22.10.13

Chieti - Piaga sociale o linguaggio di civiltà ?


L'altro venerdì, ero seduto al pub a bermi la mia bella birra "bionda" e a mangiarmi le mie patatine fritte, in compagnia, quando alzando gli occhi alla parete, ho incrociato questo cartello. Un cartello che oggi fa molto riflettere, sopratutto per il suo contenuto, perchè si fa tanta fatica ad ammettere che ci siano ancora persone che ci ricordano di non bestemmiare in un locale pubblico. Se è vero che anche il linguaggio è il segno dei tempi e la cartina di tornasole del livello di civiltà della società, non posso che rattristarmi dinnanzi all´incontrastata proliferazione della bestemmia. Allora, non esiste alcun ambiente o ceto immune da questa immonda ed incivile piaga sociale, perchè la bestemmia, ancor prima di mancare di rispetto ai sentimenti e ai valori religiosi, offende il comune sentire delle più elementari regole di urbanità e convivenza. Le cause e le motivazioni di questo incivile vezzo nazional-popolare, secondo alcune analisi linguistico comportamentali, risalirebbero al fatto che il bestemmiatore si servirebbe semplicemente della bestemmia per inveterata abitudine, disinvolto intercalare, candida parolaccia o innocuo vizietto... insomma un semplice fatto di costume, diversamente, secondo altre analisi di tipo sociologico, l´uso della bestemmia sarebbe riconducibile ad alcuni fenomeni sociali di massa: emulazione, ispirazione, imitazione, identificazione... ed anche in questo caso la sostanza non cambia: la responsabilità non sarebbe mai completamente del bestemmiatore, persino qualche sacerdote, rimasticando teorie moderniste, indulge ad esse con occhio benigno, asserendo che Dio gradisce molto di più le bestemmie dell´uomo disperato, che le preghiere del benpensante pronunciate la domenica durante la messa, e che la bestemmia di chi è nel disagio a volte è sentita come una preghiera, e per questo Dio si accosta misericordiosamente anche a lui. Mi rifiuto di credere a queste interpretazioni buoniste, giustificazioniste e permissiviste, sostenute e giustificate persino da molti educatori o da moderni genitori, amiconi dei loro figli. E´ più verosimile e credibile, che i bestemmiatori, sia giovani che adulti, siano semplicemente delle persone vuote di valori, di contenuti, di linguaggio, di argomentazioni, di cultura, di sostanza, di Dio, dotate di una coscienza assopita sul fondo di un´abissale vacuità...in parole semplici: vuoto spirituale e morale assoluto!

@enio

13 commenti:

  1. molti giovani sono convinti che: oltre una sigaretta light, un vestitino griffato (o più recentemente graffiato…), una spalmatina di gel e un cellulare multiconcertistico anche le bestemmie facciano "tendenza", inserendole quindi a buon diritto nel beauty case del perfetto fighetto trendy, ammirato e invidiato dagli amici poco chic e molto out... in questo desolante quadro è impressionante ascoltare con quanta disinvolta faccia tosta i novelli bocca di rosa riversino i loro improperi addosso ai propri simili... nel linguaggio… del tutto simili.

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  2. Hai perfettamente ragione, @Enio.
    Sono una parolacciara, ma - da non credente/atea/agnostica - mai ho bestemmiato nella mia vita.
    Semplicemente per rispetto di chi, invece, crede.

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    1. Non è da meno, neppure chi farisaicamente si scandalizza (ma non credo esista ancora qualcuno...) ad udire una bestemmia, ma nei fatti non profferisce una singola parola per tacitare o richiamare l´instancabile stacanovista della bestemmia (mai un solo giorno di sciopero...), nascondendosi o giustificandosi dietro il paravento del solito, ma comodo, pretestuoso e un po vile timore di essere tacciato di moralismo clericale e perbenismo di facciata, o per l´orrore e la vergogna di non voler apparire illiberale o antidemocratico dinnanzi ad una società che ha fatto della libertà di espressione (che ha ormai degenerato di fatto, nel più becero libertinaggio verbale e non solo...) il suo cavallo di battaglia.

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  3. La non bestemmia è per me un fatto, morale innanzitutto ma allo stesso livello anche di educazione e rispetto.
    Chi lo fa, mi ricorda i ragazzi che nel momento della crescita, butta fuori qualche parolaccia o insulto per dimostrare chi è il più forte, ma poi a casa i genitori che sentono rimproverano duramente i loro figli (sarà veramente così?).
    Certo se escono continuano a farlo di nascosto, ma crescendo ricordano molto bene l'educazione impostagli e quasi certamente cambiano (mia modesta opinione).
    Perchè ci sono tanti bestemmiatori, forse perchè l'educazione infantile e più libera e per me sbagliata?
    Metterei questo cartello anche in casa mia se potessi!
    Buona giornata Enio.

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  4. una volta credo che fosse reato, forse era esagerato, però il turpiloquio è in qualche misura una violenza verbale.

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    1. Anche la giurisprudenza da un paio di anni , accodandosi supinamente ai nuovi e moderni "costumi" nazionali ha depennato dal codice civile e penale il reato di vilipendio alla religione (altro segno dei tempi...) , per cui grazie alla totale assenza di ammonizioni civili, religiose o giuridiche... l´impenitente bestemmiatore infanga gratuitamente e impunemente con la sua misera grettezza, Dio, la Madonna e tutti noi. Credo sia giunto il momento in mezzo a tanta colpevole vergognosa indifferenza, reagire in prima persona senza esitazioni, soggezioni o complessi di inferiorità, avendo il coraggio di mettere al bando il "partito" fuorilegge dei bestemmiatori... inquinatori morali della nostra civiltà cristiana!

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    2. io abito vicino a un campo di calcio dove si allenano i ragazzini, non ti dico...

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  5. Caro Enio, non sono credente, ma trovo la bestemmia stupida e incivile manifestazione di uno strano complesso di chi la pronuncia, che ha bisogno di inveire contro valori riconosciuti da altri forse per sentirsi superiore, diverso, intelligente. Bisogna smetterla di accettare e giustificare l'ignoranza generalizzata.

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  6. E' un ennesimo segno del cattivo gusto e della mancanza di rispetto di questi nostri volgari tempi

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  7. La bestemmia è forse il modo più idiota per manifestare la propria rabbia. Se si è credente e si bestemmia si va contro i nostri principi. Se non lo si è, oltre ad offendere il credo altrui, ci si dimostra un po', come dire, dissociati: come si fa, infatti ad imprecare contro qualcosa che riteniamo non esista? Un caro saluto, Fabio

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  8. carino il cartello.. almeno il giovane (o non giovane) avventore è avvisato. Io penso che Peppone e don Camillo, pur non condividendo le stesse idee, comunque si rispettassero a vicenda..
    buona domenica

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  9. è solo questione di educazione, mentre una volta sì che c'era l'odio vero, specialmente qui nell'ex regno pontificio dei contadini in genere servi della gleba e poi mezzadri, verso i grassi rappresentanti del signore.
    Oggi il bestemmiatore non ce l'ha più con le sacre persone, ma lo fa per rafforzare la parolaccia, quando ritiene che essa sia poco efficace, fatto salvi i toscani i quali non si pongono proprio il problema

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  10. Ciao Enio, sinceramente, io non sono molto "collegato" alla religione, ma ho un principio: "Se credi in Dio perché bestemmi, e, se non credi, perché bestemmi su qualche cosa in cui non credi?". In 70 anni di vita, l'unica volta in cui ho bestemmiato è quando mi è caduta, sulle unghie degli alluci, una porta (quella superiore) dell'armadio 4 stagioni. Ne porto ancora le conseguenze. Buona domenica.

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