Tutti adesso dicono di sapere
che il polo chimico di Bussi fosse una bomba ecologica posta nel cuore
dell'Abruzzo. Lo sapevano i cittadini, le cui denunce sono rimaste per troppo
tempo sottovalutate e inascoltate. Lo sapeva il Comune di Pescara, i cui recenti
allarmi sono rimasti inascoltati. Lo sapeva anche la Montedison, l'azienda
di stato a cui tutto era permesso, "incastrata oggi", secondo le
prime indiscrezioni dalla requisitoria dei pm, nel processo a porte chiuse
sulle discariche dei veleni, da un documento interno. I pm Annarita Mantini e
Giuseppe Bellelli lo hanno mostrato in Aula. Nel documento interno dell'azienda
si segnalava che l'acidità delle scorie avrebbe potuto sciogliere i cassoni di
cemento armato, utilizzati per seppellire i rifiuti industriali nella discarica
Tremonti. I rifiuti si sono stati sparsi nel terreno, in profondità, invadendo
la falda acquifera circostante, pesantemente. Per anni i cittadini hanno bevuta
acqua inquinata e ne hanno subito, loro malgrado, i malefici. Solo dopo le
risultanze delle analisi di cittadini consapevoli, commissionate a loro spese,
hanno permesso di riscontrare la pericolosità dell'acqua che sgorgava dal rubinetto
nella valle del Pescara e in tutti quei rubinetti delle città collegate ai
pozzi di Bussi. Sono stati scavati immediatamente altri pozzi a monte dei
luoghi incriminati. L'Azienda pare che sversasse impunemente, una tonnellata al
giorno di veleni residui della produzione nel fiume Tirino. Adesso tutti ne
parlano, i giornali locali, quelli nazionali e anche i TG, dicendo che
un’intera valle con due capoluoghi di provincia, Pescara e Chieti è stata
letteralmente massacrata dalla chimica. I politici che fino a ieri hanno
avallato o ignorato il fenomeno, adesso parlano di mettere in campo ogni azione
per monitorare tutta la valle e avviare le azioni di disinquinamento. Loro,
come al solito parlano a sproposito e non ci dicono mai con quali soldi
effettuare gli ingenti lavori di bonifica e quando questi avranno inizio. Il
cittadino normale spera che nei prossimi anni non si continui a parlare del
suolo di Bussi, come della più grande discarica, di prodotti chimici, d'Europa
@enio
Già nel 1972 si chiedeva di rimuovere in rifiuti interrati nel sito per il concreto pericolo di inquinamento delle falde acquifere dell'acquedotto 'Giardino' che forniva acqua potabile a tutta la Val Pescara. Tutti sapevano e tutti tacevano, hanno sottolineato ancora dall'accusa, prediligendo il profitto al diritto alla salute dei cittadini. La discarica della ex Montedison, sequestrata nel marzo del 2007, è arrivata a saturazione nel 1983, mentre nel 1974 era al 75% della capienza.
RispondiEliminachissà quante realtà analoghe ci sono in Italia!
RispondiEliminala munnezza seppellirà quest'umanità consumistica, ma la natura generosa modificherà geneticamente i nostri eredi ed essi come gabbiani, sopravviveranno
RispondiEliminadevono risarcire gli abitanti, TUTTI!!!
RispondiEliminaQueste storie si ripetono ad ogni pié sospinto. Forse ha ragione fracatz, o almeno lo spero.
RispondiEliminagrazie per leggere sempre i miei pensieri. De primo acchito mi era venuto da commentare: " se l'acqua è inquinata, bevete vino", ma poi ho desistito
EliminaCome sempre gli abitanti sono stati presi in giro.
RispondiEliminaPenso anche io che l'Italia sia un'enorme discarica, reale e metaforica!
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