Qualcosa si sta finalmente muovendo nel trattamento del dolore. La Toscana, prima regione in Italia, ha da ieri una legge che facilita l'uso della cannabis a scopo terapeutico. La scelta di utilizzare farmaci cannabinoidi o preparazioni «magistrali» per curare malattie gravi e molto dolorose come, ad esempio, la sclerosi multipla, anche grazie all'assunzione della sostanza attraverso una semplice tisana, come sperimentato in Puglia, finora è stata fatta in Italia da un numero limitato di persone, che si sono imbattute spesso in problemi burocratici e tempi molto lunghi.Quelli che la Toscana intende ora abbattere. Il provvedimento è stato approvato ieri dal Consiglio regionale a maggioranza, con il voto contrario di Udc, parte del gruppo misto, e del Pdl, e l'astensione della Lega Nord. L'atto unifica due diverse proposte di legge e vede come primi firmatari Enzo Brogi (Pd) e Monica Sgherri (capogruppo Fds - Verdi). Un decreto del 2007 dell'ex ministro della Salute Livia Turco, è stato ricordato, rende possibile l'utilizzo dei principi attivi della cannabis nella terapia farmacologica, ma questi farmaci sono di difficile accesso. Il provvedimento prevede la somministrazione dei farmaci cannabinoidi nelle strutture del servizio sanitario regionale, le Asl, e le strutture private che erogano prestazioni in regime ospedaliero. Per garantire la continuità terapeutica è previsto che il trattamento possa proseguire anche a domicilio. I farmaci sono acquisiti attraverso le farmacie ospedaliere, «nei limiti del budget aziendale», e tramite le unità sanitarie locali. Per Enzo Brogi (Pd) «è una legge di civiltà che cercherà di agevolare un percorso burocratico». Oggi - spiega il consigliere - ci cono un centinaio di pazienti in Italia che fanno uso di questo tipo di farmaci, mentre ce ne sono migliaia che ricorrono all'autocoltivazione o al mercato illegale. «Per accedere a questi farmaci servono 3-4 mesi nelle regioni più virtuose, 7-9 in quelle meno. In Toscana - ha aggiunto - consentiremo di avere una procedura più regolare e più snella ma sempre sotto controllo del sistema sanitario». Secondo Stefano Mugnai (Pdl) invece si tratta solo «di una legge manifesto, un'iniziativa bandiera». Io invece plaudo ad iniziative del genere che servono, con poca spesa a lenire e risolvere un grossissimo problema sopratutto in quei malati terminali bisognosi di cure frequenti a base di iniezioni di morfina. L'importante è cominciare poi le altre regioni si adegueranno.
enio
Avvertenze ai commentatori: prima di scagliarvi ideologicamente in nome di battaglie antidroga, leggete BENE l'articolo e le modalità della somministrazione. Se poi qualcuno parlerà di droga di stato o di ospedali che distribuiscono le canne allora è meglio che ritorni a scuola per imparare a leggere.
RispondiEliminaEra ora che qualcuno si facesse avanti! Che sia d'esempio per il resto della Nazione, in questi casi la politica non ha bandiera, qua si parla appunto di una legge di civiltà. Complimenti ai firmatari del Pd e Verdi detta da un elettore del centro-destra.
RispondiEliminafinalmente ci avviciniamo ai paesi civili , uscendo dall' oscurantismo bigotto-politico dei vari "talebani"... Giovanardi docet...
RispondiEliminaCi sono farmaci a base di morfina perchè i derivati oppiacei hanno un efficace, autentico e scientificamente dimostrato effetto antidolorifico e per questo vengono usati da un secolo. I cosiddetti farmaci a base di canapa hanno effetti pari al placebo e la letteratura al loro riguardo è inesistente o scientificamente discutibile. L'uso medico della canapa serve solo a veicolare culturalmente la legalizzazione dell'hashish (secondo il concetto "è anche un farmaco quindi legalizzaziamola")
RispondiElimina@ corvo rosso
RispondiEliminaquì non si tratta di avvicinarsi ai paesi civili o meno. All'ospedale di Bolzano sono da anni utilizzati i derivati ottenuti dalla vanapa per curare il dolore da domani sarà possibile anche in Toscana e questo è un fatto positivo se si ottieno gli stessi effetti della morfina risparmiando.
@Alexander
ti dico semplicemente questo: ERA ORA!....se pensate che oltre alle malattie elencate nel post si può utilizzare con efficacia nel glaucoma, un serio disturbo della vista caratterizzato dall'aumento della pressione intraoculare. Potrà essere curato dal delta-9-Thc (principio attivo della canapa indiana) che sembra essere utile in quanto riuscirebbe a diminuire la pressione interna.Curare il morbo di Alzehimer, quello di Parkinson, la corea di Huntington chesono tutte malattie definite neurodegenerative perché sono provocate da una degenerazione delle cellule nervose. Studi condotti da un ricercatore italiano, Maurizio Grimaldi, hanno scoperto che il cannabidiolo, un componente non psicoattivo della cannabis, aiuta a proteggere le cellule del cervello. Negli Usa, in Israele, in Germania, in Gran Bretagna e nei Paesi Bassi esistono due cannabinoidi sintetici già in commercio: il dronabinol e nabilone. Questi farmaci vengono venduti dietro presentazione di ricetta medica per curare gli effetti collaterali della chemioterapia e per stimolare l'appetito nei malati di Aids.L'istituto di medicina dell'Accademia nazionale delle scienze degli Stati Uniti ha riconosciuto ufficialmente i benefici derivati dalla cannabis nella cura di determinate malattie. Nello stesso documento l'Accademia americana ha portato all'attenzione del mondo scientifico il problema della ricerca di una somministrazione della cannabis diversa dal fumo, perchè a livello polmonare si ottengono gli stessi danni del fumo delle sigarette. Si parla di utilizzare delle pillole ma l'assorbimento attraverso il tratto grastrointestinale è molto lento e gran parte del principio attivo viene inattivato dal passaggio nel fegato. Un'altro modo di somministrazione che si sta sperimentando è quello inalatorio, cioè i principi attivi della cannabis vengono inalati modello aerosol. Allo studio anche cerotti.
Quando parliamo di terapie farmacologiche, quando ci si sforza di alleviare il dolore di chi soffre, ogni altro argomento è pretestuoso e funzinale ad un modo "discutibile" di affrontare i nostri problemi, soprattutto di civiltà, nell'ambito di visioni pseudo politiche di dubbia origine. ( o meglio, io la so l'origine!!)
RispondiEliminaCiao Enio. Bel post, veramente! Completo, dettagliato e chiaro ma, soprattutto, una bella notizia... se qualcuno prova ad "interpretarlo", sono d'accordo con Luigi. E poi, finalmente, somigliamo un po più ai paesi civili. Ci smazzano sempre con i paragoni con chi è "meglio di noi"... stavolta, abbiamo fatto come coloro che ci portano ad esempio (per dissanguarci, però!!)
E, se ho capito bene, credo che i trafficanti di droga
RispondiEliminariceveranno un buon primo colpo e smetteranno di smerciare quella roba.
vedi aldo al limite se ne permettono l'uso il malato se lo potrebbe coltivare da solo nei vasi e in opportune condizioni di luce e di umidità... ma occorerebbe estrirpare l'idea che questo tipo di pianta è solo UNA DROGA altrimenti si bloccheranno lo sviluppo delle nuove tecniche curative. La canapa è il nome italiano di una pianta che in modo scientifico viene definita cannabis sativa. In botanica si distinguono due sottospecie di questa pianta: la cannabis sativa sativa, tipica dei Paesi settentrionali, e la cannabis sativa indica, tipica dei Paesi più caldi, ed è quest'ultima la varietà che viene utilizzata in campo medico. Questo tipo di pianta viene normalmente chiamata canapa indiana ed è quella che ha il maggiore contenuto di Thc.
RispondiEliminaIn medicina esiste già da tempo ciò che sostituisce anche meglio detti farmaci, senza alimentare peraltro secondari messaggi del tipo: che fumare cannabis fa bene è terapeutico e curativo dove in realtà è l'esatto contrario! Se sono queste le nuove terapie hanno di certo sbagliato strada. Di fondo solo il solito messaggio promoxzonale per far passare una sostanza da sballo come curativa che fa bene ed è innoqua, da usarsi senza remore, i soliti radicali in associazione con i rossi per distruggere ancor più una società già distrutta di suo.
RispondiEliminaCiao Gus e buona giornata. Mi pare, a mio modesto parere, che nel post di Enio si parli di applicazioni, nel campo della medicina, di proprietà contenute in una determinata pianta chiamata Cannabis e non di messaggi promozionali di questo o quel partito.
EliminaComunque, mi incuriosisce sapere, da te, che correlazione trovi tra "una società già distrutta di suo" e "l'associazione radicali-rossi".
Grazie e buona giornata.
Ma come, proprio adesso che con l'estate ci potevano stare i soliti scoop giornalistici delle forze dell'ordine che arrestavano il solito morto di fame che si coltivava in casa 3 piantine di canapa?
RispondiElimina@fracatz
RispondiEliminail discorso è molto più complesso ed articolato per adesso solo cannabis dietro prescrizione medica, per la produzione in "proprio" debbono legalizzarla. Il discorso quindi è limitato ai malati terminali o nella cura della "malattia" cronica del DOLORE e sotto diretta prescrizione medica.
Che non sia la cura di tutti i mali questo si sa. ma se fa stare bene un malato perche' vietarglilo?
RispondiElimina@Luana
RispondiEliminasolo per dirtene una l'uso terapeutico della cannabis oggi viene provata sui pazienti in CHEMIOTERAPIA per affievolire gli effetti negativi di questa terapia
Mi sembra una scelta responsabile.
RispondiEliminaSperiamo non rimanga un fatto isolato.
Buon fine settimana.
A presto.
Non lo sapevo, grazie per l'informazione
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