L’unico modo per fare un ottimo lavoro - diceva Steve Jobs, il cui nome è legato a Apple, all’iPhone, all’iPad e a molto altro in un campo oggi ben noto a tutti - è amare quello che fate. Se non avete ancora trovato ciò che fa per voi, continuate a cercare. C’è da dire che questo sarebbe davvero l’ideale, solo che fosse più facile trovare anche un lavoro qualunque. Ma in periodi duri come il nostro almeno gli ideali non possono essere aboliti.Un lavoro che risponda alle aspettative, un ambiente che contribuisca a renderlo appetibile, colleghi simpatici. Il massimo. E che dire poi di un buon rapporto fra lavoratori e datori di lavoro? Purtroppo i numeri non sono a favore, anzi, troppo spesso vengono a galla casi di sfruttamento e di pessime condizioni. E molti altri casi restano nascosti. Quasi che lo schiavismo non fosse solamente un ricordo. Ma se vogliamo vederla al positivo, parliamo di qualche imprenditore illuminato che mette i dipendenti in un contesto confortevole, servizi adeguati e quasi un’aria di famiglia. Cosa che peraltro non comporta alcun attentato all’autorevolezza.
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l'unica volta che mi capitò di alzarmi al mattino e andare al lavoro col sorriso sulle labbra fu il periodo in cui mi ingaggiarono quale attore porno grazie alla mia naturale possanza, ma poi venne scoperto l'aids ed io responsabilmente mi ritirai dalla scena
RispondiEliminaSiamo fanalino di coda, ad esempio, per la disoccupazione di lunga durata. Ma anche per la crescita economica. Per non parlare, poi, del debito pubblico. Ultimi per occupazione e sviluppo, ma primi per ricchezza accumulata e risparmio: da questo punto di vista non ci batte proprio nessuno, neanche i panzer tedeschi. Le nostre famiglie hanno un patrimonio fra i più solidi del mondo. Anche se, per il 50%, rappresentato dagli immobili. Una contraddizione? No. Molto semplicemente, è il prezzo che gli italiani continuano a pagare in un Paese che si ritrova in panne da almeno vent’anni, che non offre prospettive di medio periodo e dove la recessione ha colpito più a fondo rispetto agli altri partner europei.
EliminaAdriano Olivetti l'aveva vista giusta; peccato che non sia riuscito a convincere i suoi stessi dirigenti a vederla come lui.
RispondiEliminaUn popolo di santi, poeti, navigatori. E disoccupati. Si resta di sasso a leggere le ultime cifre snocciolate dall’Eurostat, l’ufficio di statistica europeo, sul fronte del lavoro. Soprattutto quando scopriamo che il Sud e le isole, 20 milioni di anime, un terzo della popolazione italiana, ha più disoccupati di lunga durata dell’intera Germania, che di abitanti ne ha quattro volte tanti, 80 milioni. Ma c’è di più. Campania e Calabria, da sole, hanno gli stessi disoccupati dell'intero Regno Unito. Un vero e proprio record. Certo, le cose vanno sicuramente meglio al Nord. Anzi, da questo punto di vista, la distanza che c’è fra il Nord-Est e il Mezzogiorno è la stessa che separa la Germania dalla Grecia. Il tasso di disoccupazione, nel Sud, è triplo. Così come il rischio di cadere in povertà. In pratica due Paesi in uno, con il divario più profondo e più antico dell'intero Occidente e con un effetto a cascata su tutte le statistiche che ci toccano da vicino e che ci portano sempre agli ultimi posti nella speciale classifica dell’economia.
EliminaSicuramente è difficile trovare un lavoro che dia soddisfazione, però anche chi cerca deve formarsi, studiare.
RispondiEliminaNel dopoguerra il risparmio è stato utilizzato per ricostruire un paese distrutto. Poi, negli anni del boom, ha dato slancio all’economia, proiettandoci nel ristretto club delle nazioni industrializzate. Nel 2019, le famiglie, risparmiano per la «paura» del futuro e per l’assenza di certezze nell’immediato. Unica differenza è che prima, nell’Italia rurale, i soldi si conservavano sotto il materasso. Oggi, sotto il «mattone», bene rifugio per eccellenza ma sempre più tartassato dal fisco. Se davvero si vuole invertire il trend, risalire le classifiche e riunire il Paese, c'è bisogno più che mai di stabilità politica e di certezze economiche. Senza questi due elementi continueremo a fare i conti con la Grecia di casa nostra e uno sviluppo dimezzato.
RispondiEliminaeh sarebbe bello, davvero bello. Poter fare un lavoro in armonia, con rapporti civili anche tra datoti di lavoro e dipendenti. Spesso putroppo non è così inoltre in molti contratti si punta senza ritegno all’innalzamento delle ore di lavoro.
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