Per la legge si chiama «programma non licenziato», in gergo meno formale è un software pirata, in ogni caso è illegale. Per il possesso di questo materiale, giovedì scorso due architetti sono stati condannati dal giudice Ancona a 4 mesi di reclusione ciascuno. Si tratta di uno dei primi casi di condanna di un professionista in Italia. L’indagine che ha condotto al processo è scaturita a seguito di alcuni controlli a campione svolti nei mesi scorsi dalla guardia di finanza. Nello studio dei due architetti le fiamme gialle trovarono alcuni software per i quali i professionisti non furono in grado di dimostrare la provenienza. Nessuna scatola originale, nessuno scontrino fiscale che testimoniasse un acquisto. I programmi in questione erano di vario tipo: dal banale «Office» utilizzato per la scrittura ad altri programmi professionali, utili per svolgere complicati calcoli statistici. Valore sul mercato: probabilmente qualche centinaia di euro. Secondo i finanzieri quei programmi non potevano «girare» sui computer dei due architetti senza licenza e dunque è scattata la denuncia per violazione della legge sul diritto d’autore. Al termine delle indagini la procura ha chiesto e ottenuto dal gip l’emissione di un decreto penale di condanna: 4 mila euro di multa da pagare subito e in cambio i due imputati avrebbero potuto evitare il processo. Forti di una linea difensiva giudicata coerente i due professionisti hanno deciso di non pagare e di affrontare il processo. Sono così comparsi davanti al giudice Ancona spiegando che la normativa sul diritto d’autore punisce la detenzione di programmi non licenziati «a scopo commerciale o imprenditoriale». Nel caso in questione, invece, l’uso del programma pirata sarebbe stato fuori dalla cornice delineata dalla norme nel senso che il suo utilizzo mirava unicamente alla produzione di un servizio dell’intelletto, come quello reso dall’avvocato, dal medico o dall’ingegnere. Insomma, secondo la difesa dei due architetti sarebbe mancato quell’elemento dell’«imprendiatorialità» dell’uso indicato dalla norma. La difesa, però, non ha convinto Ancona che - aderendo ad una linea interpretativa della Cassazione - ha ritenuto estensibile anche all’attività del professionista il precetto che vale per le imprese o le attività commerciali. Si tratta di una delle prime sentenze in questa materia pronunciate dal tribunale di Trento. Dunque si restringono sempre di più i margini per l’utilizzo di software copiati, anche se le norme che regolano il settore sono ancora poco chiare e spesso ostaggio di interpretazioni giurisprudenziali molto variabili. Prendete il caso - deciso solo tre anni fa sempre dallo stesso tribunale - di un ambulante trovato in possesso di 800 tra dvd e cd masterizzati, tra cui anche parecchi software non originali. La difesa dell’imputato convinse il giudice sostenendo che le copie trovate in suo possesso non erano conformi all’originale, ma avevano una qualità più scadente. Rispetto all’edizione “madre”, le copie erano state depurate di molti elementi che rendevano i file più leggeri. Inoltre la giurisprudenza accetta la possibilità di realizzare legalmente la copia di un cd o di un dvd di cui si ha il possesso, non la sua commercializzazione.
23.7.10
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che barboni sti architetti, in ufficio software taroccato !
RispondiEliminae dire che andando sul web, programmi open source che sostituiscono word e excel se ne trovano e anche con le stesse caratteristiche. No, loro devono averlo taroccato a zero lire, tirato giu col mulo e craccato magari... Capisco quelli che lo usano in casa, ma in un ufficio pubblico e poi credendo di poterla "sfangare" hanno affrontato un processo... io credo l'hanno fatto solo per non pagare 4000 euro di multa...
RispondiEliminacomunque sono e restano dei cialtroni e come loro ce ne sono tanti in giro in Italia. Nel mio ufficio ogni computer deve avere il suo software, originale e il software deve essere anche certificato! Ogni computer alla chiusura serale(log out )scarica tutto sul server e alla riaccensione (log in)ritorna esattamente la configurazione della sera prima. Questo per evitare che quando in laboratorio arrivano gli ispettori americani, qualcuno facendo il furbetto clicca format c: e ti fotte il lavoro di un mese... e poi potrebbe avere la sfacciataggine di dirti fammi vedere come otteniamo questo grafico?.... Così se lo prende nel culo! Quelli dell'FDA (federal drugs administration) sono solitamente delle carogne e non si possono corrompere. Se vuoi esportare farmaci in USA devi attenerti alle loro normative...