11.6.15

Chieti - Ormai si festeggia, esagerando, tutto l'anno

Si chiude la scuola e, come ogni anno, gli studenti di Chieti festeggiano con un bagno scacciapensieri nella fontana della villa comunale. Un rito che scandisce gli istanti successivi al suono dell'ultima campanella. Gli studenti di alcuni istituti superiori cittadini di Chieti si sono dati appuntamento alla villa comunale  della nostra città. Le vie di accesso erano sostanzialmente impraticabili, del tutto intasate, praticamente come una spiaggia della riviera di Francavilla in pieno agosto, da ragazzi e ragazze, che si trovavano lì appunto abbigliati in fogge vacanziere marittime, in tenute balneari, necessariamente forse per sostenere il tradizionale (che di tradizionale non ha nulla, peraltro) rito della promozione. Fatto sta che l'antica fontana monumentale al centro della piazza era diventata la loro vasca da bagno, per scherzi di cattivo gusto o semplicemente il distributore necessario per rifornirsi d'acqua e fare i “gavettoni”. La piazza in breve veniva trasformata in una grossa pozzanghera, il tutto condita da schiamazzi risa e lazzi dei gioivanottelli. Qualcuno poi pulirà. "Ecco il solito moralista" penserà qualcuno, "Suvvia sono ragazzi è l'ultimo giorno di scuola…" Semel in anno licet insanire. Purtroppo però noi viviamo in una sorte di carnevale permanente, dove regna sovrana la stupidità. E' evidente come negli ultimi decenni i lazzi goliardici siano diventati sempre più banali e volgari, ridotti a semplici momenti di divertimento sfrenato, senza regole e senza limiti, ad uso e consumo di uno svago effimero. Non si capisce poi perché la fine della scuola sia percepita da questi come una liberazione, come l'inizio della libertà ritrovata. "Lo dico per scherzo" si giustificano i più. Ma dietro lo scherzo c'è una convinzione profonda. I social network sono poi lo specchio più evidente dei mutamenti di costume sopratutto in questi giovani. L'imperativo sembra essere quello di dare "il peggio di se", di mostrare di essere capaci di divertirsi con il carico di trasgressione tipico dell'età. E a proposito di trasgressione anche il modo di trasgredire, tuttavia è sempre più dozzinale. Tutto diventa fine a se stesso, senza un senso ulteriore. Basta stare in compagnia, con una lattina di birra o altri alcolici in mano. Il carnevale impazza sempre, ad ogni stagione ad ogni età. Ormai i carri allegorici colorano le domeniche di Quaresima, a fine ottobre si è inventato il carnevale macabro di Halloween, mentre ogni occasione è lecita per lasciare da parte remore di sorta, lanciandosi in eccessi e stravaganze sdoganate e accettate sempre come positive. Si cercano questi spazi in cui si può "lasciare andare " non dico in maniera per forza completamente esagerata ma anche solo per manifestare il proprio istinto di ribellione. Il mio maestro elementare: Della Penna ci diceva: “Chi non è in grado di mettersi in mostra in bene lo fa quasi sempre malamente, ma si mette comunque in mostra fregandosene della forma”. Come l'antropologia e la storia delle religioni ci insegna, l'uomo non può vivere senza riti. Un tempo -parliamo di 100 anni fa - erano quelli legati alla fede cristiana a scandire le ricorrenze della nostra società contadina; ora i riti, divenuti paradossalmente più ancestrali e primitivi, vanno ricercate nelle curve degli stadi, luoghi in cui davvero si può comprendere come in epoche remote fossimo animali ferini e trogloditi, in grado soltanto di emettere suoni indistinti. I gorilla che nella loro immagine classica si battono il petto sembrano di gran lunga più intelligenti degli ultras con il tamburo, che guidano i cori urlanti durante le partite di calcio. Ed ecco che la sindrome da stadio ha poi invaso strade e piazze. A volte si tratta "solo di innocuo divertimento" a volte però si finisce in episodi molto violenti. Imbrattare per esempio di colore una via un porticato, come quello in piazza san Giustinino, non è così grave; ma poi vengono tollerate anche quelle stupide scritte sui muri, le cartacce per terra, la maleducazione e quella noncuranza dell'ambiente esterno che sa di diffuso menefreghismo. In realtà, se guardiamo bene queste stupide ritualità (dalla festa di laurea, anch'essa sempre più stantia e ripetitiva al bagno nella fontana alla fine dell’anno scolastico..), esse ci parlano molto della sensibilità e dei bisogni collettivi. Occorre in qualche modo rompere la quotidianità, oppure fare la critica ad un "sistema" che obbliga l'individuo a lavorare per consumare e a consumare per favorire "la crescita", la quale poi non si concretizza quasi più in una manifestazione politica, magari con contenuti un pò “intelligenti" quanto, piuttosto in corse scanzonate e sfrenate per la piazza di una città, fregandosene di tutto e di tutti. L'importante, dicono loro, è poter "staccare".

@enio

6 commenti:

  1. Alla vigilia della prima estate, con una Fontana Luminosa, nuova in piazza Valignani, qualche cittadino ha suggerito ironicamente ai ragazzi di fare un bagno lì: "Sicuramente avrebbero trovato l'acqua più pulita", visto quanto è zozza la vasca di quella della monumentale.

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  2. ragazzate di provincia, mai sentito dire per le grandi città, peccato perchè ne poterebbe scaturì un business, piccolo, ma sempre un business per affittare asciugamani, saponi, bagnoschiuma, che qui a roma le fontane so' tante e c'è tanto bisogno de lavoro

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  3. sarà che invecchio, sarà che la demenza giovanile non mi appartiene più, sarà che i neuroni hanno preso il sopravvento sugli ormoni... ma mi trovo decisamente d'accordo con te. Il gusto per il divertimento demenziale non mi trova d'accordo, ormai si festeggia al contrario : il trovare un lavoro e la fine della scuola... invece della meritata pensione e l'inizio della scuola.

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    1. i miei nipoti, che si trovano a frequentare in quel di TN, si sono riuniti ai compagni per festeggiare in un parco locale buttandosi addosso della farina doppio 00, ma non hanno saputo spiegarmi il perchè... lo fanno tutti e loro si sono associati per far casino !

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  4. Anche ai miei tempi la fine dell'anno scolastico era accolto come una liberazione!

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    1. se è per questo io ho visto alcuni "somari" che gettavano il sale nell'ingresso della scuola media, La Giovanni Chiarini, alla villa Comunale di Chieti, erano gli anni '50 - '60 dopo aver superato l'esame di 3° media...

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