3.5.15

Chieti - Milano a ferro e fuoco


Sta facendo il giro del web l'intervista realizzata ieri pomeriggio ad un ragazzo della provincia di Milano che giustifica gli atti vandalici compiuti ieri a Milano. Per tutta l'intervista resta il dubbio che si tratti di uno scherzo, viste le parole del giovane.

Ecco alcune delle frasi: «Abbiamo spaccato un po' di cose, così». «È una protesta e si fa bordello. È giusto così»- «Più che altro ero esaltato perché volevo qualcosa in mano per spaccare qualcosa. Però è stata una bella esperienza, cioè, ci stava». «Minchia ma la banca è l'emblema della ricchezza, cioè: se non do fuoco alla banca sono un coglione». «Quando sono in mezzo ai disastri sono contento comunque. Quando c'è casino faccio casino anche io, mi diverto»

@enio

12 commenti:

  1. Sul Corriere c'e' l'intervista al padre.

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    1. Fossi il padre, schiaffoni e a calci in c..o a lavorare. Idiota!!!

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  2. almeno questa società ha eliminato un po'di discriminazioni, mentre una volta i padroni andavano a champagne e bella figa ed i mortidifame a gazzosa e pippette, oggi tutti possono mascherarsi di nero e spaccare
    basta che non vengono qui da nojos nell'estrema periferia,
    che qui dalle finestre poterebbe cascà giù de tutto

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    1. Cesarino Rabagliati3 maggio 2015 alle ore 22:11

      Ma con la tecnologia che esiste... non si può identificare questo decerebrato e vendere la casa dei suoi genitori per pagare i danni ? Nel civile Israele se tiri i sassi alle forze dell'ordine... quelli ti identificano, poi pigliano un bulldozer e ti radono al suolo la casa. E allora forza ! Cercate e trovate l'indirizzo di questo animale sinistrorso, o la famiglia paga i danni vendendo la casa, o gli si rade al suolo la casa.

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  3. Ma da che famiglie vengono questi cretini??? I genitori invece di scusarsi pubblicamente, dovrebbero pagare tutti i danni!!

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  4. Nonostante gli squadristi violenti che, in nome di «No Expo», venerdì hanno messo Milano a ferro e fuoco, l'inaugurazione di Expo2015 è risultata una bellissima festa di popolo, emblema di un Paese che vuole risollevarsi e tornare a guardare con speranza al domani. La devastazione di auto e negozi da parte di teppisti protestatari, vigliacchi al punto di non mostrare nemmeno il volto nascondendosi da cappucci neri, richiama tutti ad una condanna fermissima e totale di fronte a tali manifestazioni antidemocratiche, e riapre la riflessione sull'idea della violenza come strumento di contestazione che anima, ormai di continuo, frange di scontenti sempre «anti» qualcosa. Esprimere idee e posizioni diverse, anche dissenso esplicito se necessario, è parte viva e integrante della democrazia e della libertà di espressione. Anzi, è il sale che fa crescere una comunità, e la fa rafforzare, argomentando pensiero.Manifestare il dissenso o la contrarietà di visioni, pubblicamente e insieme ad altri, è componente integrante e costitutiva della libertà di una nazione, un diritto-dovere che va difeso con convinzione. Nulla, però, in nessun modo, legittima la violenza, emblema degli anni peggiori dell'Italia, quando l'ubriacatura dell'ideologia e la convinzione della verità unilaterale, portarono negli anni di piombo alla strage sanguinosa di innocenti, al sacco delle città, e soprattutto all'uccisione della speranza imprigionata dalla paura e dalle devastazioni. Il ritorno della violenza nei cortei e nelle piazze in nome della contestazione, deve rimobilitare le coscienze, isolando e condannando tali forme di protesta. Senza se e senza ma. Perché chi usa violenza, ha sempre torto

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  5. Sconvolgente profondissima manifestazione di vuoto totale

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  6. Questo è lo spessore di questi piccoli delinquenti di sinistra... se io fossi uno che manifesta con loro, mi vergognerei !!!!!!

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  7. perchè i delinquenti di destra sono molto meglio!?!

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  8. no, sono uguali e i danni che producono sono uguali, anzi ugualissimi.(come il loro cervello anoressico).

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  9. A leggere certi commenti, si ha la certezza che la lavatrice di cervelli funzioni alla grande!

    Nessuno che si chieda, però, perché mai due giorni dopo, a Bologna, hanno pestato ben bene un gruppo di precari della scuola che l'unica "violenza" che esercitavano era fischiare all'indirizzo del Premier!

    Ciao Enio, buona giornata.

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  10. La Valle d'Aosta si rifiuta di accogliere claqndestini.Prima si parlava di accoglienza su base volontaria. Poi di accoglienza condivisa, Adesso si parla di accoglienza richiesta. Poi si parlerà di accoglienza coatta. Dice uno per comune e tre ad Aosta. Poi sarà uno per condominio, e poi uno per famiglia. Lo ho già scritto. Stanno puntando alla sostituzione dei cittadini Italiani.

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