25.1.10

Albania - Amarcord


Mio padre mi dava poche notizie sulla guerra in Albania, solo brevi flash, velocemente, ricordava i nomi di qualche comandante, della città o della località raggiunte, i primi scontri armati, i feriti, i congedati, i morti, il 232° Reggimento Fanteria, cui lui apparteneva, la risalita della valle di Bence. "Eccomi a Bence, scriveva col lapis, sul suo diario, un foglio di carta che serviva per avvolgere il pane, poche case di pietra tra il torrente e la scarpata, ormai tutte disabitate. All'ombra di un cipresso vidi otto o dieci croci, improvvisate, con il legno verde delle casse delle munizioni: i primi nostri caduti, quelli del mio reggimento, sorpresi forse dal nemico quel maledetto 31 dicembre mentre si raggiungevano le linee... ci sarei potuto essere anch'io...". Mi sottolineava l'inesperienza dei suoi comandanti, la pochezza degli armamenti a disposizione, il freddo, i pidocchi e quel clima complessivo di guerra che ricordava per molti aspetti quello della Prima Guerra Mondiale. Si marciava sempre e per luoghi ignoti e mi ricordava quando, arrivati in una valle verde, valle Saliari, piena di pascoli, piccole abetaie, qualche faggio tale da ricordargli la campagna della Madonna della Vittoria, quella da dove se ne era partito volontario a 17 anni per poter mangiare 3 volte al giorno, prima che la Seconda Guerra Mondiale scoppiasse, durante il suo periodo di ferma. Solo una lontana somiglianza bada bene, mi diceva, il sentiero passava spesso accanto ad un cimitero di guerra. Sopra il cancello c'era una grande scritta:"Ritorneremo". Poi mi raccontò, che di lì a qualche giorno di marcia, arrivarono in una valle che battezzarono subito "il vallone dei muli morti" a causa delle molte carogne di mulo mezzo putrefatte che ne ammorbavano l'aria, sempre con la paura che da un momento all'altro sarebbe potuto venire l'ordine di un attacco. Si accampavano e ripartivano rosicchiando pezzi di vecchie pagnotte di pane, mentre correva dall'uno all'altro, borracce con un pò di anice, discorrendo sottovoce di cose lontane per evitare di pensare agli eventi bellici imminenti. Poi più niente, finchè l'8 giugno del '41 avvenne il trasferimento in Grecia, dove i Panzer tedeschi, venuti come al solito, in soccorso delle truppe italiane, erano nel frattempo, riusciti a vincere la resistenza greca sostenuta dagli inglesi. Si ricordava di quella marcia di 70 chilometri, fatta con 2 tappe, per arrivare a Atene stravolti dalla fatica. Quì il racconto si faceva confuso, mi ripeteva che gli scontri dei partigiani con i carri armati tedeschi erano frequenti, che questi lottavano ferocemente per aiutare la popolazione locale. Agguati che lasciavano a terra diversi soldati italiani, a cui seguivano rappresaglie durissime, la logica della guerra non risparmiava quell'angolo di Grecia....


11 commenti:

  1. meglio nella campagna di Grecia da dove molti sono ritornati a casa, che dalla campagna di Russia dove in tanti ci hanno lasciato la pelle... mussolini lì li aveva mandati a combattere con le attrezzature usate in Africa, comprese le scarpe di cartone; sperava che non tornassero in parecchi in modo da potersi sedere al tavolo dei vincitori con un bel carnet di morti!

    GUS

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  2. che tristezza a pensare a tutti quei morti ..mio nonno è stato fatto prigioniero in Libia ..e per fortuna è tornato ..vivo ..
    Che amarezza pensare che l'uomo ricordando le guerre passate non riesce proprio a farne tesoro per lavorare alla pace.

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  3. @NienteBarriere

    la storia non è stata maestra di vita neanche in questo caso della II Guerra Mondiale, perchè non ha insegnato agli uomini che la guerra porta sempre morte e distruzione da ambo le parti...

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  4. che belle queste foto, ne ho anch'io del mio babbo !

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  5. a me piace tanto leggere di queste storie vissute..

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  6. @Ale
    grazie per l'intervento. Sto mettendo in web tutto il diario del mio "vecchio", che adesso non c'è più,per portare alla ribalta un periodo storico, ricco di episodi di tutti i giorni di soldato in quel triste periodo bellico, meno eroici, ma non per questo meno interessanti. Lo correderò di una serie di fotografie custodite gelosamente dalla mia mamma che oggi ha 84 anni.

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  7. Complimenti per l'articolo...davvero interessante.

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  8. complimenti per il post, storie da ricordare
    un saluto

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  9. Uno squarcio di veritaà. Grazie...

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  10. Gentile amico,
    vorrei informarti che mi è sembrato di riconoscere mio padre in questa fotografia. Esattamente il terzo in basso a partire da sinistra. Egli ha partecipato alla campagna d'Albania e poi rimase disperso su quelle montagne fino al 1948. Vorrei qualche notizie da te sulla provenienienza di questa immagine. Grazie

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  11. Salve Enio, anche mio padre era del 232 rgt fanteria della Brennero. Può essere che i nostri 2 padri si conoscessero perchè le date e i posti sono gli stessi. Non sono riuscito a leggere il diario che hai messo su Web. Come possso contattarti per uno scambio di informazioni? Per ultimo, tuo padre dopo l'8 settembre è stato catturato a Fieri per caso?
    Grazie
    Lucio

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