All'epoca (metà degli anni 60), il fumetto ancora non era stato «sdoganato», nonostante l'impegno di alcuni - e, in primo luogo, di Oreste Del Buono e Umberto Eco - che ne avevano compreso l'importanza e l'intelligenza. E dunque, in quegli anni, la passione per i fumetti negli adulti veniva considerata, se non una sorta di «vizio», un segnale di regressione infantile. Comunque, questo era il giudizio, si trattava di un sottogenere, futile e plebeo. Fu la rivista «Linus», appunto nel 1965, a pubblicare le prime tavole di Crepax e della sua Valentina, il personaggio più noto e amato e - insieme a Bianca - il meglio riuscito. E fu il tratto di Crepax e il personaggio di quella fotografa milanese, emancipata e tenera, coraggiosa e passionale, a rappresentare - insieme a molti altri segni - un cambiamento culturale e, in qualche modo, politico, che possiamo definire «epocale». Ma il ruolo di innovatore svolto da Crepax nel campo proprio delle «bande disegnate» (l'impaginazione, il montaggio cinematografico, l'esaltazione del dettaglio, la zoommata) passa in secondo piano rispetto alla funzione di rinnovamento culturale svolta dalle sue storie. Ripenso all'immagine femminile e, in generale, alla concezione dell'erotismo che quelle donne e quegli uomini trasmettevano. Qui, davvero, Crepax e i suoi personaggi sono un rivelatore «segno dei tempi»: quelle donne non sono, ancora, le stereotipate figurine della caricatura femminista né del successivo consumismo mondano-sessuale. Sono donne talvolta sull'orlo di una crisi di nervi, ma per inquietudine e felicità, per voglia di libertà e ansia di conoscenza e desiderio di autonomia: sono le donne delle canzoni di Ornella Vanoni e, dieci anni dopo, di Fiorella Mannoia (quelle che hanno «troppa fantasia» e che se dicono una bugia «è una mancata verità»: e se si confondono un po' «è per la voglia di capire»). Parallelamente, l'erotismo di quelle tavole gioca un ruolo, per così dire, «sociale» altrettanto forte. I fumetti allora in circolazione avevano spesso un forte contenuto sessuale, ma erano proprio l'approssimazione e la rozzezza del disegno a costituire il vero elemento di «oscenità»: talmente primitivo da rendere banali e meccanici sia il racconto che la rappresentazione. Crepax restituisce all'erotismo sontuosità e mistero. E una carica trasgressiva che lo rendeva intensamente contemporaneo, calato nel suo tempo e nei suoi tabù, nelle sue censure e nelle sue «liberazioni». Francamente, cosa si può chiedere di più a un disegno?
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mi ricordo vagamente Valentina,ai miei tempi, un pò più conosciuto era Linus.Io comunque comperavo e continuo tutt'oggi a leggere Tex Willer il Texas Ranger senza macchia e senza paura.
RispondiEliminaGrandissimo Crepax.
RispondiEliminaBravissimo Crepax e splendidi i disegni di Valentina: un mix di sensualità e erotismo mai volgare
RispondiEliminaGrande Crepax, un genio!
RispondiEliminaDa piccola pensavo che da grande avrei voluto essere come lei...
RispondiEliminaE il mio nome è, in parte, stato scelto dai miei genitori proprio per questo motivo. Fantastico Crepax.
RispondiEliminaAdoro anche Manara e la sua Miele.
Dunque la Valentina di Crepax ha 45 anni? Regge bene eh...
RispondiEliminaCiao! Sara
proprio vero
RispondiEliminaaa vale vale
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