Ci sono vittorie che il tempo non affievolisce nel ricordo. Sono i successi che segnano un punto di svolta, un riscatto, lasciano un'impronta. È il caso del mondiale 1982, il "Mundial" in Spagna, che l'Italia si aggiudicò, inatteso quanto meritato, battendo 3-1 la Germania Ovest in finale, a Madrid, sotto gli occhi esultanti del presidente Sandro Pertini. Oggi sono 30 anni, ma nemmeno la Coppa altrettanto imprevista del 2006 ha offuscato quell'impresa nella memoria collettiva dei tifosi. Fu il "vecio" a saper indirizzare quella rabbia da branco ferito verso un obiettivo comune. Con l'aiuto di un altro friulano, il capitano Dino Zoff e di un triestino, il dottor Leonardo Vecchiet, medico degli azzurri per 17 anni. Era un calcio molto diverso da quello di oggi, lontano dal gossip, dai social network, da internet. Per emulare le gesta dei propri idoli c'era il Subbuteo, non la Playstation.
enio
ORGOGLIOOOOOO ITALIANOOOO !!!!!!
RispondiEliminasi va beh! cesarì, va anche ricordato che il "mitico" Paolo Rossi era reduce da una squalifica di 2 anni per scommesse sulle partite e che nel girone eliminatorio, sembra che l'Italia si sia comprata la partita con il Camerun (http://www.ilpost.it/?p=28875). Ma quando si parla di calcio gli italiani perdono il lume della ragione.
RispondiEliminaFacile ubriacatura di sensi per il popolino... allora come oggi...
RispondiEliminaLa semifinale con la Polonia, l'8 luglio al Camp Nou di Barcellona, l'Italia la giocò con grande autorità e consapevolezza della propria forza. Il giovanissimo Bergomi sembrava un veterano, Paolo Rossi ormai era diventato "Pablito" e non smetteva più di segnare: 2-0 con una sua doppietta. Domenica 11, poi la finale. I tedeschi hanno eliminato la Francia ai rigori. Antonioni, infortunatosi con la Polonia, non c'è. Graziani si fa male dopo pochi minuti, Cabrini sbaglia un rigore. Ma nulla scalfisce le certezze azzurre. Rossi, ancora lui, all'11' della ripresa sblocca la partita. E 12 minuti dopo Tardelli segna il 2-0, la rete più rivista del calcio italiano, seguita da quella corsa pazza. È il gol che mette la coppa tra le mani di Zoff. Poi arriveranno il sigillo di Altobelli (Pertini in tribuna: "non ci prendono più") e l'inutile rete di Breitner. L'arbitro brasiliano Coelho intercetta la palla e la solleva. Nando Martellini può gridare tre volte il suo "campioni del mondo" entrato nella storia. L'ultima immagine di quel Mundial è la partita a scopone, sull'aereo del ritorno. Il presidente Pertini e Zoff sfidano Bearzot e Causio (che vinceranno la partita). Sul tavolino brilla la Coppa.
RispondiEliminaCiao Enio! Complimenti per "l'occhio" svelto!!! Non se ne era accorto nessuno!!
RispondiEliminaNon sono un appassionato di calcio ma... Zoff me lo ricordo anche io!! Non ho mai dimenticato questa formazione ma ignoro di quale anno fosse: Zoff, Spinosi, Facchetti, Morini, Benetti, Burnich, Causio, Capello, Riva, Rivera, Mazzola.
Olè!!!
Sono passati trent'anni eppure ho ancora davanti gli occhi quella partita.
RispondiEliminaL'esultanza del Presidente Pertini mi emozionò tanto.
Oggi è cambiato tutto, in peggio.
Era davvero un calcio diverso.
RispondiEliminaOcchio al titolo del post!
Un abbraccio e buona giornata!
@Kylie
RispondiEliminati ringrazio, a te non sfugge niente!