Mai come in questi giorni politica ed economia sembrano viaggiare su
binari diversi. Basta aggirarsi in queste ore fra i padiglioni del
Vinitaly per toccare con mano l’ennesimo paradosso. Da una parte la
forte crescita di uno dei settori trainanti non solo del Nord-Est ma
dell’intero Paese. Dall’altra i leader di tutte le forze politiche che
si lanciano messaggi di fumo senza arrivare a intese concrete. Il «patto
dell’Amarone» fra Salvini e Di Maio non c’è stato. E, forse, non poteva
esserci dal momento che le consultazioni per il governo, quelle vere,
si fanno a Roma, sotto la regia di Mattarella. Eppure, a 43 giorni dalla
chiusura delle urne, qualcosa in più sarebbe lecito aspettarsi in un
Paese che di tutto ha bisogno tranne che di un nuovo e prolungato vuoto
di potere.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Ieri, il Governatore di Bankitalia Visco, ha fatto sentire la sua voce invitando le banche a non perdere l’opportunità offerta dalla congiuntura favorevole per rafforzarsi. Del resto, i segnali di una inversione di tendenza ci sono tutti. Il Pil, quest’anno, dovrebbe crescere di più rispetto al 2017. Le imprese stanno tornando ad investire e si avverte qualche segnale positivo perfino sul fronte dell’occupazione.
RispondiEliminama allora non ci resta che sperare,
Eliminasperamo bene
speramo che se mantene almeno la situzione attuale, nella quale, dopo che dal tempo della liretta il tenore di vita si è dimezzato, adesso l'inflazione è quasi azzerata con immenso dolore del cervellone draghi.
Almeno una mezza mela a pasto ancora ci è permessa
cazzi degli italiani che li hanno votati, quei due
RispondiEliminaMa si sono resi conto in che mani sono capitati gli italiani? Io penso di no.
EliminaPoveri noi!
RispondiEliminameglio senza governo che con quello che siprospetta...
RispondiElimina