Non è più un servizio pubblico, anche se i cittadini lo considerano ancora tale, e quindi, per stare in piedi, deve garantire redditività. Altrimenti si chiude, come si farebbe per una qualsiasi altra iniziativa imprenditoriale. È quello che rischia di succedere a ben dieci uffici postali in Abruzzo. Tra qualche mese per i residenti di dieci centri del Trentino potrebbe diventare parecchio anti-economico ritirare la pensione, o compilare un bollettino. Perché per farlo, pare sarà necessario mettersi in macchina o prendere un autobus o una corriera e recarsi in città, o in un altro paese. Serviti da sportelli più redditizi per Poste Italiane. I vertici della società, hanno infatti inserito gli uffici dei diversi paesi abruzzesi nella lista dei 1.156 sportelli e uffici anti-economici. Insomma, che non rendono, rappresentano una passività e vanno pertanto eliminati.
enio
Ecco gli effetti della privatizzazione dei servizi pubblici! In omaggio alla famigerata logica del profitto si tagliano servizi ai cittadini e si tagliano posti di lavoro. E' un'indecenza ! E questo Governo punta quanto più possibile proprio sulle privatizzazioni. Hanno ragione il Presidente di Confindustria Squinzi e la leader della CGIL Camusso quando dicono che siamo di fronte ad una " macelleria sociale " e che Monti spesso non sa neanche di cosa si parla... lui taglia, riduce e ci dice che i sacrifici sono necessari, te ne vuoi fregare se la maggior parte degli italiani tira la cinghia ormai da anni senza nessuna speranza che la cosa abbia un fine.
RispondiElimina@enio
RispondiElimina...non capisco il problema. Per un sacco di cose c'è da prendere la macchina per farle, quindi perchè la posta no?
Attenzione però a dare la colpa solo al governo... tenete presente che il servizio delle poste tra qualche anno non servirà più visto che tutto (si spera) viaggerà tramite internet... preparatevi alla chiusura di tanti altri uffici...
RispondiElimina@?????
RispondiEliminaIl problema ? C'è eccome ogni qual volta si privano i cittadini di servizi e, ancor più nelle zone periferiche, montane e turistiche. Il problema c'è quanto invece di progredire si regredisce e si penalizza la gente in nome del maggior profitto. Il problema c'è quando un Governo e le grandi imprese improntano una politica che ci fa tornare alla storica crisi del 1929 o alle difficoltose condizioni di vita del primo dopo guerra.
... da ovazione!!!!!!!!!!
EliminaCiao Enio! Questo, è il classico esempio che dimostra come "il privato" non rende più efficiente un servizio che prima era "pubblico. Molto meno prosaicamente, il "privato" persegue il "profitto" e se ne fotte se tu, da domani, dovrai percorrere 30-40 chilometri per spedire o ritirare un pacco postale! Così, oltre che usare un servizio che è decisamente caro, dovrai spendere per benzina o mezzi pubblici, necessari per raggiungere un ufficio postale. Tu paghi... altri accumuleranno "profitti"!!!
RispondiEliminaBello il mondo così!!!!
ciao e buon fine settimana.
io questo problema ce l'ho da mesi.Il "mio" ufficio postale, apre al mattino e solo per tre volte alla settimana. e raccomandate ce il postino mi notifica vanno ritirate il giorno dopo dopo le 10.30 in un altro ufficio postale distante 7 kilometri. ci devo andare i macchina e spessissimo devo demandare ad alri questa incombenza per gli orari.
RispondiEliminaIo vivo in un comune di quasi 50mila abitanti. C'è un solo ufficio postale che vende telefonini, schede telefoniche, conti postali per adulti, per bambini e per quasi prossimi alla fossa, libri, CD, gagliardetti sportivi, borsoni ed altre cianfrusaglie simili e, poi, consegna ancora la posta come bollette che, puntualmente, arrivano sempre.... 10-15 giorni dopo la scadenza delle stesse. Ed io, ad incazzarmi con Telecom che mi minaccia di staccare il telefono, con enel che minaccia di staccare la luce, con enigas che minaccia di staccare il gas! Allora, vado e mi incazzo con il direttore delle poste che... fa spallucce e mi dice che hanno tagliato il personale, hanno esternizzato i servizi di consegna posta e raccomandate e che... loro non possono farci nulla!!
EliminaSai che ho deciso? Il primo che si avvicina al cancello perché vuole staccare un'utenza, lo butto giù a pallettoni! Se vogliono la guerra, sarà guerra!!!
@Carlo
RispondiEliminail loro non è più un servizio pubblico, adesso fanno tutt'altro: vendono, prestano soldi etc come una banca... le lettere e le raccomandate poi, se avanza tempo.
Anche dalle mie parti vogliono chiuderne qualcuno.
RispondiEliminaUn abbraccio
Era ora... Si sono fatti i loro affari per anni,5 ore di lavoro al giorno e poi tutti avevano il doppio lavoro e in pensione con 35anni di contributi. Era ora che si intervenisse anche se ancora il loro orario e' dalle 8.10 alle 12,15.
RispondiEliminaci sono servizi postali, ad esempio le raccomandate di cui in alcuni casi si è "obbligati" ad usufruirne. Fin che non ci sarà un sistema alternativo è giusto che il servizio abbia una capillarità sufficiente. Se poi funzionasse sarebbe anche meglio, ma quello è un altro discorso.
RispondiEliminaSecondo me non avete colto il nocciolo del problema.
RispondiEliminaIn una Nazione seria lo Stato fornisce dei servizi e li paga con le tasse che raccoglie dai cittadini.
In Italia lo Stato deve garantire stipendi, pensioni e cure mediche a TUTTI indistintamente ma, per le differenze tra nord e sud poi si traduce nel fatto che lo Stato mantiene tutta l'Italia dal Lazio a scendere.
Facciamo il caso Alitalia. Compagnia aerea basata a Fiumicino, Roma. Fallita e stra-fallita perché la gestione a tutto pensava, cioè ad assumere gli "amici", a dare bonus a tutti, stipendi fuori mercato, eccetera, tranne che a fare quadrare i bilanci.
Il costo del fallimento e delle vicessitudini societarie di Alitalia li abbiamo pagati noi contribuenti. Cosi come abbiamo pagato prima la gestione suicida e poi la dismissione via via di tutti gli "asset" di proprietà pubblica, altro esempio noto, Telecom.
Quindi, siccome lo Stato-imprenditore è capace solo di creare fallimenti apocalittici, perché deve operare come Stato-benefattore, inutile lamentarsi se poi vengono meno (nel senso che vengono privatizzati) i servizi essenziali come le Poste o l'acqua del rubinetto.
Anzi, inutile lamentarsi quando l'Italia finalmente andrà in default e lo Stato smetterà di pagare qualsiasi cosa.
Oppure, ve lo traduco in altre parole, si potrebbero tenere aperti gli uffici postali nei paesini dell'Abruzzo, come servizio pubblico intendo, se non dovessimo pagare centinaia di migliaia di dipendenti della Regione Sicilia che si grattano i gomiti tutto il giorno.
RispondiEliminaChe poi è un esempio a caso ma considerato che 15-16 regioni su 20 hanno il bilancio in rosso, la cosa si ripete pari pari dove volete voi.