11.4.09

Malati di Internet

Trascorrono i pomeriggi navigando in internet, chattando, sfidandosi in giochi di ruolo. Si inventano una vita parallela e con essa giocano finché si accorgono di non poter più farne a meno. Sono sempre di più i «malati» di computer e di internet, i giovani che - soprattutto maschi e sui 16-17 anni - non staccano mai gli occhi (e la mente) dal video. Neppure per mangiare. C'è chi lascia la scuola, chi «dimentica» la compagnia e preferisce trascorrere le giornate chiuso nella propria stanza anziché fare quattro chiacchiere con gli amici o un po' di sport. In questo modo la passione per la tecnologia diventa malattia. È una patologia, sì, siamo nell'ordine dell'isolamento da una serie di stimoli sociali. Si ammalano quelle persone che hanno difficoltà a trovare uno spazio nel mondo in cui definirsi ed avere rapporti con i propri pari. Spesso si è costretti a ricorrere ad uno specialista, nel caso specifico ad uno psicologo per riportare le cose su un giusto binario. A lui si rivolgono molti genitori, che non sanno più come muoversi. Purtroppo alcuni hanno lasciato andare la situazione e si sono ritrovati con ragazzi che trascorrono dalle 7 alle 8 ore al giorno davanti al computer. Ma ci sono alcuni campanelli d'allarme. Dipende da quanto un adolescente sta collegato ad internet, cosa fa. I giochi di ruolo, ad esempio, possono diventare pericolosi perché creano una realtà alternativa. Per non pensare, i ragazzi navigano. Se i genitori si intromettono, minacciando ad esempio di spegnere il computer, possono anche scaturire episodi violenti. Come è accaduto lo scorso anno, con un diciassettenne che aveva messo a soqquadro la casa. La «nuova» dipendenza si chiama Hikikomori , termine giapponese che indica i giovani che rigettano la vita pubblica isolandosi e diventando schiavi della propria vita sedentaria, sfidandosi ai videogiochi e trascorrendo tutto il tempo davanti allo schermo del computer o della televisione. Sono gli adolescenti a rischio, quei ragazzi che frequentano i primi anni delle scuole superiori. Bisogna innanzitutto sostenere padri e madri, perché si ricordino che è giusto, all'interno di una famiglia, dare delle regole e stabilire le priorità. Se il ragazzo è iscritto ad una scuola, è bene portare avanti l'impegno, si devono stabilire gli orari. Quando le situazioni vanno fuori dal controllo, quando il genitore si accorge della dipendenza del figlio dal mezzo tecnologico, si deve avere la possibilità di riflettere insieme a lui. Se il ragazzo sta al computer fino a tarda notte, non ha voglia di andare a scuola, spesso parla ai genitori ma solo per tenerli buoni, non fa sport, non esce, ha 4 o 5 amici che stanno anche loro parecchio tempo sul computer: sono i primi campanelli d'allarme è meglio intervenire subito. C'è chi grazie al computer riesce a fare piccoli lavoretti retribuiti, ma anche chi fa giochi di ruolo, dove si costruisce la propria identità, si racconta come vuole essere e si rappresenta con una sorta di alter ego, anche fisicamente. Ad esempio, alcuni maschi esplorano la possibilità di essere donne. E viceversa. Possono raccontare tutto ciò che vogliono, proiettare l'identità desiderata. Più costruiscono tale identità più è difficile rientrare nella propria. Intervenire perchè il rischio è quello dell'isolamento completo. Purtroppo ci sono genitori che sottovalutano il fenomeno e lasciano andare la situazione ritrovandosi con figli che stanno anche 7-8 ore davanti al computer dimenticandosi persino di fare persino i compiti.

4 commenti:

  1. ciao enio, tantissimi auguri di buona pasqua...da un malato di internet .-(

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  2. Una Buona Pasqua a te e a tutte le persone del mondo augurandovi una pace universale piena di gioia e felicità.

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  3. Auguroni di cuore anche a te, Enio, e la tua famiglia

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  4. ciao @enio...come va?...
    tutte le cose vanno usate con la giusta misura...sta a noi...:-)

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