3.6.10

Le Madri Costituenti


In questi giorni dove si parla tanto di Costituzione e dei Padri Fondatori della stessa, penso sia giusto ricordare anche la parte femminile di allora: le "Madri Costituenti". L'assemblea Costituente che venne eletta il 2 giugno 1946, con la partecipazione, entusia­sta e convinta, del neo elettorato fem­minile, vedeva, tra i suoi 556 compo­nenti, la presenza di 21 donne. "Madri Costituenti" che portarono un contributo importante al testo e ai contenuti della nascente Carta Costituzionale. A Maria Federici, ad esempio, dob­biamo la tutela della famiglia costi­tuita anche al di fuori del matrimonio perché «la maternità è così fondamen­tale e delicata che ha bisogno di par­ticolari cure». A Teresa Noce Longo dobbiamo le parole dell'articolo 3 «Tutti i cittadini sono uguali " senza distinzione di sesso...che hanno po­sto le basi dell'uguaglianza tra uomi­ni e donne. Potrei continuare ricordando l'apporto significativo di ognuna delle nostre Madri Costituenti. Orgogliose soste­nitrici di un ruolo femminile nuovo, che chiedeva ai colleghi di essere riconosciute non più "oggetto di for­mali galanterie e di cavalleria di altri tempi, ma espressione rappresenta­tiva di quella metà del popolo italia­no che ha pur qualcosa da dire, che ha lavorato con voi, con voi ha sof­ferto, ha resistito, ha combattuto, con voi ha vinto con armi talvolta diverse, ma talvolta simili alle vostre e che ora con voi lotta per una democrazia che sia libertà politica, giustizia so­ciale, elevazione morale". Molte di loro continuarono un per­corso politico fruttuoso e significati­vo. Come Angelina Merlin, alla quale si devono l'equiparazione dei figli naturali ai figli legittimi in materia fisca­le, la legge sulle adozioni che elimi­nava le disparità di legge tra figli adot­tivi e figli propri, e la soppressione definitiva della cosiddetta "clausola di nubilato" nei contratti di lavoro, che imponeva il licenziamento alle la­voratrici che si sposavano. O come Leonilde lotti, prima donna a ricopri­re !'incarico di Presidente della Ca­mera dei Deputati. Le Madri Costituenti ci sorridono da­gli archivi del Parlamento. I loro abi­tini estivi, le acconciature d'epoca e lo sguardo diretto e franco ci dicono che l'avventura era iniziata e che sta a noi continuarla degnamente. Con l'energia e la forza delle donne. Vita­le sempre, insostituibile nei momenti difficili.


5 commenti:

  1. Oggi le madri costituenti non se le ricorda nessuno. Come i padri del resto.
    Pensa che De NIcola usava una giacca sporca, bucherellata e a chi gli diceva perchè andasse in giro così, rispondeva "Perchè non voglio spendere i soldi della collettività per scopi personali"

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  2. Ho imparato a scuola, studiandola che la nostra è la migliore costituzione del mondo e di questo ne sono fermamente convinto.
    Ora ci troviamo un nugolo di malfattori travestiti da politici che c'è la vogliono togliere, la vogliono cambiare.
    Siamo sicuri che dopo averla cambiata i mali della nostra società, della nostra classe politica, cambierà?
    Beh non penso proprio ...

    Bello il tuo pensiero sulle madri costituenti, troppo spesso ce ne dimentichiamo

    un saluto

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  3. Quando leggo la Costituzione Italiana, stilata da uomini (con il fiato sul collo di una guerra disastrosa e cruenta), penso che molte cose andrebbero non cambiate, ma almeno aggiornate, fare un update, diretto Bill Gates. Faccio un esempio : se dovessimo dare asilo a tutti i rifugiati dalle guerre e dai paesi dove si violano i diritti umani, credo che il nostro Paese non sarebbe sufficiente a contenerli tutti, neppure se stessero in piedi e immobili.

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  4. I padri della nostra Costituzione hanno scritto una Carta a prova di martellate robuste e ripetute, ma un errore mi sa che l’hanno commesso. Non hanno dato un sostanzioso rilievo costituzionale alla legge che regola il nostro voto, al sistema con cui il Parlamento viene eletto. E’ dai primi anni della Repubblica che si discute su come bisogna votare. Di leggi ce ne sono state innumerevoli, compresa l’ultima, un obrobrio che il referendum cerca di scalfire. Ma semplici leggi ordinarie, che una qualunque maggioranza può cambiare a proprio piacimento e che, appunto, possono persino essere sottoposte a referendum. No, non dovrebbe essere così. Ci vorrebbe in Costituzione qualcosa che stabilisca più a fondo i principi ai quali una legge elettorale deve adeguarsi.

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