Monti contraddicendo il detto popolare, ne pensa una al giorno e subito tenta di mattere in pratica ciò che ha pensato. Ieri predeva gli applausi al Parlamento europeo, oggi arriva l'annuncio dell'Ici sui beni della chiesa. Ovviamente non sulle strutture religiose. Ma su quelle commerciali: cliniche, pensioni, scuole. Per l'esenzione non basterà più avere all'interno dell'immobile una struttura religiosa. Questa continuerà ad essere esente, ma il fisco guarderà alla destinazione prevalente, individuando un rapporto percentuale, e su tutto il resto si pagherà il dovuto.La norma, che vale circa 100 milioni di maggiori tributi, avrà impatto su tutti gli «enti non commerciali», in pratica sul mondo del volontariato e delle organizzazioni non lucrative.Come era già chiaro dal confronto diplomatico in atto oramai da qualche mese, la novità non trova l'opposizione della Conferenza Episcopale Italiana. Anzi, la Cei dice che «ogni intervento volto a introdurre chiarimenti alle formule vigenti sarà accolto con la massima attenzione e senso di responsabilità». Certo però - mettono in guardia i vescovi italiani - bisognerà fare attenzione che «sia riconosciuto e tenuto nel debito conto il valore sociale del vasto mondo del no profit». Stupore viene invece espresso dai Comuni, che sono i destinatari del maggior gettito, per non essere stati consultati.Tra l'altro, sul tema pende una procedura di infrazione da parte della Commissione Europea, aperta nell'ottobre del 2010, che l'Italia spera ora di chiudere. Tant'è che l'annuncio è stato dato dallo stesso Monti proprio con una lettera inviata al vice presidente della Commissione europea, Joaquin Almunia, nella quale lo rassicura dell'intenzione di presentare al Parlamento un emendamento che chiarisca ulteriormente e in modo definitivo la questione.
enio
Speriamo sia tutto vero! ...Una chiesa che fà pagare un biglieto di ingresso a una cripta, e ce ne sono a dozzine in Italia, o per visionare tesori d'arte, esercita al suo interno una attività commerciale? E il rapporto proporzionale tra attività commerciale e non, lo stabiliranno in base agli introiti, agli scontrini fiscali, ai fatturati o come?? L'individuazione delle attività commerciali chi la fa ? visto che si è detto che nemmeno il Vaticano conosce compiutamente il variegato mondo affaristico gestito da preti, monache e frati? Forse ci prendono in giro ancora una volta, mossi dall'opinione pubblica fanno annunci eclatanti per poi far acquetare le acque. Vedremo,intanto resta lo scandolo degli svariati miliardi versati annualmente alla chiesa da parte dello stato,tutti gravanti sulle spalle dei contribuenti ben oltre l'8 per mille! Con quei soldi la beneficienza la fanno i cittadini essendo la chiesa solo un tramite tra questi e i beneficati!!
RispondiEliminaper vederei dati:
www.icostidellachiesa.it
Era ora davvero!
RispondiEliminaBuon venerdì!
Era ora! Speriamo che sia la volta buona.Il problema è che troppe leggi lasciano spazio ad interpretazioni.
RispondiEliminaFacciano leggi chiare, meno nebulose e sarà più facile applicarle e farle applicare. Spero anche che questa regolamentazione non incida sul mondo del volontariato o che non faccia scoraggiare chi dedica il suo tempo a fare del bene senza lucro personale.
Sulle strutture abitative e commerciali la chiesa pagava già l'ici e quì non mancheranno quelli della GDF di fare un controllino accurato. Non cera e non c'è spazio per diverse interpretazioni e non esiste retroattivita per questo genere di provvedimenti ne per la chiesa ne per il privato (comunque i giornali parlano di una multa applicabile all'Italia per mancata concorrenza di 2 miliardi annui a partire dal 2005). Chi pagherà d'ora in poi, o meglio chi non potendo pagare chiuderà, saranno tutte le strutture no profit dedite all'assistenza sociale dislocate in immobili della curia, quindi mense per indigenti, dormitori, oratori centri d'accoglienza.Ol PDL sta già sollevando il solito grande polverone. Teniamo conto che la legge c'è basterà avere coraggio e forza politica per poterla applicare.
RispondiEliminaSapete cosa daceva la Chiesa? Apriva attività commenrciali,ci sistemava dentro una piccola cappella..ed ecco il MIRACOLO:tutto l'edificio diventava luogo di culto,ESENTASSE. E comunque non diamo troppo merito a Monti:è l' Europa che ci IMPONE di far così! Perchè dare certi vantaggi alla Chiesa vuol dire concorrenza SLEALE. E in un Paese che accetta nei suoi confini UNA TEOCRAZIA DI TIPO MONARCHICO, anche concetti base del libero mercato diventano eresie
RispondiEliminaI MILIONI DI EURO PUBBLICI che finiscono a scuole CATTOLICHE CON RETTE SALATISSIME.
RispondiEliminaE allora,dato che la Chiesa è TANTO BUONA E CARITATEVOLE, perchè non riserva dei posti per bambini/ragazzi meritevoli ma poveri?? E' troppo facile prendere BADILATE DI SOLDI DALLO STATO, DAL VATICANO e poi IMPEDIRE AI POVERI di usufruire di questo servizio"sociale e caritatevole"
La Chiesa pagherà l'ICI, dopo di che lo Stato elargirà ricchi contributi alla Chiesa per coprire anche questa spesa. Mi viene da ridere... Monti ha deciso una cosa che già era ottemperata e pagata quando si vuol inventare l'acqua calda!!
RispondiElimina... e un controllo della guardia di finanza a tutte quelle strutture come ristoranti e alberghi tenute da frati e suore che pullulano a Roma? In certe occasioni è un vero business (in nero)
RispondiEliminaStaremo a vedere perché le possibilità di sfuggire a questa e ad altre tasse sono per la chiesa una cosa abbastanza facile.
RispondiEliminaIl Dio denaro esiste, ed abita in Vaticano, per informazioni chiedere a: IOR - Banca Vaticana
RispondiElimina- asili e scuole cattoliche(costruite, sovvenzionate, ristrutturate con soldi pubblici... ma che sono così CARITATEVOLI da chiedere delle rette di iscrizione che i poveri non si possono permettere).