Renzi ha anticipato le linee generali della «cyber security» spiegando che la lotta al terrorismo passa anche attraverso il monitoraggio delle conversazioni telematiche. La delega al Governo in tema di intercettazioni, peraltro, è nel disegno di legge sulla riforma del processo penale, in discussione al Senato. Fin qui, il quadro di quanto è stato prospettato e di ciò che concretamente si può fare a livello legislativo, ma anche nell’azione pratica dell’intelligence, per dare più strumenti a chi si occupa di sicurezza. Il punto che, tuttavia, incide di più nella percezione dei cittadini riguarda la possibilità che ciascuno di noi sia sottoposto, più o meno consapevolmente, a una limitazione del diritto di riservatezza del proprio pensiero e della propria sfera personale, in nome dell’interesse della collettività.
@enio
farebbe prima e risparagnerebbe soldi dei lavoratori se ripagasse quei frequentatori che navigano tutto il giorno e che potrebbero segnalare situazioni sospette
RispondiEliminaRenzi è un muto che dice al sordo che il cieco li sta spiando. Cioè Renzi non sa di cosa parla, parla a gente che non sa di cosa parla, di cose magiche.
RispondiEliminaPedinare la gente, raccogliere informazioni, ascoltare le telefonate, intercettare la posta, sono cose che si fanno dai tempi di mio nonno.
Non c'è niente di "cyber" in tutto questo, che poi è una parola come "virtuale", che la gente ignara associa vagamente ai dispositivi elettronici.
Mi fa abbastanza ridere, se tu metti un software a cercare parole chiave in arabo nelle comunicazioni di un muratore bergamasco, non troverai nulla. Questo non significa che il muratore bergamasco non abbia rapito una ragazzina.
Quindi si sta parlando di aria fritta, se non sai costa stai cercando e se lo cerchi ovunque, trovi qualcosa solo se ci vai a sbattere contro.
Riguardo la "riservatezza", è un concetto esattamente contrario a quello di "adesso scrivo i cazzi miei su Internet". Quindi ancora, aria fritta.