Siamo in un tempo difficile, dentro il quale occorrerebbe rinegoziare il patto sociale che sta alla base del nostro vivere comunitario. Stanno diminuendo le risorse destinate al welfare e stanno aumentando gli episodi di povertà diffusa, anche in quegli strati della popolazione che fino ad ieri erano considerati «classe media». In questa situazione, ogni giorno sempre più drammatica, occorre trovare nuove strade da percorrere e «una possibile speranza di addolcire la sofferenza diffusa» che può essere data dalla «riscoperta della giustizia sociale e di una solidarietà che sia al contempo istituzionale e comunitaria» Intanto l'Italia, purtroppo, si ferma ancora. Nel primo trimestre dell'anno il Pil italiano è tornato a scendere, anche se di un marginale 0,1%, facendo indietreggiare l'economia di 14 anni, vanificando in un istante le aspettative su una ripresa ormai imminente e facendo tornare improvvisamente lo spettro del «rischio-Italia». «Non mi faccio facili illusioni quando il Pil è +0,1%, non mi deprimo quando è -0,1%. Valuteremo con grande attenzione i dati Istat che sicuramente non ci fanno piacere», ha commentato il premier Matteo Renzi, che si è in ogni caso dichiarato «molto fiducioso» sull'economia italiana. Attenzione, caro Renzino, perché un numero troppo alto, a breve forse ingestibile, di famiglie normalissime non ha già ora più pancia su cui stringere la cintura. Soprattutto i giovani non vedono futuro. Troppi di essi investono nello studio per nulla. Al dunque, non possono né lavorare, né metter su famiglia. Una società che tratta così il suo avvenire è un mostro che si mangia da sé, affetta da una di quelle malattie che i medici chiamano autoimmuni. Fin che i giovani sono tenuti sotto il tacco, o sotto la bambagia, da tanti adulti così privilegiati, non si esce da nessuna crisi.
@enio
ma che strano !
RispondiEliminaSiccome in 1 anno il debito è aumentato di 130 miliardi di euro io pensavo che quei 130 miliardi ricavati dalla vendita di nuovi BTP, spesi sul territorio ithajano avrebbero determinato almeno un incremento del 3% sul pil.
Ma allora cosa possono influire sti 10 milijardi che mo' i caporioni vogliono distribuire a chi lavora e che per darli hanno dovuto aumentà tasse e accise varie, ed inventasse 3 tasse comunali?
Tre tasse tanto pe' semplificà e perchè se vergognavano de triplicà quella che già c'era, la famosa ICI che tanto lavoro de chiacchiere ha dato agli abili ciarlatani addetti alla circonvenzione
dell'immaginifico
bobbolo
thajano
è anche vero che rispetto a un tempo, manca la capacità di saper programmare le spese: i figli devono avere il cellulare più figo, i genitori la casa più bella, le vacanze per forza perchè se non ci vai non le puoi raccontare...
RispondiEliminaO tutto viene rifondato, ricostruito dall'A alla Z, anche in fatto di una VERA giustizia Sociale, vera attenzione per i giovani ed il mondo del lavoro o si andrà verso il baratro. ATTENZIONE CHE SE L'ELASTICO SI SPEZZA questa Società esploderà con conseguenze inimmaginabili
RispondiEliminaE IN QUESTO quadro si fanno entrare 1000 altri miserabili al giorno quelli solo dalle coste del sud, gli altri entrano da altre frontiere colabrodo.
RispondiEliminaTutto vero, ma o si affonda o da qualche parte bisogna cercare di ricostruire.
RispondiEliminaNessuno di noi umani ha pensato che si sia in fase di ripresa. Questo è quello che vogliono farci credere. Tuttavia secondo la legge dei corsi e ricorsi storici anche questa immensa crisi che non è solo italiana, un giorno finirà perché qualcuno, per caso, avrà fatto una mossa giusta.
RispondiEliminaPuò funzionare un sistema monetario nato sulle bugie che i vari governanti di ieri e di oggi e sulla scarsa trasparenza degli obiettivi reali da raggiungere? Può essere eticamente accettabile un sistema monetario che serve solo alla Germania? Perché dobbiamo asservirci? Perché attraverso il "ce lo chiede l'Europa", i deboli governanti nazionali ci fanno accettare le riforme neo-liberali più turpi a sfavore della piccola e media impresa?
EliminaIl post dice solo mezza verità: perchè la crescita del Pil della Germania è pari a +8% (ed avevano previsto +7%), mentre tutti i paese del resto dell'area euro, compresa la Francia, crescono poco e meno di quanto previsto. Ormai è chiaro a tutti, tranne che ai governanti italiani, che la moneta unica ci sta stritolando a favore della Germania, che oggi come oggi fa ciò che le pare. Altro che compiti a casa! Quellisono quattro anni che li facciamo!
RispondiElimina... ti consiglio la lettura del saggio di politica economica dell'economista Vladimiro Giacchè "Anschluss": dà un'idea chiara non solo dei fattori storici che ci hanno portato a questo, ma anche di cosa ci aspetta se non diamo una regolata al nostro modo acritico di obbedire, scusate volevo dire, aderire all'euro. L'adesione all'euro ci è stata promessa come il sol dell'avvenire, in realtà vogliono ridurrei anche peggio della Grecia. Infatti in partenza l'Italia era più ricca.
EliminaCiao Enio e buon pomeriggio. La mia previsione sulle prossime elezioni europee, l'hai letta. Vincerà l'astensionismo e non solo in Italia. In Europa avanzeranno le destre xenofobe e razziste. In Paesi come la Francia, la Spagna, la Grecia e la stessa Germania sono quelle che raccolgono maggiori consensi tra coloro che soffrono di questo tipo di "Unione europea" (a differenza della nostrana destra che rimane marginale ed emarginata). I partiti pro euro terranno anche a questo giro ma se non cambiano modo di governare l'Europa, saranno guai grossi. Il problema, tuttavia, è che l'Europa non la governa il parlamento europeo ma la Commissione. Ecco perché sarebbe importante destinare alla sua presidenza, determinati candidati. Peccato che in Italia si dà retta ad un comico oppure al novello berluschino!
RispondiEliminaInfatti, da noi chi andrà a votare si dividerà tra il Renzie ed il comico pentastellato... non saprei dire chi è peggio! Non escludo, tuttavia, che qualche milione di minchioni voterà anche per il pregiudicato e la galassia di partitini del centrodestra che allo stesso fanno riferimento o per i leghisti.
Nonostante tutto.