano al quadro legislativo, per rendere il divorzio non più una «scelta di vantaggio» per uno dei coniugi che, separandosi, ottiene l'esclusiva (o quasi) cura e gestione dei figli, finanziata dall'altro coniuge, che non ha più voce in capitolo (o quasi) sulla destinazione dell'assegno, spesso sostanzioso, che è invece tenuto a versare. E dall'altra occorre fissare dal punto di vista legislativo che il diritto dei genitori a «rifarsi una vita» è subordinato al bene dei figli e al diritto dei figli ad essere cresciuti da entrambi i genitori. Si richiede un intervento radicale anche sull'istituto dell'affido condiviso, che oggi di fatto non funziona (o soltanto parzialmente) o non è applicato.

enio

4 commenti:

  1. Se un padre deve pagare un assegno al cogniuge più debole per i figli, questi soldi dovrebbero essere documentati, con ricevute, che sono serviti effettivamente pro figli. Spesso le madri, questi soldi li spendono in capricci (i più disparati), nel frattempo il cogniuge ritenuto più benestante, mmagari dorme all'ostello e mangia alla Caritas quando gli va bene.Se si stabilisce che un figlio costa diciamo 500 euro al mese non capisco perchè le deva versare solo il coniuge più abbiente. Ma i figli non sono di entrambi i genitori ? Allora entrambi dovrebbero (per quello che riguarda i figli) fare a metà. Comodo avere pollaio, galline ed uova. Questo è quello che succede nelle coppie che scoppiano e, molte volte, quelle brave ex mogliettine si divertono pazzamente con i soldi degli ex coniugi caduti economicamente in disgrazia

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  2. Effettivamente è un problema grosso quello di cui tratti in questo post ma è un problema serio anche quando tra genitori, padre e madre, non esiste alcun tipo di accordo su niente e quanto loro litigano spesso sono i figli a soffrirne.

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  3. ma che ne parliamo affà, tanto tra 100 anni ci saranno solo cinesi e qualche rom come elemento di folckrore

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  4. 100 anni, io penso prima. L'Italia sarà comquistata senza sparare un colpo dai figli dei figli degli immigrati e gli immigrati una volta sbarcati a Lampedusa si avvieranno a piedi per invadere poi l'Europa.

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