Ho voluto riprendere uno scritto struggente di Luciano Pellegrini sulla scomparsa di due personaggi illustri della nostra città, Camillo Gasbarri e Nino del Monaco. Lascio a lui la parola senza aggiungere o togliere niente al suo scritto.
" A distanza di poche ore, due personaggi illustri della nostra città sono morti. Per Camillo Gasbarri, ci sono stati molti necrologi e manifesti funebri, perché conosciuto da tutti ed impegnato nel sociale, nel volontariato, nella scuola, in politica, musica, arte, teatro. Era un filantropo, nel senso originario del termine, che significa una persona amante della "cultura letteraria e filosofica". Era sempre presente in tutte le iniziative cittadine, come relatore, come professore, moderatore "dotto". Anche sui giornali e sui blog è stato ampiamente e giustamente ricordato.
Altrettanto cittadino illustre di Chieti era Nino del Monaco, che per quaranta anni ha diretto il Miserere della nostra città, alla processione del Venerdì Santo, contribuendo a rendere questo canto sacro così suggestivo e mirabile, così come anche il Santo Padre ha avuto modo di ammirare. Del Monaco, però, non ha avuto lo stesso unanime e visibile ricordo che è toccato all'amico Gasbarri, a cui pure la Processione del Venerdì Santo lo legava. Il Salmo 51 (numerazione greca: salmo 50) è ritenuto uno dei principali componimenti del libro biblico dei Salmi. Miserere mei, Deus, secundum magnam misericordiam tuam. Il Miserere in sol minore, composto nel 1767, da Saverio Selecchy, (Chieti,1708-1788), musicista sacro teatino, maestro di cappella, rappresenta sicuramente l'elemento più suggestivo dell'intera processione. A livello mondiale, Nino del Monaco sicuramente è stato importante, se non altro perché la processione del Venerdì Santo di Chieti è famosa in tutto il mondo, anche per i tanti emigrati abruzzesi, che nel giorno in cui la Chiesa fa memoria della Passione di Cristo tornano in Abruzzo per rivivere questa tradizione. Quello che caratterizzava Del Monaco era la sua bacchetta per dirigere, poi diventata fluorescente per essere più visibile dall'orchestra, in quanto la processione si svolge di notte, che il maestro impugnava e muoveva con professionalità. Quello di Del Monaco, del resto, non era un compito facile perchè il maestro aveva molto da lavorare per far esprimere tutti noi cantori, con la professionalità, la sofferenza e il sentimento che la giornata esprime. Gli spettatori, durante la sfilata dei simboli, sono composti, tristi, ma aspettano di ascoltare le note del Miserere che si preannuncia da lontano. A mano a mano che il corteo avanza per il suggestivo centro storico, il potente canto dei coristi fa fremere ogni cuore, trasformando ogni anno gli spettatori passivi in attori protagonisti del dramma. Ma, da alcuni anni, a causa di incomprensioni e giustificando certe scelte "per motivi di salute", Nino passò il testimone, “la bacchetta”, ad un altro maestro. Ciò lo rattristò, per questo cercò di non partecipare più, neanche alle prove. Anzi, non partecipò più neanche alla rappresentazione della processione. Ha cercato di dimenticare il passato!
Personalmente, gli volevo bene, ricambiato anche da lui. Spesso mi fermavo a scambiare quattro chiacchiere, ma non ci soffermavamo sui pettegolezzi. Gli piaceva parlare della montagna e delle passeggiate che faceva a Sant' Eufemia. Ho avuto la fortuna di cantare con lui. Era difficile coinvolgerlo, perché schivo, timido, ma profondamente sensibile, "raffinato, generoso"... La sua voce di baritono, alta, chiara, forte, calda, flessuosa, determinata, scandita, armonica, vibrante, accattivante, modulare e tecnica, ti coinvolgeva a unirti e seguirlo, anche per imparare e migliorarti. Cercava di non partecipare quelle volte che in amicizia, con una chitarra e un bicchiere di vino, ci divertivamo a cantare. Ma se iniziava, specialmente con il repertorio napoletano, allora apprezzavi il suo dono, il talento la sua voce.. Ciao, Nino, sicuramente seguiterai a cantare e noi, tutti quelli che ti hanno voluto bene, ti ascolteremo e cercheremo di formare un coro! "
Luciano Pellegrini
" A distanza di poche ore, due personaggi illustri della nostra città sono morti. Per Camillo Gasbarri, ci sono stati molti necrologi e manifesti funebri, perché conosciuto da tutti ed impegnato nel sociale, nel volontariato, nella scuola, in politica, musica, arte, teatro. Era un filantropo, nel senso originario del termine, che significa una persona amante della "cultura letteraria e filosofica". Era sempre presente in tutte le iniziative cittadine, come relatore, come professore, moderatore "dotto". Anche sui giornali e sui blog è stato ampiamente e giustamente ricordato.
Altrettanto cittadino illustre di Chieti era Nino del Monaco, che per quaranta anni ha diretto il Miserere della nostra città, alla processione del Venerdì Santo, contribuendo a rendere questo canto sacro così suggestivo e mirabile, così come anche il Santo Padre ha avuto modo di ammirare. Del Monaco, però, non ha avuto lo stesso unanime e visibile ricordo che è toccato all'amico Gasbarri, a cui pure la Processione del Venerdì Santo lo legava. Il Salmo 51 (numerazione greca: salmo 50) è ritenuto uno dei principali componimenti del libro biblico dei Salmi. Miserere mei, Deus, secundum magnam misericordiam tuam. Il Miserere in sol minore, composto nel 1767, da Saverio Selecchy, (Chieti,1708-1788), musicista sacro teatino, maestro di cappella, rappresenta sicuramente l'elemento più suggestivo dell'intera processione. A livello mondiale, Nino del Monaco sicuramente è stato importante, se non altro perché la processione del Venerdì Santo di Chieti è famosa in tutto il mondo, anche per i tanti emigrati abruzzesi, che nel giorno in cui la Chiesa fa memoria della Passione di Cristo tornano in Abruzzo per rivivere questa tradizione. Quello che caratterizzava Del Monaco era la sua bacchetta per dirigere, poi diventata fluorescente per essere più visibile dall'orchestra, in quanto la processione si svolge di notte, che il maestro impugnava e muoveva con professionalità. Quello di Del Monaco, del resto, non era un compito facile perchè il maestro aveva molto da lavorare per far esprimere tutti noi cantori, con la professionalità, la sofferenza e il sentimento che la giornata esprime. Gli spettatori, durante la sfilata dei simboli, sono composti, tristi, ma aspettano di ascoltare le note del Miserere che si preannuncia da lontano. A mano a mano che il corteo avanza per il suggestivo centro storico, il potente canto dei coristi fa fremere ogni cuore, trasformando ogni anno gli spettatori passivi in attori protagonisti del dramma. Ma, da alcuni anni, a causa di incomprensioni e giustificando certe scelte "per motivi di salute", Nino passò il testimone, “la bacchetta”, ad un altro maestro. Ciò lo rattristò, per questo cercò di non partecipare più, neanche alle prove. Anzi, non partecipò più neanche alla rappresentazione della processione. Ha cercato di dimenticare il passato!
Personalmente, gli volevo bene, ricambiato anche da lui. Spesso mi fermavo a scambiare quattro chiacchiere, ma non ci soffermavamo sui pettegolezzi. Gli piaceva parlare della montagna e delle passeggiate che faceva a Sant' Eufemia. Ho avuto la fortuna di cantare con lui. Era difficile coinvolgerlo, perché schivo, timido, ma profondamente sensibile, "raffinato, generoso"... La sua voce di baritono, alta, chiara, forte, calda, flessuosa, determinata, scandita, armonica, vibrante, accattivante, modulare e tecnica, ti coinvolgeva a unirti e seguirlo, anche per imparare e migliorarti. Cercava di non partecipare quelle volte che in amicizia, con una chitarra e un bicchiere di vino, ci divertivamo a cantare. Ma se iniziava, specialmente con il repertorio napoletano, allora apprezzavi il suo dono, il talento la sua voce.. Ciao, Nino, sicuramente seguiterai a cantare e noi, tutti quelli che ti hanno voluto bene, ti ascolteremo e cercheremo di formare un coro! "
Luciano Pellegrini
io non ho avuto la fortuna di conoscere questi personaggi anche perchè ho vissuto per quasi 40 anni a Milano e saltuariamente ritornavo giù a Chieti (principalmente alle ferie d'agosto e alle feste di Natale).
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