10.8.18

Basta aiuti Bce I rischi dell’Italia


In Formula 1 quando c’è pericolo entra in pista la «safety car» per rallentare la corsa ed evitare incidenti. Anche il Quantitative Easing lanciato dalla Banca Centrale Europea nel gennaio 2015 ha evitato pericolosi testacoda nell’eurozona. La «safety car» annulla i distacchi tra le auto in gara, il QE riduce lo spread che misura il differenziale di rischio tra Paesi. Tuttavia Mario Draghi ne ha annunciato la fine imminente. L’economia italiana è pronta a tornare in gara? La politica monetaria espansiva è stata provvidenziale per l’Italia: ha diminuito il rischio di crisi di fiducia nel debito sovrano, tenuti bassi i tassi d’interesse e favorito il graduale ritorno alla crescita. Ma da ottobre la Bce dimezzerà gli acquisti di titoli da 30 a 15 miliardi al mese (già da gennaio 2018 era passata da 60 a 30) e li azzererà a fine anno. Ogni Paese potrà contare solo sulla propria competitività. Fortunatamente l’Italia ha un ottimo «motore», costituito dalla vitalità di tante piccole imprese che durante la crisi hanno mostrato un’incredibile resilienza. Ottimo anche il «pilota»: l’italiano medio con elevata propensione al risparmio e grande versatilità. Purtroppo però la nostra economia è condizionata da un debito pubblico di quasi 2 mila e 300 miliardi di euro, circa 40 mila a testa compresi neonati e centenari. Diverse sono le conseguenze negative. La prima è che il pagamento degli interessi sottrae preziose risorse alla crescita. Nel 2016 la spesa per interessi è stata di oltre 66 miliardi, nel periodo 2007-16 di 760, negli ultimi 20 anni di 1.700. Destinarne anche solo una frazione a investimenti pubblici aiuterebbe la crescita. Vi è poi un effetto spiazzamento sugli investimenti del settore privato, che compete con quello pubblico per attrarre il risparmio. Entro fine 2022 scadranno 47 miliardi di bot, 734 di btp, 85 di cct e 32 di ctz. Rifinanziare 900 miliardi sottrarrà risorse agli investimenti privati. Importante è anche il rapporto debito/Pil. L’Italia è al 132% e, nel caso di shock economici sfavorevoli, la gestione del debito potrebbe divenire insostenibile: difficile sia rifinanziarlo che pagarne gli interessi. Il ministro Tria dice di voler attuare reddito di cittadinanza e flat tax pur mantenendo l’equilibrio dei conti pubblici e riducendo il debito. Non sarà semplice. Il QE è stato un’opportunità per l’Italia, che avrebbe potuto fare riforme e riordinare i conti pubblici. Presto la «safety car» di Draghi uscirà di pista. Per evitare testacoda sarà necessario guidare con prudenza.


3 commenti:

  1. saranno capaci questi 2 cialtroni di guidare l'Italia fuori dalle secche dei debiti pubblici ? Ai posteri l'ardua sentenza.

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  2. C'è ancora troppa spesa pubblica da rivedere, a iniziare a mio giudizio dalla sanità.

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  3. diciamo che fare debiti nei paesi latini era conveniente, in quanto con una inflazione al 20% gli interessi pagati sui BOT o BTP erano molto assai inferiori e col tempo il debito si nullificava. Ma questo è un po' cialtronesco e classico delle menti immaginifiche latine, poco serio e quindi rifiutato dai popoli di razza superiore. Lo sbaglio fu di unirsi anche monetariamente con quei popoli con la furba speranza di far pagare ad altri la nostra immaginificità. Ad esempio l'inghilterra non entrò nell'euro, potevamo fare lo stesso. Per tutti noi pensionati e lavoratori a reddito fisso tornare alla lira sarebbe una rovina (voglio ricordare la disonestà di quando passammo dalla lira all'euro dimezzando il nostro tenore di vita perché i caporioni ne approfittarono per triplicarsi le loro prebende) quindi accontentiamoci della mezza mela, perché essi, i caporioni, vorrebbero farla diventare un quarto, addirittura vorrebbero spingere l'inflazione quando basta andare in giro per accorgersi che la classe media è scomparsa

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