22.5.14

Chieti - Chi è il gatto e chi la volpe ?

Chi sia il gatto o chi sia la volpe a tutt'oggi non è dato ancora di capire. Tutto si può dire di Matteo Renzi  e Graziano Delrio, suo sottosegretario, tranne che non siano due  furbacchioni.  Uno di scuola cattocomunista fiorentina e l'altro del postcomunismo emiliano.  Lo si vede con la loro furbata fiscale sulla Tasi, che il duo ha escogitato e irrobustito, perché serve a tassare i risparmi dei ceti medi a favore dei Comuni, da cui essi provengono come espressione del partito dei sindaci area Pd assetati di denaro. Va bene che i politici sono diabolici e sono capaci di farti apparire il sole a mezzanotte, ma Renzi e Delrio li hanno superati  tutti mettendosi in tasca tutta la sinistra e  per farsi publicità,  non hanno trovato ostacoli per i mitici 80 euro, mentre hanno trovato mille scuse per rinviare il pagamento del la TASI a dopo le elezioni, perchè sono certi, di subire un tracollo di voti, se i cittadini fossero a conoscenza del salasso che tale tale tassa procurerà alle famiglie e non solo,  visto che si prevedono ulteriori aumenti delle tasse locali, visto i tagli e le ventilate accise sui carburanti, oltre ad altre tasse camuffate sulle bollette delle utenze.  Questi ci vengono poi a dire, con la loro faccia tosta,  in TV, che hanno diminuito le tasse. Mentire ai cittadini, per farsi votare è un reato per cui questi signori dovrebbero andarsene tutti a casa. Occhio che la stangata fiscale con la Tasi (creata dal governo Letta, in cui Delrio era ministro per gli Affari regionali), mediante un decreto legge convertito in legge con emendamenti del governo del 4 aprile scorso, è stata inasprita dello 0,8 per mille rispetto all'aliquota base dell'uno per mille originale. Quasi un raddoppio. Ma nello stesso emendamento al decreto è stata  prorogata la determinazione della Tasi sulla prima casa a dicembre. Ci sono le elezioni  europee e poi quelle regionali e i sindaci rossi vogliono, sia i voti dei loro elettori, che quelli degli elettori moderati. Dopo le elezioni, vedrete che  la tassa la metteranno alta come vogliono senza essere puniti dagli elettori. La solita furbizia dei nostri politicanti da strapazzo. Qualcuno chiama Renzi ebetino, ma gli ebetini  sono coloro che non hanno ancora capito la sua incapacità di governare.  Mi spiace, perchè avrebbe potuto essere una speranza per l’Italia, ma purtroppo, non ha la stoffa e, mi sia concesso, nemmeno la fodera per fare il primo ministro.

@enio
 

9 commenti:

  1. Renzi ha dichiarato di non essere attaccato alla seggiola altra falsità visto che è passato dalla Provincia al Comune si è impadronito del PD per disarcionare Letta e prenderne il posto, per conservare questo posto è sceso a compromessi accontentando un po tutti e ricattando tutti si è inventato gli 80 euro per mostrarli come una bandiera, ma sta nascondendo i salassi che ci spettano sugli immobili e non solo, parla sempre di contenere i costi della politicia, vanta la eliminazione delle Province ancora tutte lì, non basta non votare per le provinciali per ridurre i costi, come sono presenti tutti gli altri enti inutili, delle sue riforme, sono tutte rinviate dalla legge elettorale, alla riforma del Senato, ad oggi da parte di questo nuovo ciarlatano. tanto fumo e poco ar rosto

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  2. Sì vabbè, ma fino a quando possono pensare di prendere in giro l'immaginifico bobbolo che li vota?
    Intanto adesso, tanto per semplificare ed attirare investitori esteri, al posto di 1 sola tassa comunale ce ne sono 3 con tante di quelle varianti che anche i pensionati dovranno andare al CAF e pagare i 20 euri per riempire i moduli.
    Si tratta solo di piccoli paraculi di provincia, che almeno il nano, lui pensa sempre in grande

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  3. Secondo me ci sfugge il punto fondamentale.
    Nelle democrazie rappresentative esistono due punti fermi, le lobby e il voto di scambio.
    Quindi un Presidente del Consiglio può essere incaricato al fine di tutelare il sistema bancario e un altro può essere incaricato al fine di tutelare le categorie di Italiani assistiti dallo Stato.
    In entrambi i casi operare la tutela di un gruppo di interessi si traduce nel prelevare le risorse dai risparmi degli Italiani, visto che il reddito da lavoro ormai non si può più spremere.

    Il discorso dei Comuni è lo stesso di Provincie e Regioni. Ci sono casi per cui lo Stato potrebbe tirarsi indietro e lasciar fare alle amministrazioni che sono capaci ed oneste e ci sono casi in cui lo Stato è costretto a commissariare le amministrazioni che producono ammanchi abissali. Nello stesso momento esiste una sovrapposizione continua di ruoli e mansioni, per cui ad un certo punto non si capisce chi decide cosa e di conseguenza chi ha il dovere e il potere di riscuotere tributi e di decidere la Spesa. Voglio dire, mettiamo una città della Calabria dove esiste una società partecipata dove lavorano tutti i parenti e gli amici dei "politici", che ha un passivo di bilancio di tot milioni di euro e nello stesso tempo la gente non può bere l'acqua del rubinetto perché o non arriva oppure è acqua sporca. I soldi per metterci una pezza da dove arrivano? Dal Comune no perché o non esiste la capacità contributiva oppure appena hanno due soldi li spendono in stipendi o appalti inutili. Quindi arrivano dallo Stato sotto forma di finanziamenti a fondo perduto. E lo Stato li recupera tassando i risparmi degli Italiani, cosa altro può fare? L'alternativa sarebbe dire ai cittadini della citta calabrese che si devono arrangiare.

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  4. Graziano del Rio ( ruffiano di corte ufficiale) confonde Matteo Renzi per il nuovo Mosè dell'era contemporanea, mentre in realtà è solo un "Fariseo" spregiudicato che affonderà nel mar Rosso.

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  5. Penso che Del Rio sta a Renzi come Casaleggio sta a Grillo

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    1. Certo che la politica italiana attuale, con i suoi leader in testa, ha raggiunto un tale degrado e schifezza, che chiamarla pietosa è ancora un enorme complimento.

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  6. La strana coppia....Però mica tanto strana.

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  7. Temo che con l'arrivo di Renzi siamo caduti dalla padella nella brace.

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    1. Tra molti insulti e poca Europa, ieri sera è calato il sipario su una campagna elettorale che con il voto di domani indicherà la rotta italiana nell'Ue, ma sarà anche un test per il governo di Matteo Renzi (alle urne 49 milioni di italiani). Una sfida di piazze per il premier e per il principale rivale politico, Beppe Grillo, già pronto in caso di vittoria a salire al Colle per chiedere le elezioni anticipate e un nuovo governo scelto dai cittadini. Il premier nega il valore politico del voto e blinda il governo - «andiamo avanti comunque per concludere riforme necessarie al Paese» - ma sa che la posta in gioco è alta.

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