Chi negli anni Cinquanta frequentava le elementari avrà sicuramente in casa, tra le vecchie carte, la foto di uno scolaro sorridente, grembiule nero con il colletto bianco e dietro, sullo sfondo, la carta geografica dell'Italia. Erano così quelle foto, secondo un clichè uguale per tutte le scuole della città. Il grembiule nero però scompariva dal guardaroba maschile in prima media, mentre restava per le ragazze sino alla fine delle superiori. Non conosco il senso preciso della discriminazione, forse dovuta al fatto che le bambine cominciavano a diventare donne e certe curve avrebbero potuto turbare i compagni di classe, affamati di avventure nei sogni molto più che nella realtà. Al massimo qualcuno metteva un coprimaniche fino al gomito, cosicchè le poche giacche e i più frequenti maglioni fatti in casa non si sporcassero troppo in fretta. Non risulta che si siano verificati ricorsi a psicoterapeuti per ovviare allo stress. Era una divisa, questo sì, e le divise hanno tanti lati negativi. Lo avranno pensato i genitori che uscivano da recenti esperienze in bianco e nero o forse, proprio perchè reduci da ben altre costrizioni, si saranno limitati a dare al grembiule il valore che aveva. L'obiettivo era prima di tutto quello di risparmiare i vestiti il più possibile, evitando che strusciando sui banchi diventassero lucidi. E poichè qualche volta ritornano, ecco la riscoperta: perchè non torniamo alla moda antica? Lo propone il ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini che ovviamente l'avrà sentito raccontare nelle storie di famiglia dal momento che, trentacinquenne, nella sua adolescenza potrebbe aver seguito semmai i dettami dei metallari, dei paninari o giù di lì. L'ombelico femminile è venuto alla luce più tardi e più tardi sono arrivati i jeans abbondanti dal cavallo fino al ginocchio e le camicie extra large di papà. Il motivo della pensata però non è ispirato come allora dall'idea del risparmio, ma dalla volontà di estromettere dalle aule scolastiche le disuguaglianze sociali, almeno quelle dettate dall'abbigliamento. Smettiamola con i vestiti firmati, con le scarpe giganti, con le giacche a vento finto povero, tutti col grembiule. Già la Chiesa aveva inventato una cosa simile con il vestito della Prima Comunione, tunica uguale per tutti che eliminasse trine e merletti. Questa e l'altra cose apprezzabili se mosse - come pare - da spirito educativo.
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Questa storia di voler eliminare le disuguaglianze sociali dovute a chi ha vestiti firmati e chi no mi sembra solo uno specchio per le allodole. Dovevano tagliare: per giustificare ciò hanno inventato una riforma con provvedimenti presi a caso e tagliare ...
RispondiEliminai bambini discriminano con o senza grembiule, hanno imparato dai genitori
RispondiEliminanon sono d'accordo su sta cosa dei grumbiuli..
RispondiEliminabasterebbe l'educazione data dai genitori, corretta... e vestirli per andare a scuola non per andare ad una sfilata di moda ..... eravamo orrendi col grembiulino pero', visto che la maggioranza dei genitori è convinta che il proprio figlio sia il piu' fico, il piu' intelligente, a questo punto ben venga il ritorno del grembiulino....acquistato tutti nello stesso negozio..cioè a scuola....uguale per tutti.......
RispondiEliminaIo comunque ricordo con nostalgia quei tempi passati. Nella foto facevo la seconda (1954) alla Madonna degli Angeli, eravamo in 31 e la maestra era una sola. Questa non me la ricordo, ma mi ricordo molto bene il maestro di terza delle Nolli (Della Penna)che ci portò fino in quinta, quando per essere ammessi a fare le medie, alla Chiarini, ci voleva l'esame di ammissione!
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