Il Senato ha votato per la decadenza di Silvio Berlusconi, che dunque non è più un membro del Parlamento italiano. La votazione ha riguardato nove ordini del giorno, l’ultimo dei quali ha rcevuto 194 no (contro la decadenza), 113 sì e 2 astenuti e dunque l’Aula di Palazzo Madama ha, così accolto il pronunciamento della Giunta per le Elezioni e le Immunità parlamentari che chiedeva la sua decadenza dalla carica di Senatore. «L'ex premier italiano Silvio Berlusconi è stato espulso dal Senato». La notizia della decadenza del Cavaliere fa in una manciata di minuti il giro del mondo e irrompe come «breaking news» sui siti dei principali media internazionali: dalla Bbc al Wall Street Journal, dalla tedesca Faz allo spagnolo El Pais.
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Era ora!
RispondiEliminaBacio
Prepariamoci alle elezioni a marzo o, comunque in primavera, con buona pace di chi ancora fa finta di credere nelle larghe intese o, meglio, nel Governo che, con l'uscita di Berlusconi, sarebbe più forte; invece è decisamente più debole e, praticamente, inesistente perché molto, ma molto impopolare, specie dopo questa legge di stabilità che scontenta tutti e non risolve alcun problema, ma li aggrava con un surplus di tasse da fare paura.
RispondiEliminaVita a duecento all'ora Silvio, hai fuso il motore! Smettila di giocare con il fuoco c'è troppo vento!
RispondiEliminaVent'anni di conflitto d'interesse non risolto si sono conclusi nell'unico modo in cui potevano concludersi, accertando l'incompatibilità di Silvio Berlusconi con le istituzioni.
RispondiEliminaLa decadenza del patron di Mediaset dal Senato della Repubblica, sancita ieri dall'aula parlamentare, è l'ovvia conseguenza - anche se ci sono voluti vent'anni per capirlo - del fatto che chi è portatore di pesantissimi e ingombranti interessi economici, patrimoniali, televisivi, editoriali e giudiziari personali non può svolgere nello stesso tempo un ruolo politico-istituzionale ai vertici dello Stato.
Le due cose sono incompatibili nei fatti, perché quotidianamente l'interessato deve scegliere se servire i propri interessi o quelli dello Stato, se assecondare il proprio tornaconto personale o quello del popolo italiano.
forse non abbiamo ancora perduto del tutto la faccia, con il mondo intero..forse.
RispondiEliminaMi rivolgerò al Papa,grida la Pascale. Ma perchè accontentarsi di così poco... poteva chiedere direttamente l'intervento di qualcuno ancora più in alto... Siamo alla follia pura!Sembra il copione di beautiful....ho le lacrime agli occhi. Adesso il nano decaduto manda avanti la badante...
RispondiElimina... e ora travaglio, fazio, santoro cosa faranno?? chi leggerà più repubblica e il corriere? e la guzzanti ??? dovranno trovargli un posto in qualche municipalizzata.
RispondiEliminasperiamo che si levi di mezzo
RispondiEliminaIntanto continua a sproloquiare.
RispondiEliminaCiao, ti ringrazio per le parole-testimonianza che hai scritto in Parti-colori. Vedo che le sorti del nostro Bel Paese ti stanno a cuore, chissà... Un sincero augurio per buoni giorni. Luigi.
RispondiEliminaÈ finita forse?
RispondiEliminaCiao Enio.
E' vero, finalmente è fuori dal Parlamento. Però, rimane l'amarezza: non è stato sconfitto politicamente e, purtroppo, c'è ancora una gran maggioranza di italioti che pende dalle sue labbra... o meglio, dalle sue minchiate! Inoltre, rimangono le macerie di un Paese che, dopo 20 anni di berlusconismo, ha perso ogni valore morale ed etico.
RispondiEliminaCiao Enio, buona serata.
volesse il cielo!
RispondiEliminaUn paese prigioniero delle illusioni di un cocchiere di terza classe