12.10.12

Chieti - I problemi della Statua di CHIARINI

La statua - Prima dei lavori di pavimentazione

Mi trovavo giorni fa sul terrazzo superiore della Villa Comunale di Chieti, nelle vicinanze della signorile Casa già dei Baroni Frigerj, oggi Museo Nazionale di Archeologia. Sento una voce che mi chiama. Luciano…Luciano… mi giro, cerco di capire la provenienza e mi dirigo verso la zona utilizzata come magazzino dal settore del verde pubblico. Infatti, la voce ora è più forte, la distinguo, è di Giovanni Chiarini. Mi avvicino all’ingresso del fabbricato e domando al personale se all’interno c’è la statua di Giovanni Chiarini. La risposta è affermativa e chiedo che vorrei entrare per parlarci e fotografarlo. La risposta, è stata: devi essere autorizzato. Immediatamente parlo con il responsabile e ottengo il permesso. Entro, ma non vedo la statua, un addetto mi fa strada ed entriamo in un magazzino…ancora non lo vedo… L’addetto prende la scala, la poggia vicino ad un armadio, sale e toglie una busta di plastica nera, (penso quella che viene adoperata per l’immondizia), che copriva… che cosa? La statua di Giovanni Chiarini, nel magazzino e su un armadio.


 La Statua - Oggi a lavori finiti

Giovanni Chiarini mi ha fatto capire che voleva parlarmi, ma preferiva che fosse un discorso fra me e lui, quindi ho chiesto all’addetto di lasciarci soli.
D – Ciao Giovanni, sono trascorsi 15 mesi dall’ultima chiacchierata, molte cose sono cambiate, sia a livello cittadino che in Italia, direi in tutto il continente. 
R -Caro Luciano come sono felice di incontrarti di nuovo … 
D -Ti assicuro che i cittadini sono molto arrabbiati perché non hanno più tue notizie, qualcuno non viene più alla villa perché non vede più la tua statua, il tuo viso. 
R - Sono stato dimenticato, mi hanno imprigionato in questa stanza, non vedo più la luce, mi mancano le persone, per me la notte ed il giorno sono uguali, non ho cognizione dei mesi. Mi sono accorto tempo fa che faceva tanto caldo perché ascoltavo le persone che lavorano qui che si lamentavano, io sempre coperto, non ho avuto grossi problemi. Ora,invece, mi sto accorgendo che fa fresco, probabilmente ci troviamo, penso, in autunno, ho qualche malessere, ma con chi mi confido?
D – Hai ragione, Giovanni… notavo dagli occhi la tua felicità. Sono sicuro che trascorressi belle giornate quando eri collocato al tuo posto. Ascoltavi il vociare dei bambini che giocavano a nascondino e usavano il tuo basamento per nascondersi. Sono certo che avrai visto le tante persone che, come per consuetudine, venivano a bere alla fontanella, “la conca”,anche se non avevano sete
R - Dal 1931 sono stato collocato in quel luogo, bello, panoramico. Potevo vedere la gente che passeggiava su viale IV Novembre, il laghetto, l’ospedale militare, il vociare dei bambini. Ti ricordi, Luciano, quando tu e i tuoi amici giocavate con i tappi delle bibite, che appesantivate con il vetro ed il pongo, per sfidarvi  al Giro d’Italia, utilizzando i miei scalini?
D - Bei tempi, poi sono iniziati i problemi. Il bar della Casina Dei Tigli, ha rivoluzionato le abitudini, sei stato murato, per realizzare una pedana dove d’estate vari complessi suonavano, ti facevano dispetti e ti usavano come latrina quando i servizi igienici erano chiusi. Un momento difficile, che ti ha fatto piangere, come quando ti hanno dipinto gli occhi con vernice bianca.
R - Meno male che tu, Luciano, mi hai sempre difeso e mi hai confortato con la tua amicizia.Di sicuro i cittadini non hanno gradito questa innovazione di usare ed adibire a palco lo spazio a me riservato. Molte critiche, articoli sui giornali, poi… la decisione di ristrutturare la villa comunale. Nel progetto c’è stata la rimozione della mia statua. Ho pianto, vivo in questo magazzino solo e dimenticato. Mi manca la gente, la luce.  Non so che fine farò.
D - Posso assicurarti che presto tornerai ad essere libero. Purtroppo non ancora l’amministrazione comunale ha deciso dove sistemarti, c’è il ballottaggio con la statua di Mons. Giuseppe Venturi, arcivescovo della città. L’idea è di collocare monsignor Venturi in un’aiuola all’ingresso di piazza Mazzini ed a te, vicino alla statua della Madonna, luogo meno frequentato dai cittadini, meno visibile. Io ed i cittadini gradiremmo che tu, giovane esploratore morto a 31 anni di malaria in Africa, dovresti avere più visibilità, perché più generazioni si sono affezionati a te. Mons. Giuseppe Venturi, è morto a  73 anni nel 1947,  a Chieti. Si è interessato molto alla città e Il 24 marzo 1944 Chieti venne dichiarata "città aperta", prima in Italia a ottenere questo beneficio. Cercherò di portare questa idea che è quella dei cittadini al sindaco.
R -Ti ringrazio Luciano per il tuo interessamento ma vorrei renderti noto un altro giovane che è morto a 28 anni, fucilato sul Colle della Parata, un’altura poco distante dal Comune di Bussi il 14/12/1943. E’ il capitano di artiglieria Trieste Del Grosso, scultore, nato a Chieti nel 1915, che ha realizzato il mio busto in bronzo nel 1936 a solo 21 anni. La città dovrebbe ricordarlo e sarei felice che qualche scultore realizzasse il suo busto e fosse posto vicino a me. Sai quante cose potremmo raccontarci, della nostra breve vita!
D -Caro Giovanni, ora devo salutarti, l’orario di lavoro degli operai è terminato, devono chiudere il magazzino,ti saluto e ci vedremo all’inaugurazione della tua nuova destinazione.
R – A presto Luciano. Spero che i cittadini possano rivedermi ed io sarò felice di ascoltare i loro discorsi.


Scritto da: Luciano Pellegrini

1 commento:

  1. I problemi della Statua di Giovanni Chiarini ritornano ancora quest'anno come gli altri anni di moda. Prima era stata racchiusa in un involucro di legno (si vede che dava fastidio a qualcuno!) e davanti ad essa si era fatto un palco in cemento adibito all'esecuzioni di complessi musicali, pagati dal bar vicino, d'estate.Poi si era deciso di spostarla per permettere il rifacimento del manto della piazza, sede della fontana monumentale e la paura fu grande, perchè si temette che venisse collocata in un posto nascosto della Villa Comunale in una specie di cimitero dei busti, quelli dei personaggi famosi figli della città di Teate. Adesso sono passati diversi mesi e della statua non se ne ha più notizia. Dico io, una città depauperata di tutto, Banca d'Italia, Caserma con i militari e Ospedale militare... che lotta disperatamente per non essere retrocessa a "paesone" d'Abruzzo, che i vanta di offrire "cultura" alle centinaia di studenti che si riversano, loro malgrado in centro, si dimentica dei personaggi importanti, nascondendo le statue nei magazzini ? Abbiamo toccato il fondo e io dal mio blog cerco di risvegliare le coscienze (abbiamo una biblioteca crollata nel rifacimento anni fa relegata in una ex ferramenta da anni)sono sempre inascoltato. Spero che le tue pubblicazioni ottengano maggior fortuna, io mi limito a darti lo spazio che ti meriti. Grazie Luciano, ce ne fossero di persone come te su a Chietri.

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