10.10.13

Chieti - Si è globalizzata anche la povertà

Altro che maxievasori, finanziarie etiche e sociali, tagli ai costi della politica sbandierati e mai eseguiti. Altro che immigrati che arrivano in massa sognando un posto migliore! I nuovi poveri sono i nostri vicini, il conoscente della porta accanto, non necessariamente l'accattone, ma anche colui che se ne esce di casa tirato a lucido ostentando un'agiatezza che non ha. Le cifre, stavolta, parlano da sole. Non è un romanzo di fantasia ma la cruda realtà. Le persone indigenti, annotate nelle statistiche e quindi conosciute (ma chissà quante sono quelle ignote, per scelta o per altri motivi), sono tanti, un abitante ogni 30. In senso lato, ogni condominio dell'urbe ospita un povero. Le categorie sono ovviamente diverse. Ci sono quelli che si rivolgono ai servizi sociali del Comune per ottenere un sussidio economico, un'integrazione alle minime entrate non sufficienti per campare, e quelli che si affidano al banco alimentare per rimediare un pasto, qualcosa da mettere sotto i denti per non rischiare di morire davvero di stenti. E poi ci sono i senza fissa dimora che nelle strutture preposte trovano un rifugio caldo e accogliente e pure pietanze da mettere sotto i denti. Insomma, la fotografia che ne esce è alquanto desolante. Altro che città ricche, quindi! Per carità, non è che nel resto d'Italia si stia meglio, anzi addirittura peggio, ma il mondo della povertà, sommersa o esplicita, ha messo radici anche quì. SUSSIDI. Sono le spese sostenute dal Comune. Si tratta di «sussidi economici mensili ai soggetti in stato di bisogno». Molte famiglie, infatti, non riescono a sostenere l'affitto o a pagare le bollette della luce perché, in quel momento, sono senza lavoro o hanno dovuto affrontare degli esborsi improvvisi. A sfuggire la fame rifugiandosi nel banco alimentare sono solo italiani. Ci sono situazioni critiche come le donne sole con bambini e un lavoro part-time che non serve nemmeno per sbarcare il lunario, e gli anziani che vivono soli e che hanno figli sistemati, benestanti che non si curano di loro. Si è globalizzata anche la povertà.

@enio

13 commenti:

  1. La via crucis di quest'anno potrebbe avere come "stazioni" la catena di chiusure di aziende, la crisi dell' edilizia, il susseguirsi di licenziamenti, la crescita della disoccupazione, la perdita della speranza. Non ci sono isole felici, non ci sono categorie privilegiate. Tutti soffrono una situazione dalla quale non si intravede via di uscita. Italiani e stranieri, giovani e lavoratori 'maturi, tute blu e colletti bianchi, professionisti e operai, ciascuno potrebbe raccontare la propria storia, L'improvvisa presa di coscienza di essere finiti tra i poveri. Di non arrivare per davvero alla fine del mese. Sfratti, pignoramenti, debiti insoluti sono all'ordine del giorno. Interi comparti non ce la fanno più, la cassa integrazione anche straordinaria sta per giungere al termine, fabbriche chiudono i battenti, le multinazionali se ne vanno. Si potrebbe continuare a lungo con questa descrizione. A cui dovrebbe essere aggiunta una dimensione psicologica ed esistenziale: la crisi porta alla sfiducia, finanche alla disperazione. Se poi questa crisi è generalizzata, questi stati d'animo individuali diventano per così dire collettivi, sociali, politici.

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  2. Non aggiungo nulla a questo tuo vero dalla A alla Z ed è meglio che mi stia zitto.

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  3. io credo che questa povertà ci sia sempre stata, oggi magari c'è più sensibilità.

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  4. Come Monty (il Monticiano) sottoscrivo tutto.

    @Sara, non sono molto d'accordo.
    È vero che questa povertà c'è sempre stata e quella che c'è oggi la definirei più "visibilità" piuttosto che "sensibilità": ma ieri c'era molta più "solidarietà". Ed era silente e discreta, e non permetteva ad alcuno di andare a ravanare nei cassonetti per sfamarsi: c'erano la famiglia, i vicini, i conoscenti e anche gli estranei che aiutavano chi era in difficoltà.

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    1. beh... ci si aiutava perchè si "poteva"... adesso non si può nemmeno più... si arriva a fine mese con l'acqua alla gola...

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  5. l'euro ha imposto la doppia velocità, c'è chi se lo è cambiato a 1000 lire e chi, come i lavoratori a 2000 lire
    E' solo una questione matematica se ci sono più poveri, si saranno ingrassati più ricchi
    Coloro che hanno la doppia e tripla velocità (dirigenti, liberi professionisti indispensabili, caporioni di stato, etc) inquinano la vita dei morti di fame, perchè grazie a loro il costo delle case è triplicato anche nelle periferie, così come il ristorante, la pizza.
    Consiglio a tutti di resistere, farsi il pane in casa, non comprare cellulari e tutti gli altri prodotti fatti all'estero

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  6. Non si può che condividere quello che dici, perché questa realtà la vediamo intorno a noi, ogni giorno. La situazione è peggio di quella che si crea dopo la guerra, perché in quel caso ferve lo spirito di ricostruzione, c'è l'entusiasmo della ripresa, qui c'è solo la depressione che ti prende quando hai davanti un tunnel buio senza vie d'uscita.

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  7. È vero ciò che hai scritto ho diverse famiglie con figli, amici, che non riescono a sostere spese normali come, comprarsi il cibo od i medicinali, che non può pagare bollette ed altro.
    Ho paura addirittura di aiutarli, perchè non vorrei offenderli, sono persone per bene, con delle belle famiglie alle spalle.
    Non mi piace molto neanche quando si dice diamo lavoro ai giovani, sì certo ai giovani ed ai padri di famiglia ultraquarantenni con figli a carico chi li pensa???
    Scusa un piccolo sfogo, ti ringrazio a presto.

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  8. E' triste e vero tutto ciò, e il peggio è che non si prospetta miglioramento, anzi...

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  9. condivido il tuo post e quoto anche ciò che scrive Bastian Cuntrari. Eppure io penso che davanti al pateracchio di questo governo che parla tanto e decide poco, ormai tocchi a noi, da singoli e insieme, soprattutto i giovani che hanno davanti il futuro, mettere in atto tutto l'ingegno e la fantasia per studiare vie nuove, nel rispetto dell'ambiente, senza sperperi, riutilizzando recuperando, decrescendo... e ove possibile, buttarsi in attività nuove o riscoprendo quelle abbandonate, che invece servono ancora! (ad es. ho visto un servizio su un ragazzo che ha fatto un corso di calzolaio e ora guadagna, dato che ora si butta di meno e si cerca di riparare, ragazzi italianissimi che facevano la pizza (ieri sono andata a curiosare ad Eataly.. prodotti tutti pure italianissimi!! siciliani, emiliani, tanti vini piemontesi e non solo.. c'era la fila per mangiare (vedi che poi la povertà è solo di una parte...) e tanti avevano i carelli pieni, perché forse hanno detto basta alle arance spagnole e ai limoni dell'Argentina!). E poi il turismo, l'arte, potremmo camparci sopra! bisogna spingere su questi governanti mezza-tacca che sanno solo spendere inutilmente (rubare?..) e sprecare! altro che F35 e Tav!!
    ciao

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    1. ciao!
      altro che TAV ed F35 ...
      non posso non darti "corda"...

      :-)

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  10. Eppure, a sentir ieri sera la conferenza stampa del duo alfetta, quelli che denunciano questo stato di sofferenza diffusa e generalizzata sono delle "Cassandre"!

    Ciao Enio e buona serata. Ti assicuro che la "miseria" è visibilmente terribile anche in altre città di questo nostro Paese. A Chieti aggiungici Roma, dove gente alla disperata ricerca di come sopravvivere alla giornata, per strada, se ne vede sempre di più. E, per giunta, non sono solo anziani.

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  11. negare l'evidenza è classico delle dittature.
    a bossilandia, nella zona di mio padre, gli spazzini quando finisce il mercato rionale settimanale sono "circondati" da persone che "spulciano" tra le cassette cercando qualcosa di commestibile...

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