3.7.15

Chieti - COLLE MARCONE E LA DISCARICA BRUCIATA


Molta agitazione a Chieti da parte dei cittadini, tutti, per un incendio doloso avvenuto fra la notte di sabato e l’alba di domenica 28 giugno in una discarica di Colle Marcone, località residenziale distante pochi chilometri dalla città.Un altro episodio che conferma che Il destino del pianeta è segnato. Inutile fare ora lo scaricabarile di chi è la colpa. Tutti ne erano a conoscenza, ma probabilmente l’aver sottovalutato il prevedibile pericolo dell’inquinamento che la discarica provocava, ha fatto in modo che accadesse il fatto spiacevole. A seguito della notizia pubblicata dal quotidiano Il Centro del 19 Giugno , “qualcuno con un fiammifero” ha messo fuoco alla discarica, probabilmente per nascondere qualcosa di scomodo.Certamente la procura ha fotocopiato i documenti che sono andati in fumo insieme a tutto ciò che era depositato nella discarica, utili per le indagini.Sono convinto che i primi colpevoli siano le persone che hanno scaricato il materiale, che però doveva in breve tempo essere trasferito nei luoghi predisposti per essere smaltiti. Ugualmente colpevoli sono i residenti di Colle Marcone, che ora sono arrabbiati, ma non hanno sollecitato in tanti anni, chi doveva verificare o meglio chiudere la discarica, anche se cronaca di mercoledì 1 luglio, un residente, Aceto, ha presentato un esposto alla prefettura e al corpo forestale dello Stato, protocollato il 12 gennaio 2014.



L’articolo 244 del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 "Norme in materia ambientale", descrive cosa deve fare il responsabile della contaminazione, dopo aver ricevuto la diffida che è stata notificata anche al proprietario del sito. Se queste persone non provvedono agli interventi, l'amministrazione competente deve occuparsene a proprie spese. L’ARTA (Agenzia Regionale per la Tutela dell'Ambiente), ha eseguito immediatamente il controllo colorimetrico dell’aria per controllare se c’è la diossina. Il risultato con questo metodo, purtroppo, non è attendibile, tanto è vero che i sindaci più interessati alla ricaduta di ceneri e alla contaminazione del terreno, hanno emesso un’ordinanza per invitare i cittadini al suo corretto rispetto per evitare inconvenienti Le diossine sono sottoprodotti indesiderati di una serie di processi chimici e/o di combustione. Il Reg. (CE) 19/12/2006, n.1883/2006 stabilisce come metodi strumentali di conferma, quelli in cui sono impiegati gascromatografi (tecnica cromatografica impiegata a scopo analitico) ad alta risoluzione accoppiati a spettrometri di massa ad alta risoluzione (HRGS/HRMS) che stabilisce i metodi di campionamento e d'analisi per il controllo ufficiale di diossine e la determinazione di PCB diossina. Per il risultato di queste analisi occorrono un paio di settimane. Mi sono posto una domanda da semplice cittadino, se l’acqua, che è in ogni caso il rimedio più veloce, utilizzata per domare il fuoco e che è stata assorbita dal terreno, insieme alle scorie, quanta probabilità ha di inquinare le falde acquifere. Ora è inutile farsi dispetti e litigare in stile politichese, con accuse, ma bisogna essere uniti eticamente, nel bene e nel male, che è anche il valore più profondo dell’enciclica papale. Lunedì 29 giugno c’è stata una manifestazione pacifica di cittadini promosso dal movimento 5 stelle per rivendicare il diritto alla salute. Non ho visto consiglieri comunali né della maggioranza né dell’opposizione, tranne i due eletti nella lista del movimento 5 stelle. Non mi sono accorto della presenza degli ambientalisti, CAI - FAI - LEGAMBIENTE - ITALIA NOSTRA, solo tre soci del WWF. Stesso discorso per i giornalisti della carta stampata e emittenti private, solo RAI 3. Molto rumore per nulla? Aspettiamo l’evolversi del caso

Scritto da: Luciano Pellegrini
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1 commento:

  1. L'incendio è spento. I fumi contenenti idrocarburi aromatici non salgono più sul cielo di Chieti, di Bucchianico e della Val Pescara. I vigili del fuoco con autobotti ed elicottero, in collaborazione con il Corpo Forestale e con le ruspe del Comune di Chieti, hanno vinto la battaglia contro l'incendio doloso divampato sabato scorso nella discarica abusiva che si trova a Colle Marcone, tra Chieti e Bucchianico. Se da una parte la magistratura di Chieti indaga sull'incendio doloso, dall'altra la Regione deve risolvere il problema e bonificare la vasta area dove era stato stoccato di tutto, dalle ecoballe alle pile esauste ai rifiuti ospedalieri.Speriamo solo che i cittadini che erano andati ad abitare in questo posto perchè la città era secondo loro inquinata non abbiano a risentirne in futuro con problemi per aver respirato i fumi del rogo e perchè questi ricadendo sul terreno li abbiano irrimediabilmente inquinati. Mi auuro per loro che poi non si sia sviluppata la pericolosissima e temutissima DIOSSINA perchè ho ancora negli occhi il disastro che causo a Seveso nella Brianza milanese.

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