29.11.17

Verità o promesse elettorali ?

L'ultimo arrivato è il bonus per chi si prende cura di un familiare ammalato. Tecnicamente si chiama, con il solito anglicismo, «caregiver». Politicamente è l’ennesimo cambiamento della manovra nel segno del «sociale». Tutto bene, naturalmente. Nessuno si sognerebbe di giudicare superfluo o di etichettare come spreco un sussidio destinato a sostenere nuclei familiari in oggettiva difficoltà. Il problema è un altro. La legge di Bilancio, per motivi di compatibilità finanziaria e di rispetto dei parametri europei, è stata messa a punto secondo rigidi criteri di austerità, sulla falsariga di quelle degli ultimi anni. Non a caso, il ministro Padoan, ha fatto più volte ricorso alla metafora del «sentiero stretto» per far capire agli italiani che in cassa c’erano poche risorse. E che, quindi, andavano concentrate su pochissime voci di spesa: giovani, investimenti, poveri. E così è stato. Nel suo percorso parlamentare, però, la manovra sta prendendo, giorno dopo giorno, una piega un po’ diversa. I destinatari dei provvedimenti sono ancora le fasce più deboli. Ma i partiti si sono fatti prendere la mano. E hanno allargato i cordoni della borsa. Così, prima hanno cominciato a mettere in discussione l'innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni nel 2019. Poi, nel mirino è finito il «super-ticket» sanitario, che molti vorrebbero abolire già nel 2018. Infine, una raffica di bonus, a cominciare da quello per i bebè su cui pare si sia vicini ad un accordo. Oltre al promesso ampliamento del reddito di inclusione. Tutti temi che cercano di dare risposte a situazioni di disagio, rese più acute dopo otto anni di crisi economica. Ma il rischio è sempre quello dell’assalto alla diligenza. Un pericolo reso più tangibile dalla imminente campagna elettorale. Io sono convinto che scopriremo dopo le elezioni che i bonus della manovra, più che una manna caduta dal cielo, saranno solo promesse gettate al vento. Passata la sbornia delle urne, gli italiani si ritroveranno con la necessità di rimettere mano al portafoglio, magari con una manovra bis nella prossima primavera.

 

7 commenti:

  1. per il nostro amato, generoso, immaginifico bobbolo, oggi più che mai si sente la necessità dell'avvento di un illuminato capace dal nulla di generare peni e pesci pe' tutti

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  2. Non si risolvono le cose dando soldi, bisogna evitare gli sprechi e creare lavoro.

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    1. Hai ragione Sara ma i nostri politici pensano solo alla maniera di essere rieletti del resto non se ne preoccupano

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  3. Campagna elettorale, pura e semplice. Uno promette "mille euro di pensione a tutti", un altro "bonus per i familiari ammalati". Puah. Ho ancora sul gozzo la stronzata degli 80 euro, io, nonché "aboliremo l'IMU" che ha portato i comuni a triplicare tutte le altre tasse. Sara ha perfettamente ragione: non è con "regali" che poi dovremo restituire con interessi da usuraio che si risolvono le cose, ma cercando di fare in modo che il lavoro non sia precariato a vita pagato a "vàucer" o puttanate del genere.

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    1. È un circolo vizioso che non è in grado di autoalimentarsi; alla fine della fiera va sempre a gravare sulle tasche dei contribuenti - i quali, grazie al giòbbs att (non si scrive così? Pazienza), non hanno più nemmeno modo di contribuire.

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  4. un caro augurio di pace e serenità
    a risentirci il prossimo anno

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