Siamo sempre meno. Io credo fermamente che il calo delle
nascite, riscontrato dopo 90 anni di crescita sia dovuto a fattori culturali ed economici. Occorrerebbe pertanto lavorare sulla
tutela delle mamme lavoratrici e sul sostegno alle famiglie per provare a far cambiare questa tendenza. Di fronte ai
dati che arrivano dall'Istat occorre intervenire per rendere meno complicato il fatto di pensare di avere un
figlio e di copiare, se possibile, esempi che altrove tendono a premiare la natalità, come nella vicina Svizzera. Il
problema non si risolve solamente con più posti in asilo nido, perché spesso le famiglie che sono in situazioni di
difficoltà economiche non riescono neppure a pensare di mandare un bimbo al nido. E sempre più spesso, per poter
sopravvivere dignitosamente, occorre che tutti e due i genitori lavorino e guadagnino. Una condizione sociale ed
economica che si traduce nel fatto che anche chi desidera un figlio, rimanda la decisione per poter avere la
certezza di potergli dare lo stesso tenore di vita che hanno avuto i genitori. Ma in questo modo al massimo poi si
arriva a farne uno solo di figlio quando va bene. Oggi il fenomeno non è esploso nella sua drammaticità perchè tengono
sù la media gli extracomunitari. Pertanto senza fare come fanno in Svizzera che dalla nascita del figlio danno un
sostegno finanziario per il pargolo fino al 18° anno di età a tutte le famiglie senza guardare la loro situazione
economica. Si tratta di un assegno importante che aiuta davvero le famiglie. A differenza degli assegni familiari che
sono ridotti nell'entità in Italia e che vengono presi solo da chi ha redditi davvero bassi o da chi ne ha
realmente bisogno. Un altro aspetto su cui occorre lavorare è quello della tutela delle madri lavoratrici, per le
quali basterà aumentare la quota di lavoro part-time al rientro in azienda dopo la nascita del figlio. Fatto questo,
sperare di non doverci lamentare nei prossimi anni.
@enio
Tutto vero, purtroppo però la realtà bastona le famiglie e le donne "datrici di lavoro" sono incredibilmente le meno sensibili, così come gli stessi sindacati e persino la curia: parlano parlano parlano ma quando tocca a loro sono il peggio del peggio
RispondiEliminanun te preoccupà che mo' arrivano un sacco de migranti già grossi e nun cìè bisogno dei nidi
RispondiEliminaTante braccia robuste arabe e musulmane pe' contrastà i cinesi che urtimamente, zitti, zitti ce stavano invadenno.
Forse so' mejjo i cinesi?
boh, chi vivrà vedrà
Quindi, alla fine, mi pare sia solo un "problema economico" perché di "culturale" c'è ben poco da discutere... e poi per usare uno slogan tanto caro alle destre dell'era berlusconiana, mica possiamo dar da mangiare la "cultura" ad un neonato! Ci vuole ciccia, e la ciccia costa! Ci vogliono vestitini, ed i vestitini costano! Ci vuole assistenza pubblica... ma con il fiscal compact la spesa pubblica è ridotta al lumicino! Poi c'è da lavorare e pure tanto perché con il Jobs Act e l'abolizione dell'articolo 18 devi stare in campana: il "padrone" ti licenzia e poi? Che dai da mangiare ai pargoli? Il bimbominchia fatto in salamoia? E ascolta, Enio, non fare affidamento sugli immigrati... se ne stanno andando quelli che avevano stabilizzato la loro vita qua da noi! Se ne stanno andando perché se è complicato per noi, è difficile anche per loro! Se ne vanno figli e bagagli, anche quelli che ottengono la cittadinanza italiana. Se ne tornano ai loro paesi o migrano ancora verso il nord Europa. Tutti sostituiti da altri, ben più miserabili e disperati. I quali, peraltro, puntano anche loro al nord Europa, mica a sto Paese di merda! E tutto per nostra massima colpa, perché abbiamo accettato di essere umiliati fino all'inverosimile... in Francia per molto meno stanno facendo una rivoluzione! Da noi solo minchiate... e naturalmente, i campionati europei!
RispondiEliminaCiao Enio, buona serata